Lo studio di Teodoro Brescia sul quadro di Leonardo rivela : "La Monna Lisa è Giovanna Bianca Sforza"
La dama, figlia di Ludovico il Moro, è morta a 14 anni e ha vissuto al Castello di Vigevano
Il filosofo e antropologo Teodoro Brescia sostiene che dopo tanti anni di dubbi il mistero si sia risolto. La Gioconda è la figlia di Ludovico il Moro. La dama viveva nel Castello di Vigevano e sembra che Leonardo l'abbia dipinta proprio tra le logge.
Negli occhi della dama e sotto l’arcata del ponte alcune lettere svelerebbero il suo nome.
Un rebus sulla Gioconda
Brescia, dottore di ricerca all’Università di Bari, teorizza l'identità della Monna Lisa nel suo saggio «Un rebus sulla Gioconda. Tra i due rami del Lago di Como». Il filosofo ha illustrato la sua tesi in un incontro proprio a Vigevano dove ha presentato la seconda edizione del libro.
Leonardo amava i rebus e gli piaceva proporli a Ludovico il Moro in persona per intrattenerlo. E così il lavoro di Teodoro Brescia si basa proprio su di un rebus. Innanzitutto è chiaro che il Castello di Vigevano fosse la dimora della dama, inoltre le colonne della loggia sono molto simili a quelle del dipinto.
Ma c'è una seconda prova in più che avvalora la tesi del professore e si nasconde nei misteriosi occhi della donna. La terza prova, invece, consiste nelle lettere e nei numeri sotto la prima arcata a destra del ponte che vediamo sullo sfondo dell'opera.
Negli occhi della dama e sotto il ponte
Negli occhi della dama e sotto il ponte sullo sfondo troviamo una serie di lettere: LV, CE(o B). E se volessero rivelare il nome della modella? Leonardo, del resto, non lo aveva mai rivelato. Da qui è partito tutto e tenendo conto dell’usanza leonardiana di scrivere al contrario, leggendo da destra a sinistra i caratteri sarebbero più precisamente VL, IE (o B).
Specchiati diventano in termini rinascimentali JV, BI ed SF. Le iniziali della persona ritratta. JV si trova nell’occhio destro e diventa Jovanella. BI nell’occhio sinistro, posto sulla pupilla, diventa Biancilla. SF posto sull’acqua agitata sotto il ponte diventa Sforza. Dunque Giovanella Biancilla Sforza. La piccola Giovanna Bianca Sforza, deceduta in tenera età nel 1496, all'età di 14 anni.
Non solo lettere ma anche un numero ed è il numero 72. Questa cifra denoterebbe il ponte, crollato e ricostruito nel 1472, della città di Bobbio (Piacenza) dove la dama andava a villeggiare.
Un ritratto post mortem
Partendo da questi elementi, Teodoro Brescia giunge alla conclusione che i caratteri nel dipinto, se letti allo specchio, formano un vero e proprio rebus che compone il nome completo di Giovanna Bianca Sforza.
Essendo morta prima della realizzazione del dipinto, “Un rebus nella Gioconda” spiega che quello di Leonardo potrebbe essere un ritratto post mortem (ecco il motivo del velo nero) commissionato da Ludovico il Moro. È tutto un'enigma, chiaro è che il ritratto è stato concluso nel 1504 e non fu mai consegnato al committente.