Garlasco, i religiosi del santuario della Bozzola contro la teoria di Lovati: "Cose assurde"
Diciotto anni dopo il delitto, una nuova pista fatta di abusi, ricatti e segreti

Ieri, riguardo alla vicenda di Garlasco, abbiamo messo sotto la lente Massimo Lovati, avvocato del nuovo indagato Andrea Sempio (insieme alla sua amica d'infanzia Angela Taccia): un personaggio molto particolare, che non si guarda dal fare dichiarazioni a volte scomode, altre volte decisamente fuori dalle righe.
Secondo una delle teorie di Lovati, Chiara Poggi sarebbe stata uccisa "dalla Chiesa" perché aveva scoperto un segreto relativo a una torbida vicenda, che sarebbe pienamente venuta a galla solo alcuni anni dopo il suo assassino, relativa a uno scandalo sessuale al santuario della Bozzola, vicino a Garlasco.
Solo un'opinione, quella del legale di Sempio (addirittura lo stesso Lovati l'ha definita un "sogno"), ma è bastata per far andare su tutte le furie i sacerdoti del santuario, che, pur non volendo parlare, hanno rispedito al mittente le accuse. Repubblica riferisce, infatti, che i religiosi hanno semplicemente definito "Cose assurde", le teorie degli ultimi giorni che hanno messo il santuario della Bozzola in relazione con l'omicidio di Garlasco.
Chiara Poggi uccisa perché sapeva troppo?
Diciotto anni dopo il brutale omicidio di Chiara Poggi, il caso non ha ancora smesso di far discutere. Una nuova pista, rilanciata dalla trasmissione Chi l’ha visto? parla di abusi sessuali, ricatti, e di un possibile legame con il Santuario della Madonna della Bozzola, luogo sacro della zona di Garlasco.
Secondo il racconto di un latitante romeno, contattato dalla redazione Rai, Chiara avrebbe scoperto l’esistenza di festini a sfondo sessuale e avrebbe minacciato di denunciarli.
L'ombra del sicario secondo Lovati
L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio (indagato nella nuova inchiesta), sostiene una tesi drammatica: Chiara sarebbe stata eliminata da un sicario perché testimone scomoda. Testimone di un giro di scandali legati ad ambienti religiosi potenti? Per lui, Chiara custodiva un “segreto” troppo pericoloso. La magistratura considera queste teorie poco credibili.
Durante la puntata di Chi l’ha visto? del 21 maggio scorso, è stato mostrato un documento inedito che parla di ricatti al Vaticano e video compromettenti girati nella stanza di un sacerdote. In mezzo a tutto questo, spunta anche il possibile coinvolgimento, finora mai riscontrato, di Chiara.
Il Santuario e i ricatti
Nel 2014, il Santuario della Madonna della Bozzola è stato al centro di un’inchiesta per estorsione: due cittadini romeni avevano in mano video hard attribuiti a un noto sacerdote e chiedevano 250mila euro per non diffonderli. Il prete coinvolto era don Gregorio Vitali, figura rispettata e rettore del santuario. Dopo l’omicidio di Chiara, fu lui a rivolgersi pubblicamente al colpevole, chiedendogli di arrendersi.
Ma anni dopo si scoprì che proprio lui era la vittima del ricatto.
Durante l’indagine, un carabiniere si finse sacerdote e partecipò a una trattativa con i ricattatori. I pagamenti erano nascosti sotto forma di contratti fittizi, alcuni dei quali redatti dall’avvocato Massimo Lovati stesso. Un dettaglio che, oggi, alimenta dubbi sulla coincidenza tra il suo ruolo di difensore e i fatti di allora.
Il mistero della chiavetta USB
Uno degli elementi più inquietanti è il ritrovamento, nella camera di Chiara, di una chiavetta USB contenente un file chiamato "Abusi 550": un documento con testimonianze di abusi sessuali su minori da parte di religiosi. Il tono del testo è confidenziale, come se fosse una raccolta di confidenze private. Non è chiaro chi abbia dato il file a Chiara, né se lei l’abbia letto. Secondo il racconto del latitante, però, Chiara ne fu profondamente turbata.
Quella chiavetta era nascosta tra materiali comuni, come appunti e backup personali. Le domande ora sono: come è arrivato lì un documento così delicato? Possibile che qualcuno glielo abbia affidato? O che sia finito lì per errore?
Di certo se è stata lei a copiaincollare due mesi prima della morte articoli su abusi sessuali perpetrati da religiosi, evidentemente il tema le stava molto a cuore.
Stasi e i file sospetti
Anche Alberto Stasi, fidanzato di Chiara all'epoca del delitto (e già condannato in via definitiva), fu a lungo al centro dell’attenzione per file compromettenti. Nel suo computer infatti furono trovati frammenti di file pedopornografici, ma le perizie stabilirono che non erano visibili né accessibili. Si ipotizzò che Chiara potesse averli scoperti e che da lì fosse nata una lite culminata nell’omicidio. Ma questa teoria è stata smentita: Stasi fu assolto in Cassazione perché “il fatto non sussiste”.
Movente mai indagato
Nonostante i collegamenti tra il santuario e il file “Abusi 550” di Chiara, la magistratura non ha mai indagato seriamente su questa pista. Non ci sono state perizie digitali approfondite, né interrogatori ai religiosi coinvolti. Si è preferito concentrarsi solo sul rapporto sentimentale tra Chiara e Stasi.
C'è da chiedersi: è stata negligenza o un depistaggio per proteggere figure scomode?
L’impronta numero 10
Un altro mistero riguarda l’impronta numero 10, trovata sulla porta di casa Poggi. Non appartiene né a Stasi né a Sempio. Potrebbe essere la prova che un terzo soggetto è entrato in casa quel giorno. Se si dà credito all’ipotesi del sicario, quell’impronta potrebbe essere la prova di un’esecuzione pianificata per mettere a tacere Chiara.
Oggi però la domanda non è più solo chi ha ucciso Chiara, ma anche perché. Possibile che sia stata eliminata perché testimone scomoda di una rete di abusi e ricatti? È giusto che nessuno abbia indagato seriamente su questi elementi? Finché resteranno zone d’ombra, ogni richiesta di riaprire il caso sarà più che legittima.