Siccità, scende ancora il livello del Po: al Ponte della Becca è a -3,5 metri
Sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni
Siccità, Garda ai minimi da 70 anni. Il fiume Po a -3,5 metri al Ponte della Becca: campi a secco e raccolti a rischio. L'allarme di Coldiretti.
Po come d'estate
Con il lago di Garda ai minimi del periodo da 70 anni e il Po basso come in estate, l’arrivo delle precipitazioni è importante per salvare i raccolti nei campi messi a rischio da un lungo periodo di siccità che pesa sull’ambiente e sull’agricoltura. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’arrivo dell’ultima perturbazione con pioggia e neve.
Gli effetti della siccità sono evidenti nei grandi laghi del Nord – continua la Coldiretti – con il livello del Garda crollato a 46 centimetri sfiorando il minimo storico del periodo registrato 70 anni fa, con un riempimento poco oltre il 36%, mentre il Como è pieno solo al 23%, il lago d’Iseo al 26% e il Maggiore resiste al 45%. Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è a -3,5 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni.
Bene l'arrivo della pioggia
L’anomalia riguarda in realtà l’intera Penisola dove il ritorno della pioggia – sottolinea la Coldiretti – è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.
Il risultato è che in Italia sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità soprattutto nelle aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti – dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Dalle precipitazioni – sottolinea la Coldiretti – dipendono le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari al minimo del trentennio.
"Gli agricoltori italiani sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.
Situazione peggiore dello scorso anno
A fare il punto sulla siccità è anche la Regione che sottolinea come la situazione delle riserve idriche in Lombardia stia peggiorando e lo stato di siccità si profila peggiore rispetto allo scorso anno.
“Dopo il secondo anno consecutivo di crisi idrica - dichiara Massimo Sertori, assessore a Enti locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica - stanno aumentando le difficoltà. Abbiamo deciso di posticipare la stagione irrigua per immagazzinare acqua prima dell’avvio e per aumentare il livello di laghi e dighe ma, rispetto alla situazione fotografata lo scorso 30 marzo durante il tavolo regionale sulla crisi idrica, i dati stanno peggiorando.
“Le misure messe in campo da Regione Lombardia - spiega Sertori - hanno consentito sì di arginare la discesa dell’altezza del livello dei laghi, ma la scarsità di piogge non ha consentito l’auspicato incremento della disponibilità di riserve idriche”.
“Rimane confermato lo stato di crisi idrica - rimarca - al punto che abbiamo scorte per 1,3 miliardi di metri cubi a fronte dello storico 3,2 miliardi. Questa situazione è aggravata dal fatto che l’equivalente idrico di neve (magazzino della primavera) è pari a circa 680 milioni di metri cubi, rispetto alla media storica di oltre 2 miliardi”.
“Continueremo con il monitoraggio quotidiano - conclude Massimo Sertori - e cercheremo di utilizzare la poca riserva d’acqua disponibile dando priorità al mondo agricolo e agli aspetti turistici e di navigabilità dei laghi che hanno un valore assoluto per la nostra Regione”.