15enne investito e ucciso: si va a processo con rito ordinario, sotto accusa in cinque
Non è stata accettata la richiesta di patteggiamento dei quattro ragazzi che quella notte del 2020 non avevano soccorso Amin.
Quattro dei cinque giovani coinvolti nell'omicidio stradale di Amin Benelhamra hanno chiesto di patteggiare ma il gip Fabio Lambertucci non ha accolto la loro richiesta. Si andrà quindi a processo con rito ordinario il 25 ottobre.
L'accusa contro l'amico di Amin
Amin Benelhamra aveva 15 anni, viveva a San Martino Siccomario, studiava all'Ipsia e aveva tutta la vita davanti. Ma il 16 agosto del 2020, di ritorno da una serata di festa con gli amici in discoteca, è stato travolto da una Mercedes. Alla guida, il 28enne di origine albanese Fjorald Skenderi che viaggiava con tre amici e nessuno l'ha soccorso.
Amin era a bordo di un motorino con l'amico Nicolò Paragnani, oggi 21enne, che l'accusa incolpa di omicidio colposo stradale. Paragnani è infatti l'unico a non aver chiesto di patteggiare, la sua posizione verrà chiarita al processo del 25 ottobre. Ma perché viene accusato?
Pronto a difendersi
La polizia stradale avrebbe fatto degli accertamenti dai quali risulta che il motorino del 21enne non aveva la luca posteriore. Per questo motivo Skenderi non avrebbe visto il motorino investendolo. Tra le prove c'è anche un filmato delle videocamere di sorveglianza in cui si vedono due giovani sul motorino con la luce posteriore spenta.
Al processo, l'autista del motorino sostenuto dall'avvocato Luca Angeleri, è pronto a difendersi smontando l'accusa di omicidio colposo stradale. A detta del suo legale la certezza che nel filmato si tratti proprio del motorino del suo assistito non c’è perché la targa non si vede.
Inoltre ha dichiarato che quel motorino è stato ripreso da un’altra telecamera ma in sella ci sono due persone vestite in maniera diversa da Amin e Nicolò quella notte. Per questo ha fatto richiesta di visionare nuovamente il filmato e dimostrare ciò che sostiene, sarà possibile farlo alla prossima udienza.
Reato di omissione di soccorso
Per quanto riguarda il reato di omissione di soccorso, i genitori di Amin hanno richiesto i danni grazie all'aiuto dell'avvocata Anna Cicala costituendosi parte civile. Di questo reato risponderà ovviamente Skenderi.
Ma tra gli accusati ci sono anche i tre amici di Sannazzaro che erano in auto con lui: il 24enne Fabio Condorelli, il 28enne Bryan Palermo e il 26enne Diego Vitale.