Bimbo conteso

Tre giorni per decidere il destino di Eitan: oggi prima udienza in Israele

La giudice israeliana dovrà decidere sulla base della Convenzione dell’Aja sulla sottrazione dei minori.

Tre giorni per decidere il destino di Eitan: oggi prima udienza in Israele
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In Israele si decide la sorte del piccolo Eitan: oggi la prima udienza a Tel Aviv.

Tre giorni per decidere il destino di Eitan: prima udienza a Tel Aviv

Oggi, venerdì 8 ottobre 2021, e poi sabato 9 e domenica 10, il Tribunale della Famiglia di Tel Aviv riprende a discutere del destino di Eitan, il bimbo unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone dello scorso 23 maggio. Tre giorni decisivi, in cui la giudice dovrà stabilire se il caso rientra nelle fattispecie previste dalla convenzione dell'Aja sulla sottrazione dei minori. Convenzione firmata sia da Italia che da Israele.

Il rapimento del nonno

Una strada intrapresa dalla zia paterna Aya Biran, affidataria secondo la magistratura italiana della tutela del bambino, che si è rivolta al Tribunale di Tel Aviv dopo che Eitan è stato portato senza consenso in Israele dal nonno materno Shmuel Peleg, indagato a Pavia per sequestro di persona. Il nonno Shmuel Peleg, in una intervista alla televisione israeliana Channel 12, non aveva mostrato alcun ripensamento sul rapimento del nipote in Italia: “Credo mia figlia quando la incontrerò nel cielo sarà orgogliosa di me. Perchè ho salvato suo figlio e l’ho riportato a casa”, aveva riferito.

L'accordo temporaneo

Lo scorso 23 settembre è stato stabilito un accordo temporaneo tra le due famiglie: la giudice israeliana ha favorito una intesa tra i Biran e i Peleg in base alla quale Eitan ha passato 3 giorni a settimana alternativamente con la zia Aya e con il nonno Shmuel Peleg, la cui figlia Gali - sorella della mamma del bambino - ha annunciato di volerne chiedere l'adozione.

Un accordo, avevano precisato i legali delle due parti, volto a mantenere "la privacy del bambino, che in questo momento ha bisogno di tranquillità".

Ora toccherà alla giudice sciogliere il nodo della Convenzione dell'Aja. Oggi, sabato e domenica i tre giorni decisivi.

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