Tasse fuorilegge: il Tar condanna l'Università di Pavia a restituire quasi 5 milioni agli studenti
Gli atenei non possono ignorare le tasse pagate dai fuori corso.
Lunedì 6 luglio 2020 è stata depositata la sentenza riguardante l’ultimo ricorso promosso dal Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU Pavia sulla tassazione studentesca. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha dato nuovamente ragione agli studenti, riconoscendo come le tasse richieste dall’ateneo pavese nel 2013 non rispettassero il limite imposto dalla legge: ora andranno restituiti ben 4 milioni e 800 mila euro.
Tasse fuorilegge
La decisione rappresenta un’importantissima vittoria per l’Unione degli Universitari in quanto dimostra come, da anni, la maggior parte delle università italiane abbiano una tassazione studentesca fuori legge: la normativa violata stabilisce infatti che la contribuzione studentesca, ossia le tasse pagate dagli studenti, non possono superare il 20% dei fondi stanziati dallo Stato per il funzionamento degli atenei.
Inoltre, il TAR ha confermato che non è possibile scorporare le tasse pagate dai fuoricorso dall’ammontare totale della contribuzione studentesca. Tale eventualità era stata infatti introdotta dal Governo Monti con la “spending review” del 2012, ma per essere applicata presuppone obbligatoriamente dei decreti attuativi che non sono mai stati emanati. Per anni l’ateneo pavese ha invece innalzato le tasse oltre i limiti di legge, interpretando le leggi a modo suo, nonostante le molte sentenze già depositate a favore della nostra associazione. Ora è chiaro una volta per tutte: non ci sono differenze tra studenti, come paventato invece da moltissimi atenei in tutta Itala. Le tasse degli studenti vanno considerate nel loro complesso, senza alcune possibilità di fingere che le tasse di qualcuno non esistano per aggirare i limiti di legge.
"Diritto allo studio per tutti"
Simone Agutoli, segretario del Coordinamento per il diritto allo studio – UDU Pavia, commenta la nuova vittoria giudiziaria: “Questa sentenza sottolinea quanto siano elevate le tasse universitarie e dimostra ancora una volta la gravità del sottofinanziamento delle Università. Non è assolutamente accettabile che siano gli studenti e le famiglie a dover pagare per decenni di scelte politiche sbagliate! Così come è ingiusto che gli studenti fuori corso vengano considerati studenti di serie B, aumentando loro le tasse senza limiti. Questa scelta è il frutto di scelte legate a criteri discriminatori e distorti che penalizzano chi, agli occhi del sistema universitario, non è meritevole. Dopo questa nuova decisione, finalmente, gli atenei dovranno cambiare rotta e garantire il diritto allo studio a tutti, smettendo di fare cassa sugli studenti fuoricorso o sugli studenti internazionali”.
“Anziché ricevere risposte concrete da Roma” continua Enrico Gulluni, coordinatore nazionale UDU – Unione degli Universitari “negli scorsi anni abbiamo ottenuto soltanto una serie di interventi legislativi di dubbia legittimità costituzionale, volti ad aggirare artificiosamente i limiti della tassazione universitaria: il governo Monti aveva tentato di escludere dal calcolo gli studenti fuori corso e il governo Gentiloni voleva invece escludere gli studenti internazionali. Anziché aumentare realmente le risorse statali per sostenere le università, insomma, la politica ha preferito aumentare semplicemente le tasse studentesche. Un tentativo fallito: il Consiglio di Stato prima, il TAR ora, ribadiscono infatti che l’incremento non è possibile senza i relativi decreti attuativi che garantiscano i principi di equità, progressività e redistribuzione. La sentenza ha una portata storica in quanto dimostra come le tasse che l’Università di Pavia chiede da anni agli studenti siano manifestamente illegittime. Se per il 2013 il TAR ha riconosciuto uno sforamento di quasi 5 milioni di euro pari a quasi il 4%, nel 2020 stimiamo che lo sforamento possa addirittura aumentare, raggiungendo il 5% e superando i 6 milioni di euro. Certo, ora i calcoli andranno rivisti in base ai fondi emergenziali stanziati dal DL rilancio, ma difficilmente questi saranno sufficienti per sopperire al deficit strutturale dei finanziamenti”.
La notizia rischia di avere pesanti ricadute a cascata sulle altre università italiane, dove l’Unione degli Universitari ha già promosso altri ricorsi. Denuncia Gulluni: “Pavia non è sicuramente un’eccezione, anzi, per assurdo si tratta di una delle università italiane con le tasse più basse, specialmente sui redditi medio-bassi”. Il panorama disegnato dall’UDU è desolante in quanto più del 50% degli atenei italiani risultano fuori legge; in particolare, sono le università al Nord a violare più frequentemente e più pesantemente il limite del 20% del Fondo di Finanziamento Ordinario, anche a causa di un vistoso aumento delle tasse negli ultimi anni. Il problema è comunque trasversale e riguarda tutto il territorio nazionale.
“Serve ora una risposta più decisa” ribadisce Agutoli “da parte del governo e dalla maggioranza parlamentare. I fondi emergenziali stanziati in questi mesi non bastano per risollevare il mondo accademico che oggi si basa per 1,5 miliardi di euro sulla contribuzione studentesca: importi nati per contribuire solo in minima parte al finanziamento degli atenei e diventati ormai una vera e propria forma di tassazione, addirittura in contrasto con lo stesso dettato normativo e con il benestare degli ultimi governi, indipendentemente dal colore politico. È d’altronde la stessa OCSE a certificare come, in Italia, siano le famiglie a contribuire addirittura per il 30% al finanziamento dell’istruzione terziaria. Solo per raggiungere la media di quanto investono i paesi OCSE servirebbero quasi 2,5 miliardi di euro! Cifre che dimostrano quanto sia insufficiente l’innalzamento della no-tax area a 20.000€ e l’incremento di 165 milioni di euro del Fondo di Finanziamento Ordinario previsto dal DL Rilancio”.
Attivare le procedure per il rimborso
Tornando su Pavia, spiega Agutoli che “l’Università dovrà attivare d’ufficio le procedure necessarie per rimborsare agli studenti le tasse eccessive richieste nel 2013, pari a circa 4 milioni e 800 mila euro. Ma anche modificare urgentemente la contribuzione studentesca richiesta per l’anno accademico 2020/21, così da ricondurla ai limiti di legge ed evitare un nuovo contenzioso amministrativo. Chiederemo al Rettore e al Consiglio di Amministrazione un sistema di tassazione più equo che non discrimini gli studenti fuori corso, migliorando ulteriormente il modello di contribuzione ottenuto nel 2013 dopo una lunga trattativa con la precedente governance e, sostanzialmente, ancora vigente”.
Conclude Gulluni: “Chiediamo al governo, al ministro Manfredi e alla CRUI di svegliarsi dal torpore e rendersi conto una volta per tutte della drammatica situazione in cui versano i nostri atenei, consci che questa non è solamente una battaglia locale che riguarda l'ateneo di Pavia: si tratta di una battaglia culturale nazionale per un sistema universitario pubblico migliore che possa finalmente avere un livello di risorse adeguate a un Paese avanzato. Chiediamo ancora una volta il rispetto della legge da parte di tutti gli atenei italiani e l’aumento dei finanziamenti statali, una battaglia essenziale per rilanciare il paese in un momento di crisi e garantire così il diritto allo studio. Vogliamo che i vertici degli atenei italiani prendano una posizione netta e facciano propria una battaglia di civiltà. Vogliamo che si smetta da subito l'iniquo e feroce tentativo di scaricare i costi dei tagli sugli studenti, che continuano a diminuire e per i quali si stima a settembre il più grande calo di immatricolati da 10 anni a questa parte. Causa di questo è anche una politica sulla tassazione universitaria che è andata sempre a scapito degli studenti e che ha fatto pesare negli anni sulle nostre spalle il sottofinanziamento cronico del sistema universitario. Gli studenti e le famiglie non ne possono veramente più, pretendiamo ancora una volta risposte e non ci fermeremo finché le avremo ottenute! "
Il Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU Pavia ci tiene infine a ringraziare pubblicamente gli avvocati Ticozzi e Giambelluca con cui collaborano da tempo: è anche grazie al loro prezioso e impeccabile lavoro se è stato possibile scrivere una nuova pagina di storia per i diritti degli studenti.