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Menopausa e vampate di calore: nuovo farmaco (non ormonale) sperimentato con successo a Pavia

Risultati promettenti fin dalle prime settimane di trattamento: una nuova terapia che promette di migliorare la qualità della vita di milioni di donne

Menopausa e vampate di calore: nuovo farmaco (non ormonale) sperimentato con successo a Pavia
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Sperimentato con successo a Pavia un nuovo farmaco non ormonale contro le vampate di calore in menopausa: una nuova terapia che promette di migliorare la qualità della vita di milioni di donne.

(Foto di copertina: Rossella Nappi)

Menopausa e vampate di calore: nuovo farmaco

L'Università di Pavia e l'IRCCS Policlinico San Matteo hanno segnato una svolta nella gestione dei sintomi della menopausa, con una nuova terapia che promette di migliorare la qualità della vita di milioni di donne. Guidato dalla professoressa Rossella Nappi, il team di ricerca ha sperimentato un farmaco innovativo,  denominato elinzanetant, che potrebbe cambiare radicalmente l'approccio alle vampate di calore, uno dei disturbi più comuni e debilitanti associati alla menopausa.

Circa l’80% delle donne in menopausa soffre di vampate di calore, caratterizzate da un improvviso aumento della temperatura corporea, sudorazione e palpitazioni. Questi sintomi, che possono manifestarsi più volte al giorno, non solo causano disagio fisico, ma compromettono anche il sonno e la concentrazione, incidendo negativamente sulla qualità della vita.

Farmaco non ormonale

Il nuovo farmaco, testato presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia 2-PMA del Policlinico San Matteo, ha dimostrato risultati promettenti fin dalle prime settimane di trattamento. L'elinzanetant ha ridotto significativamente sia la frequenza che l'intensità delle vampate di calore, portando sollievo alle donne coinvolte nella sperimentazione. Molte di loro hanno riferito un miglioramento generale del benessere e della qualità del sonno.

Ciò che rende l'elinzanetant particolarmente innovativo è il suo approccio non ormonale che agisce "sul cervello". A differenza delle terapie tradizionali, che si basano sulla reintegrazione degli estrogeni, questo farmaco agisce sui recettori neurochinina-1 (NK1) e neurochinina-3 (NK3) presenti nei neuroni dell’ipotalamo, responsabili dell’attivazione delle vampate di calore. Questo aspetto è cruciale, poiché molti trattamenti ormonali sono stati associati a rischi per la salute, come un aumento del rischio di cancro al seno e malattie cardiovascolari.

Il farmaco sperimentato al San Matteo prevede un’assunzione al giorno e i primi risultati si sono rivelati incoraggianti: almeno due terzi delle donne coinvolte nella sperimentazione ha ottenuto rapidi miglioramenti, in generale entro la prima settimana.

La registrazione del farmaco è attesa in questi giorni. Poi dovrà essere autorizzato anche in Europa, e di solito si tratta di un processo che impiega circa nove mesi.

Una scoperta che segna una svolta non solo per le donne che non possono o non vogliono sottoporsi a terapie ormonali, ma anche per la medicina di genere, un campo che sta guadagnando crescente attenzione. La menopausa, spesso trascurata dal punto di vista medico, sta finalmente ricevendo l’attenzione che merita, grazie anche a studi come quello condotto dalla professoressa Nappi e il suo team.

Nuove prospettive terapeutiche

La ricerca, pubblicata su JAMA (Journal of the American Medical Association), una delle riviste mediche più prestigiose al mondo, ha rafforzato la speranza che in futuro ci saranno terapie sempre più efficaci per migliorare la vita delle donne in menopausa. Questo progresso evidenzia quanto sia importante continuare a investire nella ricerca medica, per garantire a tutti i pazienti trattamenti sicuri e personalizzati.

Il successo di questa sperimentazione rappresenta non solo una nuova arma contro i sintomi della menopausa, ma anche un contributo alla salute psicologica delle donne, spesso compromessa dall’ansia e dallo stress legati alle vampate di calore. Grazie all'elinzanetant, molte donne potranno ritrovare serenità e benessere, con un impatto positivo su tutti gli aspetti della loro vita quotidiana.

Una scoperta che apre la strada a nuove prospettive terapeutiche globali, confermando ancora una volta l’importanza della ricerca collaborativa internazionale, e dimostrando come i progressi della scienza possano tradursi in benefici concreti per le persone.

Chi è Rossella Nappi

Rossella Nappi, napoletana d'origine e pavese d'adozione, è Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Unità di Ostetricia, Ginecologia e Riproduzione Umana, Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell'Università degli Studi di Pavia. Svolge la sua attività di ginecologa, endocrinologa e sessuologa presso la UOSD Ostetricia e Ginecologia 2 - Procreazione Medicalmente Assistita, Endocrinologia Ginecologica e Menopausa ad alta Complessità, Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'IRCCS Fondazione San Matteo di Pavia.

Ha completato la sua formazione in Italia e all'estero con un dottorato di ricerca in fisiopatologia della funzione ovarica e un postdottorato canadese in endocrinologia molecolare riproduttiva.

Mantiene tutt'ora numerosi contatti e collaborazioni con ricercatori di tutto il mondo ed è membro attivo delle più prestigiose società scientifiche nazionali ed internazionali nel campo della medicina della riproduzione. E’ attualmente il Presidente eletto della Società Internazionale della Menopausa (www.imsociety.org) ed è Membro del Comitato Esecutivo della Società Internazionale di Endocrinologia Ginecologica (www.isgesociety.com) e dell’Accademia Internazionale della Riproduzione Umana (www.humanrepacademy.org).

Fin dall'inizio della sua carriera, si occupa di alterazioni della ciclicità mestruale (amenorrea, policistosi ovarica, dismenorrea, ecc.), di sindrome premestruale e delle cefalee correlate agli eventi riproduttivi, dei sintomi e delle patologie menopausali.

Da alcuni anni, ha sviluppato un peculiare interesse nei confronti dei correlati emozionali e sessuali delle problematiche mestruali, dell'infertilità, della scelta contraccettiva e della menopausa, promuovendo educazione e formazione sul versante psiconeuroendocrino.

Impegnata da sempre sia sul fronte della clinica che su quello della ricerca, è autrice di più di 350 pubblicazioni internazionali riguardanti la fisiopatologia e la psicobiologia della riproduzione. E’ stata inclusa nel club delle TIWS-Top Italian Women Scientists per l’impatto scientifico dei suoi studi sulla salute della donna (HF Google Scholar: 74; più di 18000 citazioni).

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