Fine di un'era

Moreschi chiude la produzione a Vigevano e licenzia 59 dipendenti

L'azienda ha annunciato che la produzione sarà trasferita verso "laboratori italiani altamente specializzati e caratterizzati da una forte impronta green"

Moreschi chiude la produzione a Vigevano e licenzia 59 dipendenti
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La Moreschi di Vigevano annuncia lo spostamento della produzione da Vigevano: contestualmente chiede anche il licenziamento di 59 dipendenti.

Moreschi sposta la produzione

Il calzaturificio Moreschi, uno dei marchi più prestigiosi nel settore della calzatura di lusso, ha annunciato la cessazione della produzione nello storico stabilimento di Vigevano. Un annuncio che segna la conclusione di un'epoca per quella che un tempo era considerata la capitale della calzatura italiana, con Moreschi che rappresentava l'ultimo calzaturificio vigevanese a produrre con il proprio marchio. Gli altri stabilimenti ancora attivi, infatti, producono da tempo per altre marche.

Svolta green

Secondo quanto comunicato dall'azienda, la produzione ordinaria sarà trasferita verso "laboratori italiani altamente specializzati e caratterizzati da una forte impronta green", ma al momento non sono state fornite informazioni dettagliate su dove si troveranno tali laboratori.

L'azienda, ora di proprietà del fondo svizzero Huerly, ha dichiarato che la decisione è stata presa nell'ottica di ottimizzare e differenziare la produzione verso una svolta green.

Lo stabilimento di via Cararola, infatti, è stato giudicato “non adeguato ai livelli richiesti” per la produzione ordinaria in ottica ambientale.

Licenziamento per 59 dipendenti

Contestualmente all’annuncio, Moreschi ha anche aperto una procedura di licenziamento per 59 dipendenti. Attualmente a Vigevano si trovano impiegate circa 80 persone, e ne rimarrebbero dunque poco più di venti.

Qui, nel 2018, lavoravano ben 266 persone. E proprio in quell'anno, con la precedente proprietà, iniziarono i primi tagli al personale, proseguiti anche dopo il passaggio di mano della quota di maggioranza dell’azienda.

Le ultime procedure di mobilità erano state siglate la scorsa estate. In precedenza c’erano state la cassa integrazione e i contratti di solidarietà.

Cosa resta a Vigevano

Nonostante la chiusura dello stabilimento di produzione, Moreschi manterrà a Vigevano il quartier generale, il centro creativo e quello di ricerca e sviluppo del brand. Inoltre, saranno mantenuti i dipartimenti gestionali, amministrativi, l'ufficio stile e prodotto, la modelleria, la logistica e lo spaccio aziendale. La progettazione dei modelli per le collezioni esclusive e il controllo qualità rimarranno anch'essi a Vigevano.

Contestualmente, la direzione generale di Moreschi ha anche sottolineato il suo impegno nel voler valorizzare il brand e affermarne il ruolo internazionale, con l'intenzione di raddoppiare il numero di negozi monomarca entro tre anni.

"Sono scioccata"

"Assurdo che un'attività, un marchio storico come quello di Moreschi, non rimanga nel territorio dove è nato. Ma soprattutto sono scioccata che nessuno abbia fatto nulla, che nessuna istituzione si stia interessando a quanto sta avvenendo".

A dichiararlo è Giovanna Currò della CGIL, che si dice profondamente arrabbiata e delusa per la perdita sul territorio di un marchio tra i più prestigiosi nel settore della calzatura di lusso.

Ciocca: "Colpa delle folli politiche europee"

L'eurodeputato Ciocca

“La nostre attività sono a rischio. Dal punto di vista occupazionale abbiamo perso posti di lavoro per colpa delle folli politiche europee. E purtroppo, la notizia della chiusura dello storico stabilimento Moreschi di Vigevano, è la dimostrazione delle folli politiche ideologiche finto ambientaliste messe in atto dai burocrati di Bruxelles. L’effetto concreto delle scelte europee sbagliate, sia in termini di continui aggravi, sia di concorrenza sleale messa in atto da colossi, veri leader dell’inquinamento mondiale, come Cina e India, verso i produttori europei ed italiani.

Attraverso folli direttive targate Ursula Von Der Leyen, ogni giorno si stanno impoverendo le attività produttive e manifatturiere europee a discapito del nostro made in Italy d'eccellenza, con serie ripercussioni sull’occupazione e l’economia dell’eurozona, oramai ferma da anni a livello di prodotto interno lordo. Serve una netta inversione di marcia e mi auguro che con le elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024 si possa attuare una vera rivoluzione europea",

E' quando dichiarato dall'europarlamentare della Lega, Angelo Ciocca, in merito alla notizia di spostamento della produzione da parte della Moreschi di Vigevano.

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