Peste Suina, bando recinzioni anti cinghiali prorogato al 18 settembre
“La proroga si è resa necessaria per consentire alle aziende che partecipano di avere più tempo per reperire preventivi e materiali presso ditte specializzate disponibili"
Peste Suina, Assessore Beduschi: "Prorogato alo 18 settembre il bando per le recinzioni anti cinghiali. Un atto di responsabilità per consentire la maggior partecipazione possibile".
Peste Suina, prorogato bando recinzioni anti cinghiali
È prorogata al 18 settembre 2023 la scadenza per partecipare al bando regionale dedicato a interventi di biosicurezza per gli allevamenti di suini. L’obiettivo è finanziare l’acquisto di recinzioni ‘anti-cinghiali’ per contrastare la diffusione della PSA (Peste Suina Africana). Ad annunciarlo è stato l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi.
"Un atto di responsabilità"
“La proroga – commenta Beduschi – si è resa necessaria per consentire alle aziende che partecipano di avere più tempo per reperire preventivi e materiali presso ditte specializzate disponibili, dato l’alto numero di richieste e la concomitanza con il periodo estivo. È quindi un atto di responsabilità per consentire la maggior partecipazione possibile. E, soprattutto, la messa in opera di interventi efficaci”.
Caratteristiche del bando
Il bando, con una dotazione di 2,2 milioni di euro, è dedicato alle micro, piccole e medie imprese che allevano suini. È strutturato secondo tre fasce di priorità che comprendono gli allevamenti ricadenti nelle ‘Zone di restrizione I e II’, in provincia di Pavia; quelli definiti a ‘rischio alto e medio-alto’ di trasmissione del virus e, infine, nei comuni confinanti con Piemonte ed Emilia-Romagna.
L’investimento per installare reti ‘a prova di bestiame’ dovrà avere un costo complessivo compreso fra 3.000 e 30.000 euro per ciascun codice di allevamento suini attivo. La spesa massima per singolo beneficiario è pari a 100.000 euro. L’agevolazione avverrà con sovvenzione diretta a fondo perduto, pari al 65% del costo ammissibile.
“Questo provvedimento – conclude Beduschi – è utile per tutelare il patrimonio suinicolo lombardo, primo in Italia, ed è solo una parte degli interventi introdotti per affrontare quella che sta diventando una vera emergenza nazionale. Il contenimento della PSA, infatti, non può prescindere da soluzioni sempre più radicali sulla popolazione di cinghiali. Va aumentata l’attività di abbattimento e recupero delle carcasse, che viene effettuata in collaborazione con il mondo venatorio, delle polizie provinciali e mediante ditte specializzate”.
Primo caso in Lombardia
La Peste Suina Africana diffusa soprattutto in Piemonte e Liguria ha visto confermato il suo primo caso anche in Lombardia, nell'azienda agricola a conduzione familiare di Maurizio Allegrini, a Montebello della Battaglia.
A contrarre il virus sono stati alcuni fra i 160 maiali di Allegrini. Si tratta, come già detto, del primo caso in un allevamento della Lombardia. I capi che non erano già stati uccisi dal virus, sono stati abbattuti. Resta da accertare da dove sia arrivato il contagio; il mangime una delle ipotesi. Le stalle, infatti, erano protette con reti contro i cinghiali, escluso dunque che sia stato un animale selvatico il veicolo di trasmissione.
La peste suina africana ha una mortalità elevatissima in maiali e cinghiali, ma non colpisce l'uomo nemmeno se ingerisce carne infetta, rassicura Ats Pavia.
Le indagini
Il Dipartimento Veterinario della ATS di Pavia ha effettuato dei campionamenti per capire se è possibile che si sia trattato di un contatto indiretto con automezzi aziendali o mangimi. Sono state effettuate, sotto la supervisione della ATS di Pavia, le attività di depopolamento dell'allevamento.
L'allarme tra gli allevatori è altissimo: “Questo virus comporta la chiusura delle esportazioni in molti Paesi”, dice Stefano Lamberti di Confagricoltura.
I danni all'economia del settore, se il virus dovesse diffondersi, sarebbero ingenti.