Vinitaly 2018 bottiglie gioiello, vino ammuffito, modelli hi tech tutte le curiosità

Ci sono anche le bottiglie gioiello con cristalli e oro e quelle hi-tech che consentono di ricostruire con lo smartphone la storia e le caratteristiche del vino.

Vinitaly 2018 bottiglie gioiello, vino ammuffito, modelli hi tech tutte le curiosità
Pubblicato:

Vinitaly 2018: tutte le curiosità, le novità e le eccellenze dalla vetrina più importante d’Italia.

Vinitaly 2018

Dal ritorno della pigiatura con i piedi alle oche che concimano il vigneto fino al vino ottenuto da uve “ammuffite” o quello vinificato in antiche anfore dell’isola di Creta, ma ci sono anche le bottiglie gioiello con cristalli e oro e quelle hi-tech che consentono di ricostruire con lo smartphone la storia e le caratteristiche del vino. Sono solo alcune delle curiosità del vino 2,0 presentate dalla Coldiretti al Centro Servizi Arena. “L’innovazione nella tradizione è l’elemento che caratterizza l’edizione di quest’anno anche con esperienze creative che puntano alla distintività” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “a spingere il cambiamento è la crescente richiesta di naturalità della produzione”.

Curiosità

In Liguria una piccola azienda di Dolceacqua (Imperia) produce il vino come una volta con l’uva che viene pigiata con i piedi per poi mettere tutto il prodotto, dal mosto ai raspi fino alle bucce, a fermentare in botti di legno da cui durante l’anno viene tolto più volte e ritorchiato prima di arrivare all’imbottigliamento finale. Ma al Vinitaly sono arrivate anche le prime bottiglie hi-tech del progetto sperimentale del Ministero delle Politiche Agricole e di Agea che si basa sulla tecnologia blockchain e attraverso lo smartphone consente di tracciare l’identikit del vino, al quale hanno aderito 6 aziende associate alla Coldiretti: In Sardegna una cantina ha sperimentato una nuovo vino, la Malvasia di Bosa Botrytis Cinerea, ottenuto da acini in cui si è sviluppata una muffa particolare, la “Botrytis Cinerea”, un marciume nobile che – spiega la Coldiretti – nasce in condizioni climatiche particolari e riprogramma il metabolismo dell’uva provocando un sostanziale accumulo di aromi e sapori. L’altra curiosità di questa malvasia isolana è che una volta prodotta, le bottiglie vengono interrate in vigna per maturare. Ma nei vigneti – sottolinea la Coldiretti – c’è anche chi si fa aiutare dalle oche per pulire e concimare il suolo in maniera totalmente naturale e biodinamico, aiutando la crescita delle viti e la qualità dei grappoli come a Cannara, in Umbria, dove a un iniziale gruppo di poche decine di volatili, attualmente ce ne sono circa 400 che collaborano con il viticoltore nella cura di 4 ettari di vigna. Mentre in Campania ci sono vini che nascono da vitigni storici antichissimi come quello coltivato fra i resti della Pompei distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Un viaggio nella storia che riguarda i luoghi ma anche le tecniche di lavorazione e di conservazione, infatti – sottolinea Coldiretti – dal campo al bicchiere, il viaggio del vino non è solo in bottiglia.

Le eccellenze

In Friuli Venezia Giulia a San Floriano del Collio (Gorizia) nell’azienda Paraschos, il cui titolare è di origine greca, una parte della produzione viene vinificata in anfore di terracotta provenienti direttamente dall’isola di Creta e dalla zona di Micene, foderate all’interno con cera d’api del Collio e poi utilizzate per le fermentazioni con un affinamento prolungato a contatto con le bucce: le varietà prodotte sono “Amphoreus Bianco” dalle viti più vecchie di Ribolla Gialla e “Amphoreus Malvasia” dalle viti più vecchie di Malvasia istriana. Ma In Piemonte a Castiglione Tinella (Cuneo) c’è anche chi, grazie a un artigiano locale, le anfore per la fermentazione del vino se le crea a km zero con la terra delle proprie vigne come l’azienda agricola Icardi che produce biologico e biodinamico. Ma per i tesori delle cantine italiane non ci sono solo l’argilla o il vetro, ma si usano anche bottiglie con decorazioni in oro come quelle ideate a Imola in Emilia Romagna. Nella produzione enologica del ventunesimo secolo – evidenzia la Coldiretti – si trovano molte altre particolarità: dallo spumante con polvere d’oro a quello con l’argento, dal vino dei ghiacciai a quello degli abissi, dalle bottiglie con cristalli Swarovsky a quelle realizzate con etichette in braille che consentono anche ai non vedenti di leggere le informazioni del vino per conoscerne meglio le caratteristiche a quello con etichette realizzate da ragazzi diversamente abili o dipinte a mano da artisti locali che raggiungono tutto il mondo.

Seguici sui nostri canali