Racconto integrale dell'assassinio

Svolta nel caso Gigi Bici: la fisioterapista Barbara Pasetti accusata di omicidio

Il resoconto finale della Procura di Pavia inchioda la 40enne, considerata responsabile della morte del 60enne Luigi Criscuolo.

Svolta nel caso Gigi Bici: la fisioterapista Barbara Pasetti accusata di omicidio
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La Procura di Pavia, tramite comunicato stampa ufficiale, ha reso noti gli ultimi risultati sulla vicenda legata alla morte di Luigi Criscuolo, conosciuto da tutti come Gigi Bici, il 60enne ucciso da un proiettile calibro 7.65 sparato da distanza ravvicinata, di cui si erano perse le tracce l'8 novembre 2021, il cui corpo era stato ritrovato senza vita il 20 dicembre 2021 a Calignano, alle porte di Cura Carpignano. Il comunicato firmato dal procuratore Fabio Napoleone mette alla luce una clamorosa svolta nella caso di Gigi Bici: Barbara Pasetti, fisioterapista 40enne, già in carcere dal 20 gennaio scorso per l'ipotesi di reato di tentata estorsione, sarebbe stata indagata anche per l'omicidio di Luigi Criscuolo.

Svolta nel caso Gigi Bici: la fisioterapista Barbara Pasetti accusata anche di omicidio

Nella mattinata di oggi, mercoledì 22 giugno 2022, la Squadra Mobile della Questura di Pavia ha eseguito una seconda ordinanza applicativa di misura cautelare personale coercitiva nei confronti di Barbara Pasetti, proprietaria dell'immobile a ridosso del quale è stato rinvenuto, lo scorso 20 dicembre 2021, il corpo esanime di Luigi Criscuolo, scomparso l'8 novembre 2021 e conosciuto da tutti col soprannome di Gigi Bici.

Accogliendo integralmente le richieste e le prospettazioni dei fatti formulate da questo Ufficio, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Pavia ha ritenuto sussistenti a carico dell'indagata - già destinataria di un primo provvedimento cautelare eseguito il 20 gennaio 2022 con riferimento al delitto di tentata estorsione - gravi indizi di commissione del reato di omicidio aggravato ai danni della persona offesa.

L'origine dei fatti

Barbara Pasetti, secondo quanto ad oggi emergente dagli esiti delle molteplici indagini espletate, avrebbe maturato, sin dal mese di aprile 2021, il proposito di recare danni all'ex marito Gian Andrea Toffano, in un primo momento cercando di raggiungere tale obiettivo agendo individualmente. Non riuscita nell'intento, già nel mese di giugno 2021, Barbara Pasetti avrebbe preso contatti con Luigi Criscuolo, da lei ripetutamente incontrato e ripetutamente reso destinatario della richiesta di collaborare - dietro compenso - all'organizzazione di una aggressione ai danni dell'ex coniuge.

Al fine dell'esecuzione dell'accordo, Barbara Pasetti ha anche prestato a Luigi Criscuolo un'arma da lei detenuta: un revolver privo di numero di matricola, avente calibro 7.65, con applicate due etichette adesive destinate a chiarire il funzionamento del dispositivo di messa in sicurezza.

L'assassinio di Gigi Bici

L'8 novembre 2021, tuttavia, Luigi Criscuolo ha cambiato i suoi intenti, decidendo di non prendere più parte attiva alla commissione del fatto precedentemente concordato e, conseguentemente, raggiungendo così l'abitazione di Barbara Pasetti anche al fine di restituirle l'arma. Per portare a termine tale azione egli si limitava a farsi aprire il cancello del cortile della proprietà dell'indagata, a fare accesso tramite l'autovettura in suo uso e ad attendere l'arrivo dalla porta dell'abitazione di Barbara Pasetti. Tutto ciò senza uscire dall'abitacolo ma soltanto abbassando il finestrino lato conducente, essendo appunto determinato unicamente a comunicare le sua decisione e a restituire l'arma precedentemente ricevuta.

L'indagata, infastidita dall'improvviso rifiuto di proseguire nel programma prestabilito, dal secondo fallimento del suo progetto offensivo nei confronti dell'ex marito o dalla mancata restituzione del denaro già versato a Luigi Criscuolo a titolo di anticipo, ha afferrato l'arma e - indossando dei guanti - faceva fuoco a bruciapelo contro la tempia sinistra di Gigi Bici. Il proiettile infrangeva l'altro vetro anteriore del veicolo, quello lato passeggero, i cui vetri venivano effettivamente rinvenuti in una grata collocata sopra un canale di scolo presente nel cortile della proprietà immobiliare dell'indagata.

