Uccise il figlio di 11 mesi, Elisa Roveda confessa di non ricordarsi nulla
Davanti al pm Paolo Mazza, la 44enne ha ammesso di aver sofferto di una profonda depressione ma non ha saputo dire niente della tragedia
Elisa Roveda davanti al pubblico ministero
Era il 14 luglio 2023 quando la 44enne affetta da depressione post partum Elisa Roveda ha ucciso il figlio Luca di 11 mesi. La tragedia, avvenuta nell'abitazione di Strada Mezzana a Voghera, rimane avvolta nell'oscurità della memoria della donna che non si ricorda nulla.
La casa nella quale si è consumata la tragedia:
Il pubblico ministero Paolo Mazza ha recentemente interrogato Elisa cercando di gettare luce su una situazione complessa e drammatica. La donna, però, sostiene di non ricordare nulla di quel fatidico giorno. Un buco nero nella sua mente ha cancellato ogni traccia di quella terribile mattina.
Della tragedia non si ricorda nulla
L'interrogatorio ha rivelato una storia di difficoltà e una profonda crisi depressiva che aveva spinto Elisa a lasciare il lavoro nel mese di maggio. Insieme al marito, aveva sempre cercato di avere un figlio e dopo tante difficoltà era arrivato. La 44enne non ha avuto problemi a raccontarsi ma quando il magistrato ha cercato di approfondire cosa fosse accaduto quella mattina, è rimasta in silenzio.
Come spesso capita con i traumi, la donna ha rimosso tutti i ricordi. Attualmente si trova agli arresti domiciliari in una casa di cura in Oltrepo dove sta affrontando le sue terapie con l'aiuto di esperti. Il percorso verso la comprensione dell'accaduto sarà ulteriormente esplorato attraverso un'altra perizia psichiatrica.
Il sostituto procuratore Paolo Mazza, accusando Elisa di omicidio volontario aggravato, ha incaricato un esperto di valutare la sua capacità di intendere e volere al momento del fatto nonché la sua capacità di stare in giudizio e comprendere le accuse.
Una storia di profonda depressione
Il dramma di Elisa si intreccia con una profonda depressione che era evidente anche ai familiari e ai medici che l'avevano in cura. Confezioni di medicinali e psicofarmaci trovati nell'appartamento testimoniano gli sforzi per gestire il malessere che aveva l'aveva soffocata nei mesi precedenti.
Gli investigatori hanno rinvenuto scritti che, sebbene non facessero riferimento al bambino, parlavano delle difficoltà che stava attraversando nella sua vita. La tragedia si è consumata rapidamente tra le 7 e le 8 di quella mattina di luglio mentre il marito era al lavoro. Il bimbo è morto per asfissia.
Non veniva mai lasciata da sola con il bambino per via dei problemi che stava affrontando. Quella mattina doveva arrivare la mamma di Elisa ad aiutarla con il piccolo Luca. L'inchiesta è ancora aperta e la valutazione psichiatrica richiederà almeno tre mesi per gettare luce su questa tragedia che ha spezzato il cuore di una famiglia.