"È infermo di mente"

Assolto l'oss che cercò di uccidere un paziente della Maugeri di Pavia a forbiciate

Il 21 dicembre 2020, Simone Gabban prese un paio di forbici e accoltellò un paziente di 86 anni per 11 volte. Fortunatamente si salvò.

Assolto l'oss che cercò di uccidere un paziente della Maugeri di Pavia a forbiciate
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Simone Gabban, operatore sanitario 38enne, è stato assolto ieri dal giudice per via della sua infermità mentale. Quasi due anni fa ferì un 86enne con 11 colpi di forbice, ora è in libertà vigilata e sta seguendo una terapia.

Assolto per via della sua infermità

Era il 21 dicembre del 2020 quando Gabban prese a colpi di forbice un paziente ultra ottantenne. Ed è arrivata ieri mattina la sentenza, è stato assolto. A determinare l'esito è stata la perizia psichiatrica che ha accertato il suo stato di infermità.

All'epoca dei fatti non era capace di intendere e di volere e tutt'ora, nonostante la sua partecipazione attiva al processo, non è stabile ma comunque rappresenta un pericolo per la comunità. Quindi Simone è stato assolto ma per tre anni è condannato alla libertà vigilata. Trascorrerò questo periodo in una comunità in provincia di Bergamo dopo intraprenderà un percorso terapeutico.

Le dinamiche dell'aggressione

Quando è avvenuta l'aggressione Gabban lavorava come tirocinante nel reparto di riabilitazione neurologica. Non aveva dato segni di squilibrio fino a quel momento in cui ha preso un paio di forbici dal carrello delle medicazioni e senza una motivazione si è diretto nella stanza della vittima.

Ha iniziato a colpirla con le forbici e lo ha fatto per 11 volte accanendosi sull'anziano di 86 anni che era seduto al tavolo e stava pranzando. Aveva cercato anche di soffocarlo con un cuscino ma un'infermiera lo beccò giusto in quel momento. Colto in flagrante accusò i colleghi di averlo costretto a ferire l'anziano e scappò via. Il paziente si salvò e lui fu trovato tre giorni dopo.

In comunità per tre anni

Fu arrestato per tentato omicidio, confessò il fatto ma non c'era il movente. Poco dopo gli inquirenti scoprirono che soffriva di disturbi psichiatrici ed era stato in cura dal 2007 al 2012. Ma poi si è ripreso meglio e per otto anni non ha avuto bisogno di cure. Nell'agosto del 2020 ha avuto una ricaduta ed è iniziato a peggiorare fino ad arrivare ai fatti di dicembre.

Nel processo, la procura aveva chiesto l’assoluzione che il giudice ha confermato ieri. Cignoli, l'avvocato di Simone, ha dichiarato che nella struttura bergamasca dove si trova sta già seguendo il percorso di terapia e si impegna molto nel seguire corsi e fare attività fisica. Tra tre anni la sua situazione verrà rivalutata.

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