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Sfiducia a Gallera: "salvato" dalla Lega, ma all’appello mancano 4 voti della maggioranza

Quattro "franchi tiratori" che dimostrerebbero un malcontento interno alla maggioranza e, forse, un avvertimento al delegato al Welfare.

Sfiducia a Gallera: "salvato" dalla Lega, ma all’appello mancano 4 voti della maggioranza
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Dopo le voci di rimpasto e commissariamento circolate la scorsa settimana, cadute tutte col vertice di maggioranza di venerdì, il Movimento 5 Stelle ha presentato in consiglio regionale una mozione urgente di sfiducia all’assessore al Welfare Giulio Gallera, la seconda dopo quella in estate. Come riporta Prima Saronno, questa volta, la maggioranza è risultata meno granitica.

Sfiducia a Gallera: “salvato” dalla maggioranza

Salvo, ma con una crepa nella difesa non più tanto granitica da parte della maggioranza. L’esito del voto sull’urgenza della mozione di sfiducia a Gallera presentata oggi, martedì 17 novembre 2020, in consiglio regionale dal Movimento 5 Stelle e sottoscritto anche da Pd, un consigliere di Azione e Lce conferma che anche nel centrodestra ci sia chi inizia a mal soffrire la gestione dell’esponente forzista.

Una sofferenza che, fino a venerdì, sembrava provenire non solo dalle fila leghiste ma anche da quelle di Fratelli d’Italia e della stessa Forza Italia: le continue polemiche e rincorse sui vaccini, unite ai nodi sulla gestione dell’epidemia Covid venuti al pettine con la seconda ondata starebbero pesando molto sull’immagine di tutto il centrodestra. Come già qualcuno aveva ipotizzato a fine estate, addossando proprio a Gallera (oltre che a Fontana) le colpe delle pesanti sconfitte subite alle elezioni comunali lombarde.

Fontana e Gallera legati, logica difesa”

Una bocciatura non certo inaspettata, come spiega chiaramente Massimo De Rosa del Movimento 5 Stelle:

“Le responsabilità di Gallera sono quelle del presidente Fontana e della Lega, che per mesi ne hanno avallato e difeso l’operato. Logico che si spalleggino l’un l’altro e si difendano a vicenda, dal momento che colpe, errori e responsabilità sono comuni. Se va a casa uno, deve andare a casa anche l’altro. Per questo motivo la maggioranza non ha nemmeno voluto trattare la nostra richiesta di mozione urgente per un cambio al vertice dell’assessorato al Welfare”.

I franchi tiratori

I numeri, si diceva, raccontano uno scricchiolio nel sostegno all’assessore. Ai voti a scrutinio segreto che hanno bocciato l’urgenza della mozione, impedendo quindi di  trattarla, risultano mancarne quattro dalle fila della maggioranza. Segno, secondo De Rosa, “che al loro interno esistono delle divisioni”.

“Nella difesa a oltranza dell’indifendibile, non c’è solo l’arroganza di chi non sa ammettere le proprie colpe, ma anche la paura di chi non vuole perdere il posto, di chi sa che ormai il re è nudo, ed è conscio del fatto che i propri disastri siano palesi agli occhi di cittadini ormai esasperati, dall’incompetenza mostrata da questa Giunta – conclude il pentastellato –  La cui incapacità di prendere decisioni continua a causare ritardi il cui peso, sia in termini di salute che in termini economici, grava sulle spalle di tutti noi cittadini”.

L’esito del voto a scrutinio segreto segna infatti quattro voti in meno rispetto quelli che ci si sarebbe aspettati da una difesa compatta da parte di tutta la maggioranza. Quattro voti che rappresentano anche un forte segnale politico, se non addirittura un ultimatum al delegato al Welfare, già altre volte al centro delle critiche e in aria di commissariamento o rimpasto negli ultimi mesi.

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