La denuncia

Caschi Cpap dimenticati, Noi Denunceremo: "Da Regione Lombardia una gestione criminale"

La rivelazione nel corso della puntata di Report andata in onda lunedì 9 novembre. Il comitato che riunisce i familiari della vittime del Covid: "Gente seria si sarebbe fatta da parte da mesi".

Caschi Cpap dimenticati, Noi Denunceremo: "Da Regione Lombardia una gestione criminale"
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Ordini di caschi Cpap dimenticati da Aria, la centrale acquisti di Regione Lombardia, nei primi mesi dell’emergenza sanitaria. Dispositivi di protezione individuale dirottati per consuetudine nelle zone meno colpite. Come riporta Prima Bergamo, ha suscitato scalpore (e anche molta rabbia e delusione in chi ha pianto uno o più lutti) il servizio della trasmissione Report andato in onda su Rai3 nella serata di ieri, lunedì 9 novembre.

Caschi Cpap dimenticati

«In Lombardia abbiamo assistito e stiamo assistendo ad una gestione criminale – sottolinea Noi Denunceremo, il comitato che riunisce i familiari delle vittime del Covid -. Dimenticarsi di fare l’ordine dei caschi Cpap, essenziali per salvare vite umane, in piena emergenza come dimostrato da Report evidenzia la totale inadeguatezza di chi ha gestito la prima ondata epidemica e che ora occupa ancora posti manageriali per la stessa Regione. Sostenere che un ritardo di un giorno non incide sulla gestione dell’epidemia è offensivo e irrispettoso per chi ha perso la vita per la mancanza di uno di quei caschi. E dà la dimensione del valore della vita per chi quell’ordine se l’è dimenticato».

"Gente seria si sarebbe fatta da parte da mesi"

Al centro della trasmissione una serie di mail dell’Asst Bergamo Est (che ha la competenza anche sull’ospedale di Alzano Lombardo) indirizzate ai vertici regionali, in cui si chiede disperatamente di poter disporre di dispositivi di protezione individuale e di tamponi. Ma soprattutto un ordine di caschi Cpap mai partito dalla centrale acquisti del Pirellone. «In Lombardia sono mancati il senno di prima ed il senno di poi – aggiunge il comitato -. Il senno di prima quando bisognava aggiornare i piani pandemici regionali d’intesa con il Ministero ed in accordo con la Regolamentazione Sanitaria Internazionale e la legge europea, e quindi fare gli stock di tamponi, reagenti e dispositivi di protezione individuale, elaborare un piano di potenziamento delle terapie intensive. Tutte cose che ci risulta non siano state fatte. Il senno di poi quando si trattava di fare una analisi accurata di ciò che non ha funzionato nella prima ondata per evitare di ripetere gli stessi errori a un eventuale riproporsi della pandemia. Oggi ci troviamo ancora con una sanità territoriale depotenziata, turni disumani per i medici, ospedali presi d’assalto e continui rinvii nel prendere decisioni di contenimento. Gente seria si sarebbe fatta da parte da mesi».

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