98 giorni: in Centro Storico il "rito artistico di riapertura" del Teatro Fraschini FOTO
"98" come il periodo di chiusura che i teatri hanno dovuto rispettare a causa della pandemia.
Ieri, martedì 29 settembre 2020 a Pavia si è tenuto il «rito di riapertura» del Teatro Fraschini, con una coloratissima “invasione” in centro storico, incursioni teatrali in 34 luoghi della cultura e del sociale e una toccante coreografia conclusiva nel Castello Visconteo. Prodotto dalla Fondazione Teatro Fraschini, con la regia di Serena Sinigaglia. Diventerà un documentario per la regia di Elvio Longato.
98 giorni
Si è concluso ieri sera “98 giorni”, rito artistico per la riapertura del Teatro Fraschini, con un epilogo al Castello Visconteo, trasformato in set cinematografico per l’occasione, che ha unito 98 artisti teatrali a 98 cittadini, chiamati a interpretare il pubblico in una suggestiva coreografia dalla forte valenza simbolica.
“L’invasione”
Il rito, intitolato “98 giorni”, come il periodo di chiusura che i teatri hanno dovuto rispettare dal 9 marzo al 15 giugno 2020 a causa della pandemia, aveva preso inizio dalla mattina, quando i 98 artisti, tra cui attori, danzatori, circensi, tecnici e maestranze in rappresentanza delle tante e varie professioni del teatro italiano duramente colpite dagli effetti della pandemia, si sono riuniti in Teatro sotto la direzione della regista Serena Sinigaglia, per poi uscire all’improvviso e dare vita a una coloratissima e festosa “invasione”, che ha sorpreso i passanti che si trovavano a percorrere la centralissima Strada Nuova all’altezza di piazza Italia.
Un documentario
Intorno a loro si muoveva la troupe del regista Elvio Longato, che ha seguito ogni fase del rito per realizzare un documento dedicato al progetto, per fissare in pellicola questo momento storico di riflessione e rinascita, che segue un momento così doloroso, complesso e difficile da superare, ricco di controversie, ma anche di momenti di unione e di riscoperta di valori fondamentali, come quello della bellezza e dell’arte.
Le incursioni teatrali
Nel primo pomeriggio, inoltre, un gruppo di attori è uscito nuovamente dal Teatro per compiere una serie di “incursioni” teatrali in 34 luoghi di comunità di Pavia; luoghi simbolo, comunità che durante il lockdown hanno dovuto ritirarsi dietro a una porta chiusa all’esterno: istituzioni, RSA, scuole, collegi universitari, musei che hanno aperto la porta proprio per recuperare l’incontro con gli artisti.
In ognuna di queste location gli attori hanno recitato simultaneamente la poesia Nove Marzo Duemilaventi toccante e potente testo di Mariangela Gualtieri, scritto in una sorta di “precipitazione poetica” la mattina del 9 marzo, e che la poetessa ha concesso con gioia sposando pienamente il progetto.
Coinvolti anche 98 cittadini
Tra le persone coinvolte nelle attività di questi luoghi di comunità sono stati inoltre selezionati i 98 cittadini che, insieme ai 98 artisti - tutti adeguatamente preparati e distanziati nella più rigorosa osservanza delle norme anti Covid-19 - hanno poi dato vita alla performance collettiva al Castello Visconteo.
La coreografia al Castello Visconteo
Nella splendida cornice del Castello Visconteo, luogo simbolo di arte e di storia per Pavia e i suoi abitanti, è stata allestita una suggestiva scenografia circolare, composta da rami tagliati della esatta lunghezza di un metro - misura iconica del distanziamento tra persone - e dipinti di una speciale vernice riflettente color ocra, colore che richiama alcuni versi del componimento di Mariangela Gualtieri, a formare nella corte la figura di un simbolico polmone.
Dal gruppo degli artisti, inizialmente schierati e distanziati fuori dal cerchio, sono usciti prima i danzatori, che con le loro performance hanno disegnato nell’aria getti e folate di polvere ocra.
In un’atmosfera sacrale, resa intensa e toccante anche grazie al coro che risuonava nelle volte del portico del Castello, i trampolieri muniti di torce accese hanno accolto il pubblico, che si è dapprima disposto a cerchio e poi, su invito dei danzatori, è stato accolto nel “polmone”, al cui centro una giovane attrice ha recitato il testo di Nove Marzo Duemilaventi.
Attori e pubblico hanno infine alzato le mani, intinte nella polvere ocra e illuminate, per rappresentare il “respiro” con cui il Teatro e la comunità torna a rivivere, gli uni necessari agli altri. Come recita il testo della poesia, in un altro punto:
“Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo”.
Il progetto “98 giorni”
Voluto e prodotto dalla Fondazione Teatro Fraschini, in collaborazione con Officine Creative - Laboratorio di produzione per le Arti Visive e Performative dell’Università di Pavia e con il supporto e il patrocinio del Comune di Pavia, “98 giorni” intende lanciare da Pavia un potente messaggio sull’importanza e la necessità delle arti e dello spettacolo nella vita civile, sul ruolo della cultura che ora deve prendersi cura di una comunità ferita e turbata.
Il progetto, nato da un’idea di Francesca Bertoglio, direttore generale e artistico del Teatro Fraschini, si è avvalso della collaborazione di Fabrizio Fiaschini, docente di Storia del Teatro e di Performance all’Università di Pavia, ed è stato affidato alla regista Serena Sinigaglia e alla Compagnia ATIR di Milano.
La nuova stagione
Il rito ha anticipato l’inizio della nuova stagione teatrale dal titolo “Emergere, Sognare | ottobre dicembre 2020”, in cui il teatro con un grande impegno produttivo resterà luogo vivo e aperto, con spettacoli e iniziative tutti i giorni, a colmare il vuoto finora lasciato.
La prima alzata di sipario in sala dopo la pandemia sarà il 2 ottobre con il Der Messias, oratorio in tre parti per soli coro e orchestra di Hendel, nella revisione del 1789 di W.A. Mozart, e sarà interamente dedicato al personale medico sanitario della città. La Fondazione Fraschini ha previsto la diretta streaming.
Per il programma completo: www.teatrofraschini.it
(Foto credit: Marco Rognoni)