Nuovo Dpcm, scontro con le Regioni. Fontana: “Chiesto misure nazionali, non differenziate”
La Conferenza delle Regioni aveva chiesto un intervento come in Fase 1: provvedimenti uguali per tutti in tutto il Paese.
Nella serata di lunedì 2 novembre 2020, il Presidente della Lombardia Attilio Fontana ha relazionato ad Anci, Upi e sindaci delle Città Capoluogo sull’incontro avuto col Governo in vista del nuovo Dpcm. E Fontana conferma uno scontro fra le Regioni e il Governo, con le prime che avrebbero chiesto misure nazionali e uguali per tutte e il secondo che, come spiegato ieri dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla Camera e al Senato, ha invece deciso per una loro differenziazione in base al grado di rischio e difficoltà.
Novo Dpcm, in Lombardia no a nuove ordinanze prima del Governo
Una riunione interlocutoria. Le parti, Regione, Upl, Anci e sindaci Comuni capoluogo, infatti, si sono lasciate ieri con l’accordo di aggiornarsi in tempi rapidi, sull’evoluzione della situazione Covid, non appena saranno formalizzati i nuovi provvedimenti del Governo. “Prima di allora sarebbe infatti impossibile prendere ogni tipo di decisione”. Lo comunica in una nota la Regione Lombardia nella quale si spiega che “il presidente Attilio Fontana ha relazionato l’Upl, l’Anci e i sindaci dei capoluogo di Provincia sull’esito dell’incontro avvenuto lunedì 2 novembre mattina con il Governo e ha illustrato l’evoluzione della curva epidemiologica in Lombardia”.
Tra le misure annunciate da Conte nessuna novità
Del nuovo Dpcm si conoscono l’impostazione, a tre fasce differenziate via via con norme più restrittive, e le regole che dovrebbero valere su tutto il territorio nazionale. Norme che in Lombardia sono già in vigore da tempo: Didattica a Distanza obbligatoria per le superiori, chiusura nei fine settimana dei centri commerciali e coprifuoco (anche se questo, oggi alle 23, potrebbe essere anticipato alle 21)
Le ‘fasce’ previste dal Governo
“Il presidente Fontana – si legge nella nota – ha quindi spiegato che, secondo quanto riferito dal Governo, verrebbero previste eventuali ‘fasce’ all’interno delle quali potrebbero essere applicate ulteriori misure restrittive graduali da concordare tra Governo e Regioni”.
Lo scontro con le Regioni
Ma è proprio la differenziazione in tre fasce che apre lo scontro fra Governo e Regioni. Queste infatti in sede di Conferenza avevano chiesto provvedimenti unitari e nazionali come nella Fase 1, quando tutto il Paese venne messo in lockdown dalla Lombardia, che presentava la situazione più critica, fino alle province che segnavano aumenti inferiori a quelle delle sue province.
Provvedimenti unitari che, spiegava Conte ieri, sarebbero doppiamente negativi perchè “rischieremo di non adottare misure realmente adeguate ed efficaci per chi è più a rischio e dall’altro finiremmo per imporne ad aree in cui per il momento non è necessario”.
Di diverso parere Fontana e i colleghi Presidenti di Regione:
“Un modello – continua la nota – che non coincide con quanto richiesto dalla Conferenza delle Regioni, secondo cui non bisognava differenziare i provvedimenti tra territori e territori, ma agire con scelte di carattere nazionale. Richiesta, questa, a oggi, non accolta dall’Esecutivo”.
Sollecito per ristori concreti
“Infine – conclude la nota – il governatore Fontana ha riferito di avere, ancora una volta, sollecitato il Governo a garantire ristori concreti e adeguati per le categorie interessate da nuove restrizioni”.
LEGGI ANCHE
TI POTREBBE INTERESSARE