Fuori dal carcere di Pavia il ricordo di Jordan Tinti a un anno dalla sua morte
Il padre Roberto, l'avvocato Pisani e gli amici si sono ritrovati al penitenziario dove il giovane perse la vita: "Mio figlio ha pagato un prezzo fin troppo alto"

Una cerimonia tranquilla, semplice. In cui il silenzio e le lacrime si sono miste al ricordo. E a quella ricerca della verità che da un anno muove Roberto Tinti, papà di Jordan Tinti, il trapper che lo scorso anno, esattamente tra l'11 e il 12 marzo 2024, venne trovato senza vita nella sua cella del carcere di Pavia.
La commemorazione al carcere di Pavia
Ieri, mercoledì 12 marzo 2025, fuori da quello stesso carcere si sono ritrovati papà Roberto, l'avvocato Federico Pisani e alcuni amici del 26enne tragicamente scomparso. Insieme hanno dato vita a una piccola commemorazione, autorizzata dalla direttrice del penitenziario. All'esterno è stato srotolato un grande striscione con la foto di Jordan; poi il padre ha consegnato un mazzo di fiori al cappellano, don Dario Crotti:
"Abbiamo apprezzato molto la disponibilità del carcere per questa iniziativa, così come anche l'intervento della Polizia penitenziaria, che si è avvicinata a Roberto per esprimere le proprie condoglianze. Un anno senza Jordan e un anno senza verità. Ma siamo fiduciosi che le risposte arriveranno. Al momento sono tre i procedimenti aperti sul caso: il primo, per maltrattamenti, ha portato già a una sentenza di condanna; il secondo, per violenza sessuale, verrà discusso in udienza a giugno; mentre il terzo, quello sulla morte di Jordan, è ancora in fase di indagine. E questo è un buon segno, perché significa che le autorità vogliono fare piena luce su quanto accaduto quella maledetta notte".
Una vita spezzata in carcere
Il trapper, ricordiamo, venne ritrovato senza vita nella sua cella apparentemente a causa di un gesto volontario. Una ricostruzione che non ha mai convinto del tutto il padre e il legale della famiglia, che da quel giorno lavorano senza sosta per arrivare alla verità. Il giovane stava scontando una pena di 4 anni per aver rapinato, insieme a un altro trapper, un operaio nigeriano alla stazione di Carnate nell'estate del 2022.
"Mio figlio non è mai stato né un santo né un diavolo: ha commesso degli errori, certo, ma ha pagato un prezzo fin troppo alto. E questo nessuno me lo toglie dalla testa. Quella di stamattina è stata una cerimonia simbolica per ricordare Jordan e questo mi serve per rinfocolare la sua memoria. Che resterà viva per sempre, non solo nel mio cuore ma anche in tutti quelli che l'hanno conosciuto. Sono arrivati amici anche da Bologna e questa cosa mi ha fatto molto piacere. Quest'anno è stato molto difficile, ma ogni giorno che passa ho modo di elaborare quanto accaduto. Anche se ammetto che qualche giorno, come oggi, è davvero complicato".