Successivamente ha spostato il corpo di Luigi Criscuolo fino al retro del possedimento, collocandolo nel luogo dove poi sarebbe stato trovato, lo ha coperto con sterpaglie certamente provenienti da vegetazione posta all'interno del giardino, cercando di lavare sia il carrello di metallo che la parte di pavimento dove era scolaro sangue della persona offesa, ha spazzato all'interno del predetto canale scolmatore i frammenti di vetro del finestrino lato passeggero infranto dal proiettile che ha attraversato tutto il cranio di Luigi Criscuolo), ha occultato l'arma all'interno di un vano posto sulla scala interna che conduce al primo piano dell'abitazione, è salita a bordo del veicolo tramite il quale era giunto Gigi Bici e l'ha condotta (sempre indossando guanti) sino al punto dove sarebbe stato poi ritrovato. Nel compiere tale azione (dalla stessa sempre radicalmente negata), ha lasciato proprie ed inequivocabili tracce biologiche all'interno dell'abitacolo della vettura.

Il tentativo di estorsione

Di seguito, iniziava ad inscenare l'improbabile vicenda estorsiva per la quale si trova già sottoposta a regime detentivo ormai da quasi cinque mesi. Ogni profilo della ricostruzione sin qui fornita trova pieno riscontro nei numerosi accertamenti tecnici compiuti: le etichette adesive applicate all'arma sono cosparse - nella loro parte posteriore - di materiale biologico riconducibile alla persona offesa; le analisi botaniche non hanno restituito alcun dubbio circa la provenienza degli arbusti utilizzati per coprire il corpo di Luigi Criscuolo; il carrello metallico e la grata coprente il canale scolmatore si sono rivelati coperti da significative tracce del sangue di quest'ultimo; il cranio di costui è stato trapassato proprio da un proiettile di calibro identico a quello che la pistola (perfettamente funzionante) occultata da Barbara Pasetti era capace di sparare; un'ogiva relativa ad un simile proiettile è stata rinvenuta proprio nella parte di cortile antistante la porta di accesso all'abitazione, ossia il luogo dove si è svolto il fatto.

Nessun elemento può condurre a dubitare circa il fatto che Luigi Criscuolo sia stato ucciso all'interno della proprietà di Barbara Pasetti, che il suo corpo sia stato occultato tramite arbusti provenienti dallo stesso cortile e che nessun terzo soggetto abbia preso parte - anche a mero titolo di ausilio - a tali attività.

Allo stesso modo, nessun elemento è stato rintracciato - malgrado invasive e prolungate attività di indagine svolte in tal senso - al fine di anche solo iniziare a prendere in considerazione il decorso alternativo dei fatti prospettato dall'indagata e sostanzialmente riassumile nell'asserita assenza di incontri e contatti con la persona offesa e nella prospettata esistenza di un fantomatico gruppo di estorsori provenienti dall'Est Europa di cui non esiste nemmeno una descrizione fisica.

Una lunga serie di indagini

Le indagini hanno avuto una durata considerevole in ragione della complessità tecnica e del numero degli accertamenti scientifici disposti da questo Ufficio al fine di fare completamente luce su ogni aspetto della vicenda e di dare - il più possibile - credito alle indicazioni fornite da Barbara Pasetti. Per questa stessa ragione, l'intero svolgimento del procedimento ha necessitato l'assegnazione di ben due Sostituti Procuratori, che hanno coordinato l'attività della Polizia Giudiziaria delegata.

Gli Ufficiali ed Agenti della Squadra Mobile della Questura di Pavia hanno svolto sin dai primi giorni un lavoro encomiabile, di elevata qualita tecnica e che non ha conosciuto pause sino al giorno di oggi. Gli accertamenti cosi disposti ed eseguiti anche con l'ausilio della Polizia Scientifica di Milano sono infatti sempre proseguiti con ritmo incessante allo scopo di ricostruire gli ultimi movimenti di Luigi Criscuolo, di Barbara Pasetti e di ogni altro soggetto lambito dai fatti in questione, e sono stati resi ancor più difficoltosi sia dalla serie di false piste fornite dall'indagata - ma comunque rese oggetto di verifica e approfondimento - sia dalla proliferazione di errate informazioni pervenute e diffuse alla stampa sia locale che nazionale.

Alle attività di indagine già compiute per la formulazione della prima richiesta cautelare sono seguiti numerosi accertamenti di natura dattiloscopica, ematica, autoptica, genetica, balistica e merceologica: sostanzialmente, ogni branca della scienza forense è stata coinvolta nella ricostruzione degli eventi. Il tutto corroborato dallo svolgimento di attività più classiche quali servizi di osservazione, controllo e pedinamento, analisi di dati di traffico telefonico e acquisizioni documentali. Malgrado l'avanzato stadio, il procedimento penale proseguirà al fine di verificare eventuali nuovi spunti di indagine che l'indagata, anche attraverso i propri Difensori, sarà eventualmente in grado di prospettare.

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