La disputa continua

Eitan: il nonno rapitore potrà vederlo solo sotto sorveglianza, zia Aya costretta a rimanere in Israele

Sono state accolte le preoccupazioni sulle visite dai nonni.

Eitan: il nonno rapitore potrà vederlo solo sotto sorveglianza, zia Aya costretta a rimanere in Israele
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Eitan: il nonno rapitore potrà vederlo solo sotto sorveglianza, lo ha stabilità il Tribunale di Israele. Zia Aya costretta a rimanere in Israele almeno per altri sette giorni (a partire da lunedì scorso).

Eitan: il nonno rapitore potrà vederlo solo sotto sorveglianza

Il Tribunale israeliano, su richiesta della zia paterna Aya, tutrice di Eitan "ha accolto le sue preoccupazioni ordinando che venga negoziato un nuovo accordo che preveda la sorveglianza di terza parte per le visite di Eitan alla famiglia Peleg", ossia quella dei nonni materni.

A riferirlo all'Ansa sono i legali italiani di Aya Biran in relazione "alle accuse rivolte alla zia paterna, apparse sulla stampa, di non rispettare gli accordi di alternanza nella custodia del minore", dopo l'emissione della sentenza di lunedì scorso che stabiliva il rientro in Italia del bambino, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone.

In data 27 ottobre 2021, dunque il Tribunale di Israele, su istanza della tutrice, ha accolto le sue preoccupazioni ordinando che venga negoziato un nuovo accordo che preveda la sorveglianza di terza parte per le visite di Eitan alla famiglia Peleg, i nonni materni.

Decadono perciò i precedenti accordi sostituiti da questa nuova decisione e "la zia si sta attenendo alle indicazioni dell'autorità giudiziaria israeliana", rendendo necessaria una supervisione di terzi nel caso di contatti tra Eitan e la famiglia Peleg.

Secondo quanto riportato dalla famiglia dei nonni materni, invece, sulla base della intesa temporanea tra le famiglie, che prevedeva una permanenza alterna del bambino di tre giorni tra Aya e il nonno Shmuel Peleg, la zia avrebbe dovuto riportare il bambino al nonno. Cosa che di fatto non è avvenuta.

Zia Aya resta in Israele

La stessa Aya si è rivolta al Tribunale per chiarire di aver scelto di tenere con sé il nipote perché non si fida più dei Peleg, dopo che il piccolo è stato portato via dal nonno da Pavia l'11 settembredurante un incontro di routine. La zia, ad ogni modo, per ora non potrà tornare in Italia col bimbo, in quanto deve attendere il termine dei sette giorni, a partire dall'emissione della sentenza, entro il quale il nonno può presentare ricorso contro il verdetto.

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