ALLARME COLDIRETTI

Prezzi in caduta libera nei campi: dal -17% del riso al -56% dell’uva

Il crollo delle quotazioni alla produzione e la concorrenza sleale spingono le aziende a lavorare in perdita

Prezzi in caduta libera nei campi: dal -17% del riso al -56% dell’uva

Il prezzo del riso e dei cereali è crollato drasticamente a causa delle importazioni estere e della concorrenza sleale, costringendo gli agricoltori, anche quelli pavesi, a lavorare in perdita. Coldiretti chiede misure urgenti per la trasparenza e la reciprocità delle regole produttive.

Prezzi in caduta nei campo

La provincia di Pavia, in particolar modo la Lomellina, terra d’elezione per la risicoltura e importante centro cerealicolo, è colpita in maniera durissima dalla crisi agricola nazionale. Mentre i costi di produzione si mantengono elevati, spesso insostenibili, i prezzi riconosciuti agli agricoltori sono in caduta libera, con una situazione che costringe molte imprese a operare sistematicamente in perdita. Come riportato in un comunicato stampa, questo divario è poi aggravato in modo significativo dalla concorrenza sleale generata dall’invasione di prodotti importati dall’estero, un fenomeno che, come evidenziato anche dalla Coldiretti in commento alla Nota Istat, sta minacciando la tenuta economica del settore primario pavese, e non solo.

-13% grano, -17% riso

I dati di ottobre forniti da Ismea mettono in luce una situazione drammatica per i comparti chiave della produzione locale. Tra i cereali, le perdite toccano il -13% per il grano duro e un pesante -17% per il riso. In particolare, il riso vive momenti difficilissimi, con varietà simbolo come l’Arborio che ha visto il suo valore crollare addirittura del 35% rispetto all’anno precedente.

Non va meglio all’ortofrutta, dal -40% per i pomodori al -33% per la lattuga fino al -56% per l’uva da tavola. 

Vigneti in Oltrepò Pavese

Le produzioni nazionali della provincia di Pavia sono schiacciate dalla pressione di cereali stranieri che saturano il mercato. A livello nazionale, lo scandalo del grano duro ha già acceso i riflettori su questa crisi, portando ventimila agricoltori di Coldiretti alla mobilitazione per richiedere al Governo misure urgenti per bloccare le speculazioni e recuperare parte del valore perduto.

Prodotto straniero a basso costo

Secondo Coldiretti, la radice del problema risiede nel massiccio afflusso di prodotto straniero a basso costo, che colpisce gli agricoltori senza che il beneficio sia percepito dai consumatori finali. Questa dinamica è facilitata da accordi commerciali internazionali con Paesi Extra UE e dalla mancanza di trasparenza sul mercato interno: l’assenza di un obbligo generalizzato dell’etichetta d’origine sui prodotti alimentari nell’Unione Europea rende impossibile per i consumatori compiere scelte informate. A ciò si aggiunge una forma di concorrenza sleale ancora più grave, che vede l’uso, al di fuori dell’Europa, di sostanze come pesticidi e antibiotici vietate da anni nell’UE. Una situazione inaccettabile che non rispetta il fondamentale principio di reciprocità delle regole.

Le richieste

Di fronte a un’agricoltura che rischia di soccombere, la Coldiretti continua a incalzare le istituzioni per un’azione decisa. È indispensabile bloccare il dumping normativo ed economico che penalizza la qualità italiana. L’obiettivo primario resta quello di garantire la sopravvivenza delle aziende agricole, tutelando la qualità delle produzioni locali come il riso e i cereali, e assicurando che la trasparenza del mercato diventi un pilastro fondamentale contro le speculazioni.