Suicida agente penitenziario del carcere di Opera: si è tolto la vita in vacanza in Puglia
La tragedia a Cursi in provincia di Lecce. L'uomo, 54 anni, si è impiccato.
Suicida poliziotto penitenziario in servizio nella casa di reclusione di Opera. Sappe: "E il terzo suicio di baschi azzurri da inizio anno".
Suicida agente penitenziario del carcere di Opera
Tragedia a Cursi, in provincia di Lecce. Un Assistente Capo Coordinatore del Corpo di Polizia Penitenziaria, originario di Cursi e di circa 54 anni, da molti anni in servizio nella casa di reclusione di Opera a Milano, tornato nel luogo d’origine per alcuni giorni di ferie, si è tolto la vita tramite impiccamento. L’uomo è stato rinvenuto da un familiare. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Siamo sconvolti”, dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE. "L’uomo era molto tranquillo e discreto ed era impiegato in servizio nell’Area pedagogica della Casa di reclusione di Milano Opera. Era scapolo e, tragedia nella tragedia, aveva avuto un fratello, anche lui appartenente alle Forze di Polizia, che qualche anno fa si era tolto la vita”.
Terzo suicidio da inizio anno
Capece non entra nel merito delle cause che hanno portato l’uomo a togliersi la vita, e sottolinea: “bisogna evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazioni, ma sembra davvero non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato italiano. Questo è il terzo suicidio nelle file della Polizia Penitenziaria dall’inizio dell’anno, e due hanno visto coinvolti poliziotti che lavorano in Lombardia. Lo scorso anno 2019 erano stati 11 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita. Quel che è certo è che sui temi del benessere lavorativo dei poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria e il Ministero della Giustizia sono in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa concreta.”
Per il SAPPE “servono con urgenza soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria. Non mettere in atto immediate strategie per contrastare il disagio che vivono gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria sarebbe irresponsabile. Mi rivolgo al nuovo Capo del DAP, Bernardo Petralia, e rinnovo il nostro appello al Ministro Bonafede: non si perda ulteriore tempo su questa grave, inquietante ma ancora troppo trascurata drammatica realtà dei suicidi nelle fila della Polizia Penitenziaria!”.