GESTO ESTREMO

Il trapper Jordan Jeffrey Baby si toglie la vita in carcere a Pavia

E' stato trovato morto nella sua cella con una corda intorno al collo: aveva 27 anni

Il trapper Jordan Jeffrey Baby si toglie la vita in carcere a Pavia
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Il trapper Jordan Jeffrey Baby (pseudonimo di Jordan Tinti), 27 anni, è stato trovato morto in carcere a Pavia dove stava scontando una condanna a quattro anni e quattro mesi per rapina aggravata da odio razziale.

Jordan Jeffrey Baby morto in carcere a Pavia

Nella notte tra lunedì 11 marzo e martedì 12 marzo 2024, il giovane trapper Jordan Jeffrey Baby, pseudonimo di Jordan Tinti, è stato trovato senza vita nel carcere di Pavia. Il corpo del ragazzo è stato rinvenuto con una corda attorno al collo, all'interno della sua cella nel reparto Protetti.

Tinti, 27 anni, a fine novembre aveva ottenuto la misura dell'affidamento terapeutico: era stato quindi trasferito in una comunità. Recentemente, però, era stato ricondotto in carcere per violazione delle misure alternative, dopo essere stato trovato in possesso di un cellulare e un pacchetto di sigarette.

Il giovane musicista era stato condannato a poco più di quattro anni di reclusione per il suo coinvolgimento in una rapina con l'aggravante dell'odio razziale ai danni di un operaio nigeriano commessa nel 2022. Il suo complice, Gianmarco Fagà, in arte Traffik, aveva ricevuto una condanna più severa ma aveva ottenuto uno sconto di pena in seguito alla derubricazione del reato.

Abusi e maltrattamenti in carcere

Jordan Tinti aveva denunciato di aver subito abusi sessuali e maltrattamenti durante la sua permanenza nel carcere di Pavia, episodi che lo avevano già portato a tentare il suicidio e gesti autolesionistici oltre che alla presentazione di due procedimenti penali in cui era parte offesa.

Il suo avvocato, Federico Edoardo Pisani, ha annunciato l'intenzione di presentare un esposto alla Procura di Pavia per chiedere chiarezza sulle circostanze della sua morte, e sulla gestione delle sue precedenti detenzioni e misure alternative.

Chi era Jordan Jeffrey Baby

Originario di Bernareggio, in provincia di Monza e Brianza, Tinti era un trapper divenuto piuttosto famoso negli anni passati per alcuni episodi controversi. In particolare, in un video era stato ripreso salire sull'auto dei Carabinieri, insultando le forze dell'ordine.

Ospite a Non è l'arena, con Massimo Giletti, era stato protagonista di una discussa intervista in cui aveva raccontato l'accaduto.

Dal carcere, lo scorso anno, scrisse una lettera di "scuse" al padre, nella quale ammetteva tutte le difficoltà affrontate in questi anni prima di tentare il suicidio.

“Ho ceduto e perso la mia più importante battaglia: quella contro la depressione, che mi affligge da mesi ormai. Non avrei molto da aggiungere, ma allo stesso tempo ho un’infinità di cose. Ma le lacrime che sto versando mentre ti scrivo tutto ciò mi bloccano e limitano a chiederti solo scusa e perdono. Scusa per non essere mai riuscito ad essere il figlio perfetto né tantomeno mai un buon figlio”.

In quell'occasione però Tinti sopravvisse al tentativo di togliersi la vita. Questa volta, invece, purtroppo non c'è stato niente da fare.

"Fare piena luce"

Ogni giorno, purtroppo, si moltiplica il macabro bollettino dei suicidi in carcere. Con quello di Jordan Jeffrey siamo arrivati a 24. Un sistema al collasso, un luogo disumano in cui si muore senza cure, percorsi rieducativi, tutela della salute mentale. Jordan Jeffrey ha denunciato di aver subito maltrattamenti. Chiediamo che sia garantita una veloce indagine interna e indipendente.

Mentre il governo pensa che la soluzione migliore per risolvere il problema del sovraffollamento sia la costruzione di nuovi istituti penitenziari, le persone muoiono in carcere. Che dire? Continuiamo così, facciamoci del male.

E' quanto ha dichiarato in una nota Filippo Blengino, Tesoriere Radicali Italiani.

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