Garlasco, la Diocesi di Vigevano sul Santuario della Bozzola: "Illazioni, non ci lasciamo condizionare"
La Diocesi chiede rispetto e difende il valore spirituale del santuario

“Salvaguardare le attività spirituali e di preghiera”, anche la Diocesi di Vigevano interviene sulle indagini di Garlasco per difendere il Santuario della Bozzola ora al centro di una ridda di indiscrezioni a margine della nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi.
Diocesi Vigevano: "Difendiamo il Santuario della Bozzola"
Nelle ultime ore la Diocesi di Vigevano è intervenuta per difendere il Santuario della Bozzola, dopo che il nome del luogo di culto è riemerso nel contesto della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco.
La giovane, infatti, pochi giorni prima della sua morte, aveva effettuato alcune ricerche online proprio sul Santuario e aveva salvato su una chiavetta USB articoli riguardanti casi di pedofilia che coinvolgevano esponenti religiosi.
La nuova attenzione mediatica e giudiziaria ha spinto la Diocesi a diramare una nota ufficiale:
“L’unico nostro interesse è salvaguardare le attività spirituali e di preghiera del Santuario”, ha dichiarato don Emilio Pastormerlo, portavoce del vescovo Maurizio Gervasoni. La Chiesa sottolinea la volontà di non lasciarsi influenzare da illazioni e indiscrezioni.
"In relazione alle notizie diffuse negli ultimi giorni dai media riguardanti un possibile collegamento tra il Santuario della Bozzola e la nuova indagine della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi, la Diocesi di Vigevano afferma la sua decisa volontà di non lasciarsi in alcun modo condizionare da illazioni o indiscrezioni di qualsiasi genere”.
“L'unico interesse della Diocesi è quello di salvaguardare le attività spirituali e di preghiera che vengono ospitate nel Santuario, nel pieno rispetto dei religiosi oggi impegnati a organizzarle e a svolgerle e dei tanti fedeli che frequentano questo luogo mariano per partecipare a celebrazioni e incontri", conclude la nota.
L'inchiesta sul Santuario
La Procura di Pavia, ha acquisito gli atti di un’inchiesta del passato riguardante don Gregorio Vitali, ex rettore del Santuario della Bozzola. Il sacerdote, nel 2014, fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due cittadini romeni: Flavius Savu e Florin Tanasie. I due stavano cercando di registrare un rapporto intimo tra Savu e il sacerdote, per poi ricattarlo chiedendo 250mila euro in cambio del silenzio.
Don Gregorio si rivolge allora ad alcune conoscenze fidate, tra cui l’allora sindaco di Garlasco, Pietro Farina, che gli consiglia di non sporgere denuncia per evitare un danno d'immagine al Santuario. È in questo contesto che emerge il ruolo dell’avvocato Lovati, coinvolto nel tentativo – pare in buona fede – di sistemare la vicenda aiutando il parroco.
L'arresto dei romeni
Il tentativo di estorsione, però, non si ferma. I ricattatori chiedono altri soldi, e dai documenti investigativi emerge che anche un secondo individuo legato al Santuario sarebbe stato vittima di pressioni sessuali. Le voci iniziano a circolare e arrivano fino in Vaticano. Durante un incontro riservato, alla presenza di Savu, di un carabiniere sotto copertura e di un prelato inviato a Garlasco per indagare, emergono dettagli che porteranno infine all’arresto e alla condanna dei due romeni.
Il collegamento con Chiara
Ma cosa c’entra tutto questo con Chiara Poggi? Nella chiavetta USB trovata tra gli effetti personali della ragazza, compaiono file dai titoli inquietanti: Pedofili1, Corpi del reato, Omicidi senza colpevoli oltre a ritagli di giornale su abusi sessuali nel mondo ecclesiastico.
Semplice curiosità o indizi di qualcosa che Chiara aveva scoperto?
L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio (indagato nella nuova inchiesta), ipotizza che Chiara sarebbe stata eliminata da un sicario perché testimone scomoda di un giro di scandali legati ad ambienti religiosi e custode di un “segreto” pericoloso.
La Procura considera queste teorie poco credibili, ma ha comunque acquisito gli atti. Va inoltre detto che il Vaticano aveva inviato un "promotore di giustizia" (una sorta di Pm nell'ordinamento dello Stato pontificio), già prima della storia del ricatto, segno del fatto che voci su anomalie legate alla missione di don Gregorio alla Bozzola erano precedenti, pare addirittura antecedenti al 2007.
A collegar Chiara Poggi direttamente al Santuario è anche Flavio Savu, oggi latitante in Romania, che in dichiarazioni ancor più iperboliche rilasciate a Repubblica arriva addirittura a parlare di presunti festini a cui avrebbero partecipato, oltre a lui, le gemelle Cappa, Michele Bertani (amico di Marco Poggi poi suicida nel 2016) e lo stesso Andrea Sempio, definito “il sadico”.
Accuse pesanti, ma anche qui senza riscontri oggettivi, che gettano ulteriori ombre sulla vicenda.