Spaccio nell'area dell'ex zuccherificio abbandonato, scattano undici arresti
Tre soggetti già trovati, otto ancora in fase di ricerca. In un mese smerciavano 10 kg di droga per un valore di 200mila euro
Un'attività da 200mila euro al mese svolta ogni giorno dalle 9 alle 18: spaccio di eroina e cocaina nell'ex zuccherificio di Casei Gerola. Undici arresti.
Spaccio per 200mila euro al mese nell'ex zuccherificio
Non un'attività saltuaria, ma un lavoro vero e proprio con un orario compreso tra le 9 e le 18, ogni giorno. In un'attività decisamente fiorente, che secondo le stime poteva portare ad un giro d'affari di circa 200mila euro al mese.
In realtà non si tratta dell'attività di un'azienda ben funzionante, ma della prosperosa attività di spaccio portata avanti da una serie di pusher nell'area dello zuccherificio abbandonato di Casei Gerola. Ora per undici di questi soggetti l'autorità giudiziaria di Pavia ha emesso un mandato di arresto: tre sono già stati raggiunti, otto invece sono in questo momento ricercati.
Pusher nascosti nella vegetazione
L'indagine era partita ancora nel 2021: erano arrivate segnalazioni da parte di diversi cittadini, del sindaco di Casei Gerola ed era anche stato trasmesso un servizio televisivo da Le Iene.
Da lì era partita l'attività d'indagine. Grazie ad appostamenti e con altre tecniche, i carabinieri avevano ricostruito tutta la vicenda. Nel corso degli accertamenti era emerso come ogni giorno l'area dell'ex zuccherificio di Casei Gerola venisse raggiunta da un gran numero di automobili.
All'arrivo i conducenti scendevano dall'auto, raggiungevano la recinzione dell'ex zuccherificio e pochi istanti dopo se ne andavano, dopo un breve contatto con altri soggetti nascosti nella vegetazione al di là della staccionata.
La mappa dell'area dove avveniva l'attività di spaccio:
Quattro batterie di pusher
I carabinieri hanno potuto così constatare come nell'area industriale in abbandono ogni giorno venisse svolta tale fiorente attività di spaccio da quattro distinte "batterie" di pusher, quasi tutti di origine nordafricana, che si rifornivano da altri soggetti residenti nell'hinterland di Milano.
Gli stessi spacciatori di Casei Gerola risulta siano residenti a Milano o nell'hinterland cittadino e che, appunto, "lavorassero" nell'area dello zuccherificio abbandonato ogni giorno tra le 9 e le 18.
Secondo gli accertamenti di militari, l'attività vedeva in maggioranza lo spaccio di cocaina ed eroina, con uno smercio di circa 10 chilogrammi al mese per un valore stimato in circa 200mila euro.