L'ultimo caso a Zinasco

Settimo allevamento nel Pavese colpito dalla peste suina. Intanto scoppia la rabbia degli animalisti

Gli attivisti denunciano metodi crudeli di uccisione degli animali, le associazioni della provincia faranno appello anche al Consiglio di Stato

Settimo allevamento nel Pavese colpito dalla peste suina. Intanto scoppia la rabbia degli animalisti
Pubblicato:
Aggiornato:

Sono saliti a sette i casi di Peste Suina Africana(PSA) nel Pavese. Dopo le ultime segnalazioni a Zinasco e Dorno dove il virus ha raggiunto un allevamento che ospita ben 1200 maiali, è stata colpita un'altra azienda. Il settimo caso è stato confermato ieri, giovedì 7 settembre, in un piccolo allevamento di Zinasco che conta appena 4 maiali (immagine di copertina pubblicata sui social da "Essere Animali").

Salgano a sette i casi di Peste Suina

L’Unione Europea è intervenuta ampliando il numero di Comuni pavesi soggetti a restrizioni, ora sono 172. Allevamenti e rifugi tra le strutture soggette a provvedimenti.

La Peste Suina ha fatto la sua prima comparsa in Lombardia a Ferragosto quando sono stati scoperti i primi casi a Bagnaria e Montebello della Battaglia. Sono bastate poche settimane perché la malattia si diffondesse in tutta la regione e in tantissime aziende. Fino ad ora, sono 11.500 i maiali abbattuti.

La rabbia delle aziende agricole

Gli ultimi Comuni coinvolti:

Le aziende agricole nella zona colpita dalla PSA si trovano in uno stato di rabbia e rassegnazione. Molti allevamenti hanno subito perdite significative a causa degli abbattimenti necessari per contenere il virus. Non sono serviti a molto i provvedimenti presi ma le istituzioni continuano ad occuparsene.

Non ce la sentiamo di rilasciare commenti per il momento - spiegano con risentimento e dolore i responsabili di un'azienda di Zinasco colpita dalla Peste - inoltre abbiamo un ATS, delle direttive…adesso è tutto prematuro.”

L’Unione Europea è intervenuta ampliando il numero di Comuni pavesi soggetti a restrizioni, ora sono 172. Stiamo parlando  54 comuni nella zona di protezione e 118 nella zona di sorveglianza con nuove regole che vietano le movimentazioni di suini e impongono monitoraggi rigorosi.

Il rifugio di animali contro gli abbattimenti

Non solo aziende agricole ma anche rifugi. La malattia che colpisce i suini è infatti arrivata nel rifugio per animali "Progetto Cuori Liberi" di Sainerio, a pochi chilometri da Zinasco. Dall'ATS è arrivata nel corso della giornata di mercoledì 6 settembre la notifica di abbattimento dei 35 maiali presenti nella struttura ma i responsabili e volontari non ne vogliono sapere.

Uno degli ultimi post di protesta dell'associazione:

 “Diffidiamo l’Azienda Sanitaria pavese a procedere con l’esecuzione dei 35 suini che vivono al Rifugio Cuori Liberi: nessuno torca loro un pelo prima che il TAR si esprima il 5 ottobre - tuonano le associazioni LAV, Vita da Cani, Cuori Liberi e LNDC Animal Protection - Inoltre, presenteremo appello anche al Consiglio di Stato a Roma per impedire fin da subito l’esecuzione della sentenza di morte, per una malattia non trasmissibile agli esseri umani, la peste suina africana.”

Gli attivisti sottolineano che la PSA non è trasmissibile agli esseri umani e che sarebbero possibili misure alternative non cruente per affrontare la situazione.

"Rifiutiamo questa pratica pilatesca - continuano le associazioni - Il rifugio ha la possibilità di mettere in atto tutti i sistemi di biosicurezza per tutelare la salute pubblica e degli animali già confinati e non soggetti ad alcuna movimentazione.”

La dura reazione degli animalisti

Dura è anche la reazione degli animalisti. L’organizzazione animalista no profit "Essere animali" di Bologna ha denunciato lo strazio filmando con un drone l'abbattimento dei maiali in un allevamento del pavese colpito dalla peste suina africana. I volontari hanno condiviso un video sui social con alcune immagini girate proprio nell'azienda in provincia di Pavia.

Gli animalisti denunciano problemi di biosicurezza nell'allevamento dove è avvenuto l'abbattimento. A detta loro il tetto delle strutture analizzate sembra compromesso in quanto consentirebbe l'accesso di volatili e animali selvatici sollevando preoccupazioni sulla possibile contaminazione.

Il filmato pubblicato dall'organizzazione su Instagram:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Essere Animali (@essereanimali)

Inoltre, si sono scagliati contro quelli che reputano metodi di abbattimento crudeli. L'abbattimento con il gas avverrebbe infatti troppo lentamente causando sofferenze prolungate agli animali.

Undici pattuglie per combattere l'emergenza

Dall'altro lato, il Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia in stretta collaborazione con i Servizi Veterinari di ATS Pavia e altre amministrazioni coinvolte ha annunciato nuovi provvedimenti. Dal 6 settembre, undici pattuglie di forze dell'ordine operano giorno e notte nelle aree interessate dai focolai di PSA.

Questa iniziativa è fondamentale per limitare la diffusione del virus e proteggere il territorio e le attività produttive connesse all