Voto, Governo, inchieste: l’analisi del segretario della Lega Lombarda

Intervista a Paolo Grimoldi, 43 anni, monzese, deputato alla sua quarta legislatura.

Voto, Governo, inchieste: l’analisi del segretario della Lega Lombarda
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Il vincitore delle elezioni del 26 maggio è indiscutibilmente la Lega: il partito di Matteo Salvini ha raccolto il 34,3% dei consensi alle europee che salgono al 40,7% nel Nord Ovest e addirittura al 43,4% in Lombardia. Ma anche alle amministrative il Carroccio ha aumentato voti e sindaci. Paolo Grimoldi, 43 anni, monzese, deputato alla sua quarta legislatura e soprattutto segretario nazionale della Lega Lombarda, è decisamente raggiante, ma non sorpreso dal risultato delle urne.

«Ci aspettavamo un esito analogo – ha esordito – Questa campagna elettorale per le europee è stata molto diversa dalle altre: prima era considerata una competizione di serie C, basti pensare che i partiti candidavano nani e ballerine, personaggi che non sapevano dove piazzare, persone dello spettacolo come Michele Santoro e Lilli Gruber… Poi pian piano abbiamo capito che dall’Europa arrivavano scelte con un forte impatto sulla vita degli italiani, sulle nostre imprese, sull’occupazione, sugli anziani… E così l’elettore ha compreso che, nel bene o nel male, Bruxelles può influire molto sul suo futuro e ha scelto chi lo difende, chi si occupa dei suoi problemi».

L’intervista a Paolo Grimoldi

Che riflessi avrà il voto delle europee?

«Il voto dice che si deve governare per fare, che i patti devono essere rispettati, a partire dall’autonomia, senza tagliare un centesimo alle altre regioni, comprese quelle del Sud. Anche perché l’autonomia genererà un risparmio compreso tra gli 8 e i 20 miliardi di risparmi nei servizi».

Il Carroccio ha fatto man bassa in molti Comuni. Un’avanzata impetuosa…

«E’ stato un grande risultato. Partivamo da 146 Amministrazioni comunali dove eravamo in maggioranza, da soli o in coalizione con il centrodestra, ed esprimevamo 80 sindaci. Dopo il voto del 26 maggio siamo presenti in 271 Municipalità ed esprimiamo 125 sindaci. Nel dettaglio, nei Comuni con oltre 15 mila abitanti ne governiamo 12 contro i 9 del passato mentre in 14 Comuni siamo al ballottaggio e in 9 di questi siamo in testa. Siamo contenti perché la Lega, nonostante le differenze con il voto europeo, ha trascinato la coalizione. E questo significa che la Lega dove ha amministrato ha governato bene le realtà locali».

Quali sono state le vittorie più importanti o inaspettate?

«Sicuramente a Merate, la seconda città della provincia di Lecco, dove non era un risultato scontato, e il successo al primo turno a Seriate, importante centro della Bergamasca. Fa piacere aver conquistato alcuni feudi della sinistra come Cassina dè Pecchi (Milano) e in realtà un po’ periferiche dove non eravamo mai riusciti a imporci come Stradella, in provincia di Pavia e al confine con Piacenza. Due successi simbolici per noi sono poi avvenuti a Giussano (Monza e Brianza) e Pontida (Bergamo). Importante pure l’affermazione a Tradate (Varese) e non sto ad elencare le numerose vittorie in provincia di Bergamo perché dovrei fare un elenco infinito…».

A Bergamo città, però, avete perso.

«E’ vero, non si può vincere ovunque, ma non ha fatto notizia la vittoria pesante che abbiamo ottenuto a Pavia».

Restiamo a Bergamo…

«Ci sta la sconfitta. Giorgio Gori ha messo in campo risorse economiche non lontanamente raggiungibili per noi. Ma devo ammettere che ha amministrato bene la città. Gori poi non è Beppe Sala… A Milano ci sono molti problemi: dalle periferie abbandonate all’aumento del prezzo dei biglietti per il tram e il prossimo anno riusciremo a mettere in campo una valida alternativa».

La vigilia delle elezioni è stata caratterizzata dall’operazione della Dda di Milano con 12 arresti in carcere, 16 persone ai domiciliari, 15 agli obblighi di dimora e 95 indagati. Dietro le sbarre è finito anche il sottosegretario forzista Fabio Altitonante. Ci saranno ripercussioni sulla tenuta della Giunta regionale?

«Assolutamente nessuna. E’ stato coinvolto un sottosegretario di Forza Italia al quale è subito stata tolta la delega. La magistratura farà il suo corso. Non ci sarà nessun rimpasto: dobbiamo lavorare, non possiamo perdere tempo e dobbiamo occuparci dei problemi della Lombardia, a partire dalle infrastrutture e dall’autonomia».

Il Governatore Fontana, però, risulta indagato. Preoccupato?

«No. Attilio Fontana da gran signore ha risposto con chiarezza alle legittime domande dei magistrati, anche se si tratta di un incarico fiduciario che prevede un esborso mensile di soli 1.000 euro».

Il risultato del 26 maggio influirà sul futuro del Governo? Salvini ha alzato la posta, chiede Flat tax, Tav e autonomia…

«E fa bene. In Lombardia vogliamo portare avanti i provvedimenti necessari per la nostra regione: infrastrutture e autonomia. Anche noi aspettiamo di aprire tanti cantieri, a partire da quello della Brescia-Verona».

C’è il rischio di una crisi di Governo?

«Credo e spero di no. La Lega mantiene i patti e lo ha dimostrato che tutte le volte approvando i provvedimenti che il M5S ha portato in Parlamento. Adesso speriamo che facciano lo stesso con noi su Flat tax, infrastrutture e autonomia».

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