Colli Verdi

Omicidio Colli Verdi, l'autopsia esclude l'ipotesi di morte violenta ma Barone rimane in carcere

Richiesta la riesamina dai legali dell'accusata, nuova udienza il 4 settembre 2024

Omicidio Colli Verdi, l'autopsia esclude l'ipotesi di morte violenta ma Barone rimane in carcere
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Gli esiti dell'autopsia disposta per verificare le cause del decesso di Carlo Gatti, anziano 89enne pavese trovato senza vita in una pozza di sangue all'interno della camera da letto, dimostrano che la sua non è stata una morte violenta. Carlo Gatti è morto a causa di un'emorragia dovuta ad un colpo lieve.

Omicidio nel pavese

Era il 4 febbraio scorso quando Liliana Barone, ex moglie del nipote di Carlo Gatti, ha lanciato l'allarme della morte del proprietario di casa. Lei, insieme al figlio, viveva in casa sua svolgendo il compito di badante e quella mattina trovò Carlo Gatti senza vita in una pozza di sangue al fianco del letto della sua abitazione situata nella frazione di Canavera di Colli Verdi, a Ruino.

Quella mattina Liliana, intorno alle ore 8, contattò i famigliari della vittima comunicando loro l'accaduto. Sul posto si presentarono i Carabinieri che focalizzarono la loro attenzione sull'ex moglie 45enne del nipote della vittima.

Scatta l'arresto per omicidio

Liliana Barone divenne quindi la principale sospettata, sospetti poi confermati dalla sua ammissione di colpa non riportata però durante l'interrogatorio svolto nella caserma dei Carabinieri di Voghera.

Nonostante la confessione però, la 45enne non  specificò i dettagli dell'omicidio e successivamente non rilasciò altre dichiarazioni, utilizzando quindi la strategia del silenzio proprio in attesa dell'autopsia sul corpo del pensionato. 

La Procura, rappresentata dal Pubblico Ministero Paolo Mazza, ha emesso la custodia in carcere per l'indagata 45enne, la quale si trova tuttora all'interno della Casa Circondariale di Vigevano.

Ferita alla testa e autopsia

Il corpo senza vita di Carlo Gatti, al momento del ritrovamento, presentava una ferita profonda alla testa, dalla quale era fuoriuscita la notevole quantità di sangue. L'ipotesi di un'aggressione era stata scartata poiché mancava un oggetto contundente, compatibile con la ferita riportata sul capo della vittima, all'interno dell'abitazione. Per questo motivo è stata disposta l'autopsia per accertarne le cause del decesso.

L'autopsia però ha dimostrato che Carlo Gatti non è venuto a mancare per morte violenta ma bensì per un'emorragia che potrebbe esser stata causata da una semplice caduta. Inoltre, i danni causati dal colpo di lieve entità accusato dalla vittima, sono stati accentuati dai problemi di salute di quest'ultima e dai numerosi medicinali presi per via delle patologie riscontrate nel tempo.

Nonostante questi esiti però, Liliana Barone si trova ancora in carcere con l'accusa di omicidio nei confronti di Carlo Gatti. I suoi legali, venendo a conoscenza dell'esito dell'autopsia ormai da giugno, hanno avvitato una richiesta di appello al Tribunale del Riesame per la revoca della misura cautelare in carcere e l'accusa di omicidio.

L'udienza si svolgerà il 4 settembre, nella giornata di oggi però, venerdì 23 agosto 2024, l'accusata dovrà sostenere un nuovo interrogatorio con il PM Valentina Terrile, la quale ha preso in mano il caso da giugno e quindi dopo il passaggio alla Procura di Milano del collega Paolo Mazza.

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