Mummia egizia di Pavia star internazionale a Tenerife

Un appuntamento dedicato alle più importanti ricerche mondiali sulle mummie.

Mummia egizia di Pavia star internazionale a Tenerife
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Mummia egizia conservata a Pavia e la sua ricercatrice al congresso internazionale di Tenerife.

Mummia egizia

La settimana scorsa si è svolto a Santa Cruz, Tenerife, l’International Mummies Studies Congress, intitolato “Athanatos. Immortale. Morte e immortalità nelle popolazioni del passato” e dedicato alle ricerche riguardanti le mummie di tutto il mondo. Si sono trattati temi di antropologia, storia, archeologia, medicina, analisi chimiche e fisiche, dna, studi forensi ed etica espositiva.  Protagonista è stata anche la mummia egizia conservata presso le Raccolte Archeologiche dell’Università di Pavia, poiché la ricercatrice Sabina Malora, direttore del Mummy Project, ha presentato un intervento sull’importante progetto di ricerca, grazie al quale, con indagini mediche e forensi, è stata in parte ricostruita la storia di questa donna vissuta nel III secolo a.C. e le è stata restituita l’immagine attraverso la ricostruzione forense del volto.

Mummy Project

Lo scorso anno la mummia è stata ricollocata nell’“Egyptian Corner”, un apposito spazio espositivo allestito presso il Museo di Archeologia dell’Università di Pavia diretto dal Prof. Maurizio Harari, con la curatela di Anna Letizia Magrassi (Corso Strada Nuova, 65) al termine degli studi effettuati dal Mummy Project. Tutto era iniziato con una Tac all’Ospedale San Matteo di Pavia, con la collaborazione dell’équipe del Prof. Calliada, proseguendo poi con analisi chimiche e fisiche tra Torino e Mannheim, per poi attraversare l’oceano per la ricostruzione del volto, fatta in un centro in Pennsylvania. Il Mummy Project (www.mummyproject.it) è formato da una equipe composta tra gli altri da Chantal Milani, Jonathan Elias, Albert Zink, Wilfried Rosendhal, Francesca Motta, Marco Nicola a cui si è unito anche il team di Geco FabLab di Pavia, con Luca De Sanctis, Sergio Camici e Marianna Belvedere che hanno lavorato a una ricostruzione del reperto in 3D in scala 1:1 per renderlo fruibile ai visitatori del museo con disabilità visive. Questa edizione dell’International Mummies Studies Congress commemora il venticinquesimo anniversario del Proyecto Cronos. Bioantropología de las momias guanches (Progetto Cronos. Bioantropologia delle mummie guanche), che ha dato il via alla prima grande esposizione di mummie celebrata a livello internazionale tenutasi presso la Recova Vieja di Santa Cruz de Tenerife nel 1992, con uno straordinario successo di pubblico, e al I Congreso Mundial de Estudios sobre Momias (I Congresso Mondiale di Studi sulle Mummie), celebratosi nel Puerto de la Cruz nello stesso anno e che ha rappresentato il punto di partenza per i futuri congressi di tale specializzazione nel mondo (fino ad ora se ne sono celebrati nove). È stata dedicata alla memoria di Arthur C. Aufderheide, pioniere delle ricerche sulle mummie e famosissimo paleopatologo.

Lavori sul Dna

Il progetto di ricerca sulla mummia egizia conservata a Pavia proseguirà ancora, poiché la dott.ssa Malgora ed il centro di studi per le mummie-Eurac di Bolzano stanno lavorando sul Dna. Ancora una grande testimonianza dell’eccellenza dell’Università di Pavia. Sabina Malgora si è distinta nel corso del simposio internazionale anche con un secondo intervento, che ha riguardato un progetto ancora in fieri sulle mummie di animali conservate presso il Museo di Scienze Naturali di Brescia. Queste sono state indagate attraverso autopsie virtuali ottenute tramite Tac effettuata lo scorso dicembre presso il Fatebenefratelli di Milano. Si tratta di mummie di gatti, falchi, coccodrilli e serpenti, per un totale di 12 animali. La ricercatrice aveva già partecipato a due delle precedenti edizioni del convegno, una a San Diego dove ha presentato gli studi sulla ormai famosa mummia di Ankhpakhered e una a Rio De Janerio dove ha relazionato sulla mummia di Bast-en-ankh del Palais Mamming di Merano. In quello di Rio era anche membro del comitato scientifico del convegno. «È sempre emozionante presentare le proprie ricerche in un panorama internazionale- commenta la Malgora – dove si ricevono grandi gli stimoli e le ricompense alle giornate senza fine e senza feste passate ad indagare questi corpi immortali».

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