CRONACA

Tragedia a Castel d’Azzano: tra i tre carabinieri uccisi anche il brigadiere Valerio Daprà, cresciuto a Pavia

Il carabiniere 56enne aveva legami profondi con la città dove aveva vissuto fino all’arruolamento nell'Arma

Tragedia a Castel d’Azzano: tra i tre carabinieri uccisi anche il brigadiere Valerio Daprà, cresciuto a Pavia

È morto nell’esplosione del casolare di Castel d’Azzano il brigadiere Valerio Daprà, 56 anni, cresciuto a Pavia e in servizio al Radiomobile di Padova. Con lui hanno perso la vita altri due carabinieri durante un’operazione di sgombero finita in tragedia.

Tragedia a Castel d’Azzano: tra le vittime il brigadiere Daprà, cresciuto a Pavia

La morte di tre carabinieri nell’esplosione di un casolare a Castel d’Azzano colpisce anche Pavia, città dove era cresciuto Valerio Daprà, brigadiere capo di 56 anni. Nonostante il servizio lontano dalla sua città natale, Valerio aveva mantenuto legami stretti con la famiglia e gli affetti pavese.

La sua famiglia, infatti, originaria di Vicobarone nel Piacentino, vive tuttora in città: il padre 85enne, rimasto vedovo da pochi anni, e numerosi zii e cugini con i quali Valerio ha sempre mantenuto rapporti stretti, nonostante la vita militare lo avesse portato lontano.

Una vita nell’Arma

Dopo gli studi, a soli 19 anni, Daprà aveva scelto la divisa, seguendo l’esempio del fratello, oggi in congedo dopo una lunga carriera da comandante di Stazione in provincia di Brescia.

Pur non avendo mai prestato servizio a Pavia, Daprà considerava la città come il proprio punto fermo, il luogo in cui tornare per ritrovare casa e affetti. Attualmente era in servizio al Nucleo Radiomobile di Padova, insieme al carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni, e al luogotenente Marco Piffari, 56 anni: entrambi rimasti uccisi con lui nell’esplosione.

Valerio Daprà con Davide Bernardello

Nato a Brescia, 56 anni fa, nel corso della sua carriera, Valerio Daprà ha partecipato anche a missioni internazionali: nel 1994 è stato paracadutista nel battaglione Tuscania impegnato in Somalia.

La tragedia lo ha strappato alla compagna, al figlio di 26 anni. I colleghi e amici lo descrivono come un uomo generoso e rigoroso, sempre fedele ai valori dell’Arma.

L’esplosione

Il drammatico episodio si è consumato nella notte di martedì 14 ottobre in via San Martino a Castel d’Azzano (VR), durante un’operazione di sgombero. Secondo le prime ricostruzioni, i fratelli Ramponi — Maria Luisa, 59 anni, e i due uomini Franco e Dino — si erano barricati nel casolare e avrebbero aperto le bombole del gas al momento dell’intervento dei carabinieri.

La deflagrazione ha distrutto l’edificio, travolgendo gli operatori impegnati nell’azione. Venticinque le persone soccorse, quattro in codice rosso.

I fratelli Maria Luisa e Dino Ramponi sono stati arrestati subito dopo l’esplosione, mentre Franco Ramponi, fuggito dopo l’incidente, è stato catturato poco dopo in una campagna di sua proprietà.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il proprio cordoglio, ricordando

“il sacrificio di servitori dello Stato che hanno perso la vita nell’adempimento del dovere”.

Da Pavia a Padova, il dolore si mescola all’orgoglio per un uomo che ha dedicato la propria esistenza al servizio e alla tutela degli altri.