Appello e smentita

Terapie intensive Lombardia: “Prepararsi a riattivare 500 posti letto”. Poi la smentita

La smentita da parte del Coordinamento dei reparti di terapia intensiva di tutta la Lombardia riguardo la presunta lettera inviata alla Regione.

Terapie intensive Lombardia: “Prepararsi a riattivare 500 posti letto”. Poi la smentita
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Terapie intensive Lombardia: “Prepararsi a riattivare 500 posti letto”. Poi arriva la smentita da parte del Coordinamento dei reparti di terapia intensiva di tutta la Lombardia riguardo la presunta lettera inviata alla Regione.

Terapie intensive in Lombardia

Una lettera del Coordinamento dei reparti di terapia intensiva di tutti gli ospedali della Lombardia inviata alla Regione. Il contenuto del documento riservato è stato recepito dal Corriere della Sera che spiega come la missiva sia espressione di preoccupazione organizzativa nelle terapie intensive per una paventata terza ondata.

La smentita

Un nota ha di fatto smentito quanto affermato nella presunta lettera, come si legge nel comunicato:

“In relazione all’articolo pubblicato in data odierna dal Corriere della Sera (intitolato ‘Rianimazioni, ‘preparatevi a riattivare 500 posti letto in 48 ore’: la lettera alla Regione Lombardia’), il Coordinamento delle Terapie Intensive di Regione Lombardia smentisce di avere inviato alla Regione una lettera con cui chiede di “attendere e non occupare letti di terapia intensiva per altre attività sanitarie non-COVID”. Non esiste alcun ‘documento riservato’ inviato dal Coordinamento ai vertici regionali.

E’ certamente vero – spiega il Coordinamento – che, poiché gli indicatori epidemiologici indicano una ripresa dell’epidemia, si sta predisponendo un piano di espansione che prevede la possibilità di aumentare in tempi rapidi il numero di posti letto intensivi dedicati ai pazienti COVID. Non è invece stata data indicazione a “non riconvertire alcun letto all’attività di routine”, anzi il numero di letti intensivi per pazienti non-COVID è progressivamente aumentato nel corso delle ultime settimane.

Fin dall’inizio dell’epidemia, gli sforzi degli anestesisti-rianimatori lombardi sono stati tesi a garantire a tutti i pazienti, sia affetti da COVID sia da altre patologie, il massimo livello di assistenza utilizzando tutte le risorse disponibili”.

Il testo della lettera

La lettera indicava la necessità di non occupare i letti in terapia intensiva per altre attività sanitarie non inerenti al Covid e prepararsi per riattivare in 48 ore 500 posti letto per l’eventuale impennata dei contagi e del peggioramento di condizioni di salute.

"I responsabili dei reparti più esposti dunque chiedono di non riconvertire alcun letto all’attività di routine. E’ ancora troppo presto, e occorre tenersi pronti a impiegare tutti e 500 quei letti per pazienti Covid appena se ne vedrà la necessità. Perché il rischio si fa ogni giorno più alto".

Timore della Regione per la collocazione in zona rossa

Mentre i vertici politici, a cominciare dal governatore Attilio Fontanatemono l’ingresso in zona rossa della Lombardia, i numeri sui contagi e sull’occupazione di posti letto nelle terapie intensive, che erano diminuiti e assestati prima del periodo festivo invernale, continuano a crescere o a restare in un’alta stabilità. Dagli ultimi dati, i letti occupati nelle terapie intensive sono 462 (a novembre erano circa mille), mentre i ricoveri in altri reparti sono saliti a 3.651.

Ancora alti i decessi

Rimangono alti anche i decessi giornalieri: +51 secondo l’ultimo bollettino di Regione Lombardia, per un totale di 25.954 morti da inizio pandemia. Numeri ancora contenuti, per fortuna, ma che preoccupano gli addetti ai lavori e il personale sanitario, tanto che dalle terapie intensive lanciano un messaggio chiaro: tenere liberi 500 posti per eventuali pazienti Covid che potrebbero registrare un’impennata.

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