Daniele Bonomi: «I santini elettorali? I miei sono anche golosi»
Candidato al Consiglio comunale di Pavia nella lista di Alessandro Cantoni Sindaco, ama lottare per difendere i propri valori e ideali e non disdegna le trovate originali
Una chiacchierata con Daniele Bonomi si trasforma sempre in un piacevole momento di confronto e scambio di esperienze, conoscenze, storie e aneddoti molti seri e rigorosi, altri divertenti e incerti casi quasi esilaranti. È un personaggio molto conosciuto a Pavia a causa dei suoi molteplici interessi, delle sue attività, dei suoi studi e della sua professione. Poiché si candiderà alle prossime elezioni amministrative nella lista che sostiene il candidato sindaco Alessandro Cantoni, lo abbiamo incontrato per cercare di conoscerlo meglio.
Ingegner Bonomi, ci parli della sua gioventù, della formazione e delle attività nel sociale
«Sono nato il 16 luglio 1960, anno del boom economico e demografico, sono del segno del Cancro. Sono una persona romantica e fantasiosa, tanto che ho sempre coltivato l’hobby dell’illustratore. Per un certo periodo ho collaborato con il quotidiano Libero, che ha pubblicato ogni giorno le caricature da me disegnate con passione. Ho studiato al liceo classico, poi mi sono iscritto a ingegneria, due percorsi formativi senz’altro molto diversi tra loro: ma studiando e rimboccandomi le maniche ce l’ho fatta. Più tardi ho preso anche la mia seconda laurea in Scienze politiche. Ho frequentato la scuola di cavalleria e nel IV Genova di Palmanova (UD), in qualità di mortaista, ho comandato un plotone di mortai. Ho insegnato architettura, tecnologia e disegno meccanico in diverse scuole e università. Sono diventato dirigente scolastico nel 2012 e attualmente gestisco due istituti in provincia di Pavia. Ho anche fatto volontariato con la Croce Rossa, dove ho persino conosciuto il cantante Max Pezzali degli 883 proprio nel periodo in cui “Hanno ucciso l’uomo ragno” cominciava a prendere piede. Ho praticato vari sport, tra cui canottaggio, alpinismo, sci di fondo e pugilato. Ho partecipato a missioni di volontariato in Tanzania e a numerosi progetti di scambio culturale».
È sposato? Ha figli?
«Sì, mi sono sposato con una bella “crocerossina” proprio ai tempi del volontariato in Croce Rossa, ma poi ho divorziato. Ho due figli, Antonio e Silvia, che studiano scienze motorie e giurisprudenza».
Ingegnere e docente universitario… Perché poi è diventato dirigente scolastico?
«Dopo l'avvento dell'euro ho visto che le mie attività, nonostante tanto lavoro, raddoppiavano le spese e riducevano i guadagni, così ho abbandonato la libera professione. Ho deciso di studiare per diventare dirigente e nel 2012 ho vinto il concorso. Ho iniziato a insegnare nella scuola degli adulti e ho preso ulteriori incarichi di reggenza. Mi sono stati affidati l'istituto Pollini di Mortara (indirizzi agrario, alberghiero e sociale) e il comprensivo di Mede che comprende i comuni della stessa Mede e poi Sartirana, Sangiorgio, Lomello, Frascarolo e Pieve del Cairo».
Com’è il suo rapporto con gli sport?
«Ho praticato e pratico vari sport, tra cui canottaggio, alpinismo, sci di fondo e pugilato. Ho conosciuto Manfredi Rizza, medaglia d'argento alle Olimpiadi di Tokyo, sia perché è stato mio studente all’Università, sia perché frequentavo la Canottieri Ticino. Ho anche fatto pugilato per qualche mese e ho conosciuto diversi anni fa l'avvocato Maurizio Niutta con il quale anche oggi confronto spesso su diversi temi, politica compresa. Credo molto nei rapporti umani e cerco di mantenere un clima sereno e cordiale con tutti».
Le piace viaggiare per lavoro?
«Sì, il mio viaggio è stato il 10 maggio, quando sono andato a Messina in qualità di capofila della rete di Multicultura del professor Campolo. A febbraio ho portato 83 ragazzini e 10 docenti a Malta per uno stage di una settimana per imparare l'inglese al termine del quale hanno conseguito certificazioni linguistiche valide a livello europeo. Ho anche partecipato a progetti Erasmus con scambi culturali per docenti, dirigenti e personale amministrativo. Viaggio per cercare di assorbire nuove conoscenze, imparare a organizzarmi e migliorare l'esperienza didattica per i miei studenti».
Come prende la vita?
«Con la dovuta leggerezza, ma sempre molto seriamente. Il 1° agosto 2019, sulla via delle vacanze, ho avuto un grave incidente stradale, con tutte le ossa rotte ho rischiato di morire e sono stato in coma, ma alla fine mi sono ripreso. Questa esperienza mi ha fatto capire come la vita sia effimera e per questo, da quel momento in poi, ho iniziato a prendere le cose in modo molto soft. Penso che dobbiamo vivere più che possiamo e il meglio che possiamo perché la vita è una sola e merita di essere goduta appieno. Sono una persona battagliera, forse perché ho imparato a mie spese che, quando ci si imbatte nei problemi, è utile trovare altri impegni per distrarsi e mantenere la mente allenata ad affrontare numerose situazioni diverse contemporaneamente».
Cos’è la politica per lei?
«Un hobby che ho iniziato ai tempi dell'università, quando ero studente di ingegneria. All’epoca aderii alla Gioventù Liberale Italiana, un partito da 2%, ma sono stato comunque eletto al consiglio di facoltà di ingegneria. Come ho fatto? Mi presentavo con i pasticcini davanti alle diverse sedi dell'università: è stata una trovata simpatica che i miei colleghi, evidentemente, hanno gradito. Bisogna lottare per gli ideali, altrimenti si resta anonimamente nel gregge».
Dunque, ha inventato lei i santini commestibili?
«Non so se io sia stato il primo a inventarli, sicuramente proprio in questi giorni ho fatto preparare dei biscotti al cioccolato sulla cui pasta di zucchero ho chiesto di stampare il mio santino. Siccome questi santini, però, si mangiano e sono golosi, accanto a essi lascio anche i santini tradizionali da portare al seggio per essere certi di essere votato correttamente. L'importante è divertirsi e dimostrare di non avere la “puzza sotto il naso”, se le idee sono improntate alla simpatia ci si può ritagliare un angolino di affetto nel cuore degli elettori».
Quali sono le sue qualità?
«Ho sempre cercato di vivere in modo originale. Come dirigente scolastico sono sempre stato apprezzato da docenti, dipendenti e studenti. Sono ancora in contatto con molti di loro. Ho sempre cercato di fare divertire i miei studenti e di trasmettere loro le conoscenze che apprendevo ogni giorno lavorando sul campo nel modo più semplice e comprensibile possibile. Credo molto nell’amicizia e cerco di mantenere buoni rapporti con tutti».