Omicidio Ibrahim Mohamed: in carcere anche i genitori di due degli arrestati
Dovranno rispondere di concorso in omicidio
Nella prima mattinata di oggi, giovedì 2 marzo 2023 i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pavia, comandati dal Capitano Marco Quacquarelli e coordinati dal Sostituto Procuratore Andrea Zanoncelli, hanno eseguito una nuova ordinanza applicativa di misure cautelari nell'ambito del procedimento penale in merito all'individuazione dei responsabili dell'omicidio di Mohamed Mohamed Ibrahim Mansour, cittadino egiziano il cui corpo è stato rinvenuto carbonizzato nel tardo pomeriggio di sabato 14 gennaio 2023, in una zona boschiva situata presso la Frazione Morsella, di Vigevano.
I tre arrestati
Con la prima ordinanza cautelare, eseguita in data 21 febbraio 2023, il Giudice per le Indagini Preliminari, in condivisione della ricostruzione offerta da questo Ufficio, aveva già accertato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dei fratelli Massimo e Claudio Rondinelli (con la cui sorella la persona offesa aveva avuto una relazione ed una figlia) e del compagno di una loro ulteriore sorella, Luigi D'Alessandro.
I primi due, secondo la ricostruzione dei fatti confermata dal primo provvedimento cautelare, avrebbero materialmente eseguito l'omicidio, esplodendo contro Mohamed Mohamed Ibrahim Mansour vari colpi di fucile da caccia (calibro 12) e altrettanti colpi di pistola (calibro 9).
Ibrahim Mansour sarebbe stato colpito anche al viso, secondo quanto emergente dagli accertamenti tecnici compiuti dagli esperti del Dipartimento di Medicina Legale dell'Università di Pavia.
Luigi D'Alessandro avrebbe invece offerto supporto logistico a quello che - sempre allo stato degli atti - appare essere stato un vero e proprio agguato, consumatosi nella notte tra l'11 e il 12 gennaio 2023.
Le indagini
Come già anticipato, tali conclusioni giudiziarie sono state tratte grazie ad una complessa analisi dei dati di traffico telefonico delle utenze in uso ai soggetti coinvolti, grazie all'impiego di cani molecolari per la ricerca di armi, esplosivi, tracce ematiche e resti umani del Nucleo Cinofili dell'Arma dei Carabinieri e - infine - grazie all'imprescindibile impiego delle intercettazioni telefoniche, che hanno consentito di cogliere e cristallizzare scambi inequivocabili intervenuti tra le persone a vario titolo coinvolte.
Il movente
Successivamente all'esecuzione della prima ordinanza cautelare, l'attività investigativa dei Carabinieri si è ulteriormente intensificata, giungendo ad acquisire nuovi elementi probatori di portata cruciale al fine di presentare al Giudice per le Indagini Preliminari l'avvenuto accertamento di ulteriori circostanze fattuali in precedenza rimaste ancora dubbie.
In primo luogo, il Giudice ha condiviso la posizione di questo Ufficio e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo circa il contesto familiare da cui è scaturito il movente dei gravi fatti in questione: con ogni probabilità, il cittadino egiziano, intenzionato a compiere qualsiasi attività utile a cercare di ottenere l'affido della figlia minore di cui si è detto, era divenuto una presenza fastidiosa per la famiglia Rondinelli.
Inoltre, sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi atti a comprovare - come sopra già anticipato - la natura di vero e proprio agguato ai danni di Mohamed Mohamed Ibrahim Mansour: egli è stato attirato al di fuori della propria abitazione, dove ben tre soggetti erano pronti a fare fuoco contro di lui.
In carcere anche i genitori di due degli arrestati
Infine, appunto, è emerso che l'esecuzione materiale dell'omicidio non sarebbe stata compiuta solo dai fratelli Claudio e Massimo Rondinelli, ma anche dal loro padre Antonio Rondinelli.
Infatti, l'ordinanza cautelare eseguita nell'odierna mattinata dal Nucleo Investigativo dispone nei confronti di costui la custodia in carcere con riferimento al reato di concorso in omicidio.
A finale conferma è giunto un ultimo elemento.
L'analisi dei dati di traffico telefonico ha confermato che, all'esito di una lite avvenuta nel tardo pomeriggio del giorno 11 gennaio 2023, Carmela Calabrese, moglie di Antonio Rondinelli e madre di Claudio e Massimo Rondinelli, tra le 19 e le 20:15 di quella serata avrebbe diramato una vera e propria serie di convocazioni, riunendo tutti i familiari e dando così avvio alla serie di gravi fatti che hanno condotto al decesso del cittadino egiziano.
Per tali ragioni, anche quest'ultima, questa stessa mattina, è stata tratta in arresto con l'accusa di concorso in omicidio ed è stata sottoposta alla misura cautelare personale detentiva degli arresti domiciliari.
Le indagini sin qui condotte realmente senza sosta continueranno al fine di avere conferma - o meno - delle responsabilità degli arrestati e di verificare l'eventuale intervento anche di ulteriori soggetti.