Da Lavena Ponte Tresa a Pavia: la Via Francisca del Lucomagno entra ufficialmente nei grandi cammini italiani
Nell'ultimo anno oltre 1.400 pellegrini si sono incamminati sulla Via che ha elementi di valore naturale, artistico, storico e religioso.
La Via Francisca del Lucomagno entra a far parte dei grandi cammini italiani. Al termine di un anno particolarmente complesso per l’emergenza sanitaria, i 135 km che collegano Lavena Ponte Tresa (VA), suggestiva località che sorge sul lago di Lugano al confine con la Svizzera, alla basilica di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, hanno visto la loro consacrazione ufficiale.
La Via Francisca del Lucomagno entra ufficialmente nei grandi cammini italiani
Nella fitta rete di percorsi che attraversano tutto lo Stivale, il tratto italiano della Via Francisca si è ritagliato uno spazio di prim’ordine grazie al progetto di valorizzazione sviluppato da nove realtà e 50 enti in collaborazione con Regione Lombardia e Provincia di Varese, anche con il sostegno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale di Regione Lombardia - POR FESR 2014-2020.
«Dal numero delle credenziali richieste, abbiamo verificato che più di 400 pellegrini hanno percorso tutti i 135 Km della Francisca, ma sono oltre mille coloro che ne hanno percorso solo qualche tappa. Tutto questo ha generato un controvalore economico per il sistema delle accoglienze e attività economiche locali superiore a 250 mila euro. Più di 3.000 le notti passate nelle oltre 40 strutture, tra ostelli (non ultimi quelli di Castiglione Olona e Morimondo gestiti da volontari), pensioni e B&B, che si trovano lungo il cammino e più del doppio i pasti consumati. È un segnale importante, soprattutto in un momento di grande difficoltà per tutto il settore turistico», ricorda il vicepresidente della Provincia di Varese e presidente del Tavolo di coordinamento del progetto di valorizzazione della Via, Alessandro Fagioli. «La Via Francisca del Lucomagno ha avuto in questo anno il suo decollo definitivo e, dalle testimonianze ricevute da chi l’ha percorsa, abbiamo avuto anche un grande riscontro sia per la qualità del tracciato e dei servizi di accoglienza, sia per la qualità delle informazioni diffuse. È un risultato importante per quanti hanno sostenuto il progetto di valorizzazione, ma è soprattutto un risultato significativo per tutto il territorio interessato dal cammino».
I lavori negli ultimi dodici mesi
Il lavoro messo in campo negli ultimi dodici mesi ha visto la mappatura dell’intero tracciato, il posizionamento di oltre mille segnavia così da rendere la Via Francisca accessibile anche alle biciclette e alle special bike, la creazione di una rete di accoglienza con più di 600 posti letto, lo sviluppo di un’apposita app e la pubblicazione della Guida ufficiale, redatta da Marco Giovannelli e Alberto Conte per Terre di Mezzo editore.
«L’impegno è stato molto anche sul fronte della promozione», prosegue Ferruccio Maruca, segretario del tavolo di coordinamento. «Attraverso i social - quasi 7.500 i follower della pagina Facebook - abbiamo fatto conoscere la Via Francisca anche ben al di fuori dei confini regionali e nazionali, con una risposta che è andata oltre ogni aspettativa. Sul fronte media, un prestigioso riconoscimento è stato tributato da due riviste che sono punto di riferimento per i pellegrini: l’11 dicembre la rivista “Via Francigena”, strumento editoriale ufficiale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) e pubblicata in 5.000 copie in versione trilingue (inglese, francese e italiano), dedica un inserto alla “nostra” Via approfondendo i temi culturali, storici, artistici e religiosi della Francisca. Inoltre, il 16 dicembre “Cammini”, il trimestrale per il “viaggio lento” presenta la guida e le particolarità della Via Francisca del Lucomagno. Sono riconoscimenti significativi che vanno ad aggiungersi alle presentazioni in tv sulle reti Rai e Mediaset, non ultimo il servizio in fase di realizzazione per Studio Aperto».
Il percorso
Dal Lago Ceresio, sulle quali si affaccia Lavena Ponte Tresa per raggiungere la tomba di Sant’Agostino nella basilica di San Pietro in Ciel d’oro a Pavia, la Via Francisca del Lucomagno si articola in otto tappe per unire, in 135 km, le Prealpi allo splendido ponte coperto sul Ticino. Il cammino si sviluppa interamente in Lombardia seguendo le orme di quanti fin dall’anno mille scendevano dal nord Europa per raggiungere Roma.
Il tratto italiano della Via Franciscca del Lucomagno si inserisce infatti in un percorso storico: la Via Francisca del Lucomagno entra in Italia nel pittoresco paese di frontiera sul Lago Ceresio dopo aver percorso 375 chilometri da Costanza passando dal Canton San Gallo, i Grigioni e poi il Canton Ticino. E dopo Pavia si collega alla Via Francigena diretta verso la Città eterna. Inoltre, per chi arriva dal Centro Europa, la Via Francisca è un’arteria nodale per raggiungere Vercelli e da lì Briancon e Arles fino a Santiago di Compostela.
È un’arteria che si snoda in un territorio fortemente urbanizzato, ma che nel tempo ha saputo conservare quegli elementi capaci di renderla unica e ben riconoscibile. Cinque parchi (Argentera, Campo dei Fiori, Medio Olona, Altomilanese e della Valle del Ticino), luoghi impregnati di grande fede come il Sacro Monte di Varese, la badia di Ganna, il monastero di Cairate, l’abbazia di Morimondo e non certo ultima la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, ma anche testimonianze storiche di assoluto valore quali il monastero di Torba e borghi come Castiglione Olona ne fanno un itinerario suggestivo e arricchente.
LEGGI ANCHE
Spostamenti a Natale e Capodanno? La parola al Senato, Fontana: “Io li ho sollecitati”