445 pazienti

Al San Matteo riapre l'ambulatorio post Covid per i pazienti dimessi

Questo permetterà di comprendere meglio l’eredità del virus nei diversi organi, in particolare a livello polmonare.

Al San Matteo riapre l'ambulatorio post Covid per i pazienti dimessi
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Al San Matteo riapre l'ambulatorio post Covid per i pazienti dimessi che in questa seconda fase della pandemia sono 445.

Al San Matteo riapre l'ambulatorio post Covid

Al Policlinico “San Matteo” è ripresa l’attività dell’ambulatorio multidisciplinare post-covid per il follow up dei pazienti dimessi dai reparti di terapia intensiva, malattie infettive, pneumologia, medicina e medicina bassa intensità che in questa seconda fase della pandemia sono finora 445 (dal 1 settembre ad oggi).

L’ambulatorio è stato allestito presso il Padiglione delle Malattie Infettive e coinvolgerà medici di diverse specialità (pneumologi, infettivologi, internisti, rianimatori, otorinolaringoiatri e radiologi), medici in formazione specialistica, infermieri e case-manager.

Valutare le conseguenze dell'infezione

Il “San Matteo” aveva già attivato questo percorso ambulatoriale alla fine del mese di aprile, che era rimasto operativo fino al 31 luglio; l’obiettivo era valutare le conseguenze a medio-lungo termine della infezione da SARS-CoV-2, attraverso un approccio multidisciplinare, nei pazienti ricoverati per Covid-19 durante i primi mesi della pandemia presso la Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo”.

In quel periodo, erano stati visitati 393 pazienti (circa un terzo dei pazienti ricoverati presso il Policlinico durante la prima ondata pandemica), di cui il 67% maschi, con un’età media di 61 anni, la maggior parte di essi residente nel comune o in provincia di Pavia.

“I pazienti hanno eseguito una visita generale, con esame obiettivo completo e prelievi ematici tra cui la sierologia per SARS-CoV-2, ed una ecografia toracica. In circa il 30% dei casi, la persistenza dei sintomi respiratori ha reso necessaria l’esecuzione di una TC del torace e di una spirometria – spiegano i clinici che hanno contribuito a realizzare questa attività assistenziale -. All’atto della visita il 56% dei pazienti non lamentava più alcun sintomo, mentre i restanti presentavano stanchezza o malessere generale, e solo una parte di essi riportava difficoltà respiratoria o tosse. In pochissimi casi i pazienti avevano persistenza di diarrea, nausea o altri sintomi gastroenterici. Nel 20% dei pazienti valutati nell’Ambulatorio post-Covid si è resa necessaria una valutazione specialistica mirata, soprattutto di tipo pneumologico, o per le complicanze tromboemboliche. Soltanto due pazienti hanno necessitato di una visita gastroenterologica, con richiesta di esami endoscopici”.

“Alla luce delle conoscenze acquisite nei primi mesi di attività dell’Ambulatorio post-Covid, fortemente voluto dalla nostra Unità di Crisi, nonché delle interessanti evidenze scientifiche, abbiamo voluto replicare questa esperienza clinica-organizzativa, unica nel suo genere – commenta Antonio Triarico, Direttore Sanitario della Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” -. Questo permetterà ai nostri clinici e ricercatori di meglio comprendere l’eredità del Covid-19 nei diversi organi, in particolare a livello polmonare ma non solo”.

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