IL PUNTO

Caso Moreschi in Prefettura, appello dei sindacati alle istituzioni: lo sciopero continua a oltranza

Il viceprefetto ha ascoltato la ricostruzione della vicenda da parte dei sindacalisti e potrebbe convocare anche la proprietà del calzaturificio nei prossimi giorni

Caso Moreschi in Prefettura, appello dei sindacati alle istituzioni: lo sciopero continua a oltranza
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Ancora alta tensione in merito al caso Moreschi e all'annuncio da parte dell'azienda di voler cessare la produzione nello storico stabilimento di Vigevano. Ieri, martedì 5 marzo 2024, le sigle sindacali sono state ricevute in Prefettura.

La vicenda Moreschi arriva in Prefettura

La vertenza Moreschi è stata portata all'attenzione della Prefettura, dove ieri mattina le delegazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono state ricevute dal viceprefetto vicario Stefano Simeone. Nonostante il pagamento di quasi 60 degli 80 stipendi di gennaio, lo sciopero continua a oltranza negli uffici dell'azienda. Il viceprefetto ha ascoltato la ricostruzione della vicenda da parte dei sindacalisti e potrebbe convocare anche la proprietà del calzaturificio nei prossimi giorni.

"Per cercare di fare un po’ di chiarezza e respingendo l’idea dell’azienda di cessare l’attività produttiva con il relativo licenziamento dei 59 dipendenti e chiusura del reparto di produzione, abbiamo inviato richiesta d’incontro alla Prefettura di Pavia venerdì 1 marzo che si è immediatamente attivata convocandoci martedì 5 marzo alle ore 10", spiega Giovanna Currò, segretaria generale Filctem Cgil Pavia.

"Ringraziando il Viceprefetto Vicario Simeone per il suo immediato riscontro, abbiamo avuto la possibilità di informarlo che in data 19 febbraio 2024 è stata avviata l’ennesima procedura di licenziamento collettivo con la chiusura definitiva del reparto produzione a Vigevano e il relativo coinvolgimento di tutto il distretto vigevanese.

Dopo una ricostruzione della vicenda partendo dal 2017 ad oggi - prosegue Currò - lo abbiamo informato di tutte le promesse fatte ai vari tavoli di incontro e mai mantenute, l’ultima presso la Regione Lombardia dove per senso di responsabilità abbiamo firmato la procedura di licenziamento collettivo che ha riguardato 27 persone con la promessa da parte dell’azienda che avrebbe fatto nuovi investimenti e nuove assunzioni per sviluppare lo stabilimento di Vigevano, informato sul costante e sistematico ritardo del pagamento delle retribuzioni al personale ancora in forza e in merito agli esuberi non aver onorato quanto firmato in Regione Lombardia, abbiamo esposto i nostri dubbi e forte perplessità dopo quanto pubblicato dalla stampa locale, ribadendo la nostra convinzione che ci siano delle potenzialità per il rilancio dell’azienda".

"La situazione è diventata ormai insostenibile e la tensione tra i lavoratori si percepisce per questo non ci resta che attendere nuovi sviluppi auspicando che siano positivi.

Per concludere, la vicenda sul piano industriale a ben poco, riteniamo che la vera ragione dell’abbandono dello stabilimento di Vigevano è legato all’operazione immobiliare/finanziaria riportata dalla stampa locale il 29 febbraio, ovviamente tutto sulla pelle dei lavoratori", conclude la segretaria generale Filctem Cgil Pavia.

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