Peste Suina, animalisti uniti contro l'abbattimento dei maiali al rifugio "Progetto Cuori Liberi"
"La presenza di suini positivi al virus ma che non hanno ancora mostrato sintomi potrebbe costituire un'occasione per effettuare osservazioni sul decorso della patologia"
Al rifugio “Progetto Cuori liberi” di Zinasco, in provincia di Pavia, 10 maiali salvati da allevamenti o provenienti da contesti di maltrattamento rischiano di essere uccisi in quanto oggetto di un’ordinanza di abbattimento dell’Ats Pavia emessa a seguito della scoperta di un focolaio di Peste Suina Africana presso la struttura.
AGGIORNAMENTO 20 SETTEMBRE 2023: Polizia e Ats sono arrivati al Rifugio e i 10 maiali lì ospitati soppressi. LEGGI QUI
Tra questi, alcuni mostrano sintomi lievi ma sono in buone condizioni generali di salute. Lo scorso venerdì, 15 settembre 2023, l’esecuzione dell’ordinanza è stata impedita grazie all'intervento di una decina di attivisti che si sono barricati dentro il rifugio Cuori liberi a Sairano (immagine di copertina).
Ora le associazioni animaliste hanno deciso di scrivere direttamente alle Istituzioni per richiedere un incontro urgente al fine di trovare una soluzione diversa a quella dell'abbattimento dei maiali.
Peste suina, la lettera degli animalisti contro l'abbattimento di 10 maiali
Dopo l'azione di protesta nel rifugio “Progetto Cuori liberi” di Zinasco, dodici associazioni attive nell’ambito della protezione animale tra le più rappresentative a livello nazionale (Animal Equality Italia, Animal Law Italia, CiWF Italia, ENPA, Essere Animali, LAC - Lega Abolizione Caccia, Last Chance for Animals, LAV - Lega Antivivisezione, LEAL, LEIDAA, LNDC Animal Protection e OIPA Italia), per chiedere la salvezza degli animali, pochi e isolati dall’esterno con rigorose misure di biosicurezza, hanno inviato un’istanza urgente al Commissario straordinario per la Psa e ai responsabili di settore del Ministero della Salute, della Regione Lombardia e dell’Ats di Pavia, nonché al sindaco di Zinasco.
Le associazioni chiedono un incontro alle autorità finalizzato a trovare soluzioni concordate che salvaguardino la vita dei suini ancora sani presenti all’interno del rifugio.
I firmatari lanciano anche un appello rivolto ad Ats Pavia e alle altre autorità coinvolte nella vicenda: effettuare una nuova valutazione - questa volta specifica e in concreto e non soltanto astratta - circa l’effettivo pericolo che può derivare per il comparto zootecnico lombardo e nazionale dalla presenza di animali sopravvissuti alla PSA all’interno della struttura, anche alla luce delle misure di biosicurezza adottate dai gestori.
"Un'occasione per osservare il decorso della patologia"
Nella lettera, le associazioni fanno anche presente che gli animali si trovano in un “rifugio permanente”, un luogo che accoglie animali non destinati alla produzione alimentare, che vi restano per il resto della loro vita senza essere macellati. Tutti questi elementi, che non sono stati presi in considerazione nell’adozione dell’ordinanza di abbattimento, potrebbero far riconsiderare la sussistenza dei presupposti per l’emanazione del provvedimento.
Il Tar Lombardia ha fissato udienza il 5 ottobre per esprimersi sul ricorso contro l’uccisione dei suini, presentato da “Progetto Cuori Liberi” con il supporto di Lav, Vitadacani e Lndc Animal Protection. Per questo, le associazioni invitano le autorità "a non porre in esecuzione l’ordinanza di abbattimento degli animali prima dell’esito dell’udienza".
"La presenza di suini positivi al virus, ma che non hanno ancora mostrato sintomi, potrebbe costituire una preziosa occasione per effettuare delle osservazioni sul decorso della patologia da parte di personale medico veterinario diretta all’avanzamento della ricerca scientifica, nonché alla messa a punto di un protocollo di trattamento - scrivono le associazioni - Lasciare in vita gli animali che hanno contratto il virus ma non mostrano sintomi è sicuramente più utile dal punto di vista analitico rispetto ad abbatterli, senza effettuare ulteriori studi, per un timore di diffusione del virus che potrebbe rimanere teorico qualora si continuassero a utilizzare le misure di biosicurezza dettate dall’Ats.
Rischio che, peraltro, potrebbe essere quasi azzerato concordando l’introduzione di ulteriori rigorose misure di biosicurezza e il rispetto di precisi protocolli sanitari da parte delle persone che entrano a contatto con gli animali, che impediscano ogni possibilità di trasmissione accidentale dell’agente patogeno".
I casi di Peste Suina a Pavia
Nella provincia pavese sono stati individuati otto focolai.
Il primo, il 18 agosto 2023, nel Comune di Montebello della Battaglia. Il 24 agosto ne sono stati individuati altri cinque nel Comune di Zinasco. A seguire uno nel Comune di Dorno e uno in quello di Sommo.
Da questi otto focolai sono stati abbattuti 13.365 capi. In seguito a indagine epidemiologica ne sono stati abbattuti altri 7.500 in otto allevamenti: tre correlati al focolaio di Montebello della Battaglia, tre a quello di Zinasco e due a quello di Domo. A questi 20.865 capi se ne aggiungono altri 13mila abbattuti in via preventiva per interrompere la diffusione del virus per un totale di 33.865 capi. Le operazioni di abbattimento si dovrebbero concludere entro domenica 17 settembre 2023.
Ai fini del contenimento del virus in provincia di Pavia è stato imposto il divieto di movimentazione e macello dei suini in un raggio di dieci chilometri dai focolai di PSA (zona di protezione) e in tutto il resto della Provincia (zona di sorveglianza).
Oltre alla riduzione la libertà di movimento dei cinghiali e dei suini e la riduzione della presenza dei cinghiali, nella lotta alla PSA fondamentali sono il recupero delle carcasse per bonificare le aree, le misure di biosicurezza per mettere in sicurezza gli allevamenti intensivi di suini affinché possano proseguire la produzione anche in presenza di una diffusione del virus e la sensibilizzazione degli allevatori verso comportamenti di contenimento del virus.
In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini che rappresentano più del 50% sull'intero comparto nazionale. L’80% degli allevamenti lombardi di suini è concentrato nelle Province di Cremona e Mantova. Un settore che, oltre a rappresentare una delle principali filiere per l'economia agricola regionale, alimenta molte delle più importanti produzioni Dop italiane. Ad oggi sul territorio lombardo sono, invece, presenti 5.201 cinghiali, in forte calo rispetto al 2022 (14.663) e al 2021 (14.345).