Via il taser agli agenti della Polizia Locale, Lissia: "E' inutile, Pavia è sicura". Ma i vigili minacciano lo sciopero
Il sindaco Michele Lissia ha però annunciato un impegno parallelo: il potenziamento dell'organico della polizia locale
L'amministrazione prosegue diritta nella decisione di sospendere l'uso del taser per gli agenti della Polizia Locale: è scontro tra Comune e sindacati.
Stop al taser per gli agenti della Locale
Nessun passo indietro. L'amministrazione comunale di Pavia sta ultimando i documenti necessari per revocare l'uso del taser da parte della polizia locale. La decisione è stata comunicata ieri in Prefettura durante un incontro tra le organizzazioni sindacali (Uil e Cisl), l'assessore alla sicurezza Rodolfo Faldini, e il comandante della Polizia Locale Flaviano Crocco.
Il sindaco Michele Lissia (PD), convinto nel revocare il dispositivo, ha però annunciato un impegno parallelo: il potenziamento dell'organico della polizia locale.
"Assumeremo nuovi agenti per avere almeno tre pattuglie in più per strada", ha dichiarato il primo cittadino.
"Pavia è una città sicura"
La revoca del taser rappresenta una svolta significativa rispetto alla precedente amministrazione di centrodestra, che aveva introdotto il dispositivo. Lissia ha affermato che il disagio sociale si sconfigge con la prevenzione e il presidio del territorio:
"Il taser non è uno strumento prioritario e i suoi effetti non sono ancora completamente noti. Abbiamo a cuore l'incolumità delle persone e preferiamo utilizzare altri strumenti. Pavia non è una città insicura come viene spesso dipinta".
Blocco straordinari e sciopero
Giovanni Latiano, sindacalista della Uil, ha criticato la decisione dell'amministrazione comunale, annunciando una serie di proteste tra cui blocco degli straordinari e sciopero.
"Non solo Palazzo Mezzabarba è rimasto fermo sulle sue posizioni, ma ha anche annunciato la revoca dell'utilizzo del taser. Ci riuniremo in assemblea per decidere ulteriori misure di protesta", ha dichiarato Latiano.
Il prefetto De Carlini si trova ora a dover mediare tra il Comune e i rappresentanti sindacali. La tensione è cresciuta da quando l'assessore Faldini ha sospeso la sperimentazione del taser il 5 luglio, causando malcontento tra gli agenti. Dodici vigili, formati per l'uso del taser, non hanno mai potuto iniziare la sperimentazione a causa della decisione dell'assessore. Latiano e la Uil Fpl sono determinati a continuare la lotta per il reintegro del dispositivo.
Faldini ha ribadito la sua posizione, sostenendo che la prevenzione del disagio sociale è una priorità più alta rispetto alla repressione. Una posizione condivisa dall'intera giunta comunale. La Cgil ha appoggiato la scelta dell'assessore, sottolineando che il taser rimane uno strumento controverso.
Anche la Cisl, tramite Domenico Mogavino, ha espresso il proprio sostegno all'uso del taser.
"Dobbiamo fornire le giuste attrezzature a chi opera nelle forze dell'ordine. Il taser non può mancare, il resto è demagogia", ha affermato Mogavino.
Critiche le opposizioni
Le opposizioni non hanno tardato a esprimere il loro dissenso. Maria Eugenia Marchetti, vice-capogruppo della Lega, ha definito la scelta "ideologica", mentre Alessandro Cantoni, consigliere di Pavia Ideale, ha invitato l'assessore Faldini a rivedere la sua decisione. Anche Nicola Niutta, capogruppo FdI, ha criticato la scelta del sindaco Lissia di aumentare l'organico della polizia locale, definendola una "mossa-palliativo".
Antonio Bobbio Pallavicini, ex vicesindaco e consigliere FI, ha accusato Faldini di essere "ostaggio della sinistra":
"Togliere il taser è una scelta sbagliata che delegittima i vigili", ha concluso Pallavicini.