Incendio Raffineria Eni: due dirigenti condannati, uno assolto
I tre manager erano accusati di incendio colposo per aver contribuito a generare l'incendio attraverso condotte negligenti e imprudenti
Due manager condannati e uno assolto nel processo per l'incendio della Raffineria Eni avvenuto nel dicembre del 2016.
Incendio Raffineria Eni: due dirigenti condannati
Si è concluso ieri, giovedì 14 settembre 2023, il processo che vedeva coinvolti tre dirigenti dell'Eni in relazione all'incendio che ha coinvolto la raffineria Eni di Sannazzaro dei Burgundi il 1° dicembre 2016. Il verdetto ha portato a due condanne con sospensione condizionale della pena e un'assoluzione. I tre manager erano accusati di incendio colposo, con l'accusa di aver contribuito a generare l'incendio attraverso condotte negligenti e imprudenti.
Antonello Micaglio, ex dirigente dei sistemi tecnici, è stato assolto dalle accuse. Mentre, Paolo Chiantella, che al momento dell'incidente era responsabile dell'impianto di Sannazzaro, e Giuseppe Nozzetti, ex vice responsabile, sono stati condannati rispettivamente a due e un anno di reclusione, con la sospensione della pena.
Nel 2016 l'incendio
L'incendio era avvenuto nell'unità Eni Est (Eni Slurry Technology) nel complesso della raffineria situata nella Bassa Lomellina. Questa unità si occupava della trasformazione del petrolio in sostanze più leggere. L'incidente avvenne intorno alle 16, a causa di un guasto, e fortunatamente non ha causato feriti.
Un secondo incendio e un'esplosione
La raffineria di Sannazzaro ha subìto un secondo incendio nel febbraio 2017.
Mentre nel settembre 2019 l'impianto fu interessato da un'esplosione. Erano circa le 6.30 di martedì 17 settembre quando i residenti della zona avvertirono un forte boato. Poi si alzò una colonna di fumo nero che rese l’aria irrespirabile.
Ad esplodere fu un contenitore sotto pressione dell'area del gassificatore all'Isola 7 che non generò fiamme, ma solo una potente onda d'urto. Un evento circoscritto nel quale nessuno rimase coinvolto.
Attivisti incatenati ai cancelli
Sempre ieri, quattro giovani attivisti di Fridays For Future hanno bloccato la raffineria Eni di Sannazzaro de' Burgondi incatenandosi ai cancelli e imbrattando l'asfalto davanti all'ingresso della raffineria.
"Si tratta di un impianto gigantesco in cui vengono lavorate milioni di tonnellate di greggio all'anno - affermano gli attivisti - è un polo legato a oleodotti che servono mezza Europa, e il più importante del nord Italia. La struttura, di 320 ettari, è il simbolo della gestione del territorio pavese e lombarda: i centri cittadini relativamente lindi e puliti mentre, nella provincia, vengono posizionati gli impianti e le aree più impattanti. [...] Abbiamo bisogno di trasparenza, di informazioni sui danni che fa ad ambiente e persone".
Per i giovani attivisti di Fridays For Future bloccare questo polo significa mandare un messaggio agli abitanti della Lomellina, ma più in generale anche a tutte quelle persone che, simbolicamente, vivono in contesti simili in tutta la Penisola.
"Vogliamo la chiusura di questi impianti, ma in primis vogliamo che una mobilitazione disobbediente parta dalle città".