Concessi i domiciliari a Elisa Roveda, la 44enne che ha ucciso il suo bimbo di un anno
Continuerà a scontare la sua pena in una casa di cura nel Pavese, cresce nel frattempo l'attesa per i risultati della perizia psichiatrica
La donna era seguita da uno psicologo e circondata dall'amore e dall'attenzione della sua famiglia che non la lasciava mai da sola. Ma quel 14 luglio il marito è andato a lavorare tranquillo perché poco dopo sarebbe arrivata la suocera per occuparsi di Elisa. In quel lasso di tempo, la tragedia.
Elisa Roveda ai domiciliari
Sono passati più di due mesi da quel fatidico 14 luglio quando la città di Voghera è stata scossa da una tragedia che ha sconvolto la comunità e sollevato interrogativi sull'importanza della salute mentale dopo il parto. Elisa Roveda, una donna di 44 anni che soffriva di depressione, ha strangolato a morte il piccolo figlio Luca che aveva un anno di vita.
L'abitazione nella quale è avvenuta l'uccisione:
Dopo il terribile evento, Elisa Roveda è stata ricoverata nel reparto psichiatrico del Policlinico San Matteo di Pavia dove ha trascorso settimane sotto stretta osservazione ma da ieri, lunedì 25 settembre, le cose sono cambiate. Il giudice ha infatti concesso alla 44enne gli arresti domiciliari che sconterà in una casa di cura nel Pavese.
Attesi i risultati della perizia psichiatrica
Nella nuova struttura continuerà a ricevere le terapie necessarie per affrontare la sua condizione mentale. Tuttavia, resta ancora una domanda cruciale da rispondere: qual era il suo stato mentale al momento dell'omicidio del figlio? Per questo è stata disposta una perizia psichiatrica che determinerà le sue condizioni e cresce sempre di più l'attesa dei risultati.
Inizialmente, durante l'interrogatorio davanti al giudice, la donna non è stata in grado di esprimere una parola gettando ulteriori ombre sul suo stato mentale. La depressione post-partum è un nemico invisibile che può colpire qualsiasi madre indipendentemente dalla sua età, status sociale o situazione familiare.
Soffriva di depressione post-partum
Nel caso di Elisa Roveda, i segnali di questa malattia erano evidenti ma nessuno poteva prevedere la tragedia imminente. La donna era seguita da uno psicologo e circondata dall'amore e dall'attenzione della sua famiglia che non la lasciava mai da sola. Ma quel 14 luglio il marito è andato a lavorare tranquillo perché poco dopo sarebbe arrivata la suocera per occuparsi di Elisa.
In quel breve lasso di tempo, la tragedia. La coppia, dopo cinque anni di tentativi, aveva finalmente realizzato il sogno di diventare genitori. Tuttavia, la depressione post-partum ha il potere di oscurare la gioia e la gratitudine che dovrebbero accompagnare l'arrivo di un bambino.
Ricoverata in una clinica
Ora, mentre cresce l'attesa per i risultati della perizia psichiatrica, dobbiamo considerare l'importanza di comprendere e trattare adeguatamente la depressione post-partum. Questo caso tragico ci ricorda che la salute mentale delle madri è una questione cruciale che non dovrebbe mai essere trascurata.
L'esito della perizia stabilirà se Elisa Roveda era in grado di intendere e volere al momento dell'omicidio, un aspetto cruciale per il procedimento legale che seguirà. I risultati dell'esame determineranno la sua pena. Nel frattempo, sconterà gli arresti domiciliari in una clinica che la curerà nel modo più opportuno.