8 marzo, l’importanza di una data non solo per la donna
Ruggero Invernizzi, consigliere regionale di Forza Italia, riflette sul significato della Giornata internazionale dei diritti delle donne
Il consigliere regionale di Forza Italia Ruggero Invernizzi riflette sull'importanza della festa dell'8 marzo, e non solo per le donne.
Invernizzi: "8 marzo, l’importanza di una data non solo per la donna"
Nel corso degli anni il significato dell’8 marzo si è modificato, anche a seconda delle istanze e delle urgenze che a livello globale e nazionale venivano avvertite dai movimenti delle donne dei singoli Paesi. Basti pensare, ad esempio, che negli ultimi anni la giornata dell’8 marzo si è legata a quella del 25 novembre, quindi al contrasto alla violenza sulle donne. Io credo che debba essere una giornata di bilancio, per sottolineare i progressi e le conquiste che ci sono state in ambito culturale, economico e politico da parte delle donne, e per mettere in luce le mancanze e la strada da continuare a percorrere per colmare il gap che purtroppo ancora c’è in molti settori della vita femminile.
I diritti delle donne sono, infatti, una conquista recente, ma hanno bisogno di cura e “manutenzione” nel tempo, non possiamo, a tutt’oggi, darli per scontati. Nel corso degli anni molto è stato fatto, ma c’è ancora bisogno di lavorare. Cura significa anche consapevolezza del percorso che ha portato questi diritti ad essere un patrimonio di quella rivoluzione, per certi versi anche silenziosa, delle donne che è iniziata il secolo scorso. È, quindi, importante anche la conoscenza della storia di questi diritti, proprio perché questi possano continuare, nel tempo, ad agire.
Credo che la questione importante non sia tanto preoccuparsi del moltiplicarsi delle iniziative che ci sono durante questa giornata, ma preoccuparsi di “come” le attività che si realizzano in queste giornate contribuiscono ad andare nella direzione del cammino del progresso delle donne stesse. Non si tratta, quindi, tanto di celebrare la peculiarità femminile, ma di fare un bilancio e capire se le azioni intraprese siano davvero efficaci e di implementarle o modificarle ove i risultati ci dicano che si possa e debba fare di più.
In questo quadro, Regione Lombardia ha attivato, fra le altre, la misura “Formare per assumere”, avviata a luglio del 2021 e successivamente programmata, anche sulla base del successo della prima fase di attuazione, sul Programma Regionale Fse+ 2021-2027, che ha permesso, ad oggi, a 3.738 datori di lavoro lombardi di assumere 5.850 persone ricevendo incentivi alle assunzioni associati a voucher per l’adeguamento delle competenze. Di questi lavoratori, 2.875 (il 49%, quindi praticamente la metà) sono donne con un 40% di contratto di apprendistato, un 26% di contratto a tempo determinato e un 34% a tempo indeterminato, andando ad occupare per la maggior percentuale (il 47%) la fascia femminile fra i 21 e i 30 anni, seguita con il 17% da quella fra i 31 e i 40 e con il 14% fino ai 20 anni; 11% a testa per le altre due fasce interessate, ovvero fra i 41 e i 50 anni e oltre i 50.
Dobbiamo, dunque, oggi più che mai interrogarci a fondo sul vero significato dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti delle donne, per focalizzarci su quanto ancora c’è da fare, ed è molto, per abbattere le disparità dei diritti e combattere le violenze ai loro danni.