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Pavia, imprese e ascolto del territorio per una grande Lombardia

Il consigliere regionale Ruggero Invernizzi presenta i dati 2022 dello scenario economico pavese e spiega il suo impegno accanto alle attività produttive della provincia

Pavia, imprese e ascolto del territorio per una grande Lombardia
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Lo scenario economico che si presenta a Pavia, secondo i dati della Camera di Commercio pavese nel 2022, è caratterizzato dal forte mutamento della condizione economica delle aziende pavesi.

Luci e ombre dell’economia pavese

Commenta il consigliere regionale Ruggero Invernizzi:

“Si registra una perdita di produttività stimabile nel 13%, un dato questo in media con tutte le imprese italiane, dovuta all’aumento dei costi di produzione determinati dal rincaro energetico. Cinque aziende su 10 si dichiarano preoccupate dalla crisi e dall’aumento dei costi, reduci dagli impatti dovuti alla difficoltà di approvvigionamento delle materie energetiche e all’aumento dei prezzi delle stesse”.

Che aggiunge:

“Volgendo uno sguardo al bilancio 2021, Pavia aveva registrato un valore aggiunto complessivo di 12,273 milioni di euro, traducibile nel 3,5% del dato lombardo e allo 0,8% per il dato nazionale, registrando una crescita costante del +6,3% rispetto al 2020. Generalmente tutti i settori hanno registrato incrementi rispetto al 2020, traducibili in un forte segnale di ripresa dopo il periodo di emergenza sanitaria, con dei picchi nei livelli di crescita registrati particolarmente nel settore delle costruzioni. Si possono rilevare anche aumenti per quanto riguarda il valore aggiunto pro-capite: nel 2021 la provincia di Pavia ha registrato un +6,8%”.

Ruggero Invernizzi

Nuove imprese, export e occupazione

Una piccola nota positiva arriva dall’andamento delle imprese.

Spiega sempre Invernizzi:

“I dati disponibili fino a novembre 2022, a confronto con il 2021, mostrano un lievissimo aumento del +0,05% delle imprese registrate e un +0,22% delle imprese attive sul territorio pavese. Complessivamente il saldo tra iscrizioni e cessazioni della provincia è positivo nel 2021 (+140). Le imprese pavesi a conduzione maggioritaria femminile, giovanile e straniera registrano complessivamente un tasso positivo tra iscrizioni e cessazioni (+39 per le prime, +453 le seconde e +247 le straniere)”.

Su esportazioni e importazioni, il consigliere regionale evidenzia:

“Un interessante +19% nell’export si registra nei primi tre trimestri 2022 (dato nazionale +20,6%), con particolare riferimento al settore delle sostanze e prodotti chimici (+51,4%). Rapportando i flussi di export tra Pavia e provincia ed Europa si registra una percentuale che supera l’80%. Si può notare anche una crescita nelle importazioni, registrata nei primi tre trimestri del 2022, di un ritmo pari al +37,1%, provenienti principalmente da Germania e Francia”.

Passando all’occupazione, Invernizzi afferma:

“La provincia pavese nel 2021 conta un totale di 225,5 mila occupati, contribuendo al 5,2% dell’occupazione regionale e all’1% degli occupanti nazionali. Il totale degli inattivi, tra i 15 e i 64 anni di età, corrisponde a 102 mila unità nel 2021, dato in diminuzione rispetto al 2020 ma, in crescita di oltre il 10% rispetto al 2019.

Invernizzi e l’ascolto del territorio

Invernizzi ribadisce il suo impegno per il nostro territorio:

“Proprio proseguendo nell’ascolto delle attività produttive del territorio, come già fatto nella scorsa legislatura, recentemente mi sono recato in visita presso alcune aziende del territorio pavese per ascoltare le esigenze e le richieste degli imprenditori e di chi ogni giorno, attraverso il proprio lavoro con passione e dedizione, contribuisce a rendere più competitiva la nostra Lombardia. Un percorso fra diverse attività che mi ha consentito di comprendere, ancor meglio, le necessità e le richieste concrete di persone che danno un apporto fondamentale per l’economia regionale oltre a valorizzare, come nel caso del comparto vitivinicolo, eccellenze locali. Una strada che certamente continuerò a percorrere nel corso anche di questi anni di mandato, perché solo camminando uniti a chi produce e contribuisce a far crescere la nostra regione noi stessi possiamo crescere nel solco della tradizione lombarda come locomotiva d’Italia e fra le regioni motore d’Europa”.

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