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Caro bollette, Villani: "Chiediamo a Regione un fondo per agevolare le imprese"

"Dalle istituzioni deve arrivare un messaggio chiaro a famiglie e imprese e la Regione non può stare solo a guardare”.

Caro bollette, Villani: "Chiediamo a Regione un fondo per agevolare le imprese"
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Le prime bollette con gli aumenti sono arrivate nelle case lasciando senza parole i cittadini utenti. Ma anche per le imprese è stato un colpo pesantissimo e le conseguenze rischiano di essere ancora peggiori. Per questo, il Gruppo regionale del Pd ha presentato una proposta di risoluzione contro il caro energia, in favore dei settori produttivi, che impegni anche la Regione.

"Un fondo per le imprese"

“Le richieste che il nostro atto contiene sono fondamentalmente tre e ben precise – fa sapere Giuseppe Villani, consigliere regionale del Pd –. Chiediamo alla Giunta Fontana di prevedere un fondo per agevolare le imprese nella riconversione degli impianti energetici e consentire l’autoproduzione di energia elettrica. Inoltre, vorremmo che Regione Lombardia assicurasse alle piccole e medie imprese la possibilità di effettuare gratuitamente check-up energetici al fine di consentire investimenti mirati al risparmio energetico. Infine, impegniamo il governo lombardo a stipulare una convenzione con l’Abi, l’Associazione banche italiane, e con Finlombarda per offrire condizioni agevolate alle aziende in difficoltà per il pagamento delle bollette”.

Anche la Regione può fare la sua parte

Finora il tema è stato affrontato solo dal Governo, ma per il Pd anche la Regione può fare la sua parte, “soprattutto sul fronte del risparmio energetico e dell’autoproduzione, che possono concretamente ridurre in modo strutturale gli shock dovuti alle turbolenze sul mercato delle fonti energetiche”, aggiunge Villani.

Secondo il consigliere dem, “dalle istituzioni deve arrivare un messaggio chiaro a famiglie e imprese e la Regione non si è ancora mossa in questo senso. Alle imprese serviranno soldi cash e questo è sicuramente un problema del Governo nazionale, ma la Lombardia non deve e non può stare solo a guardare”.

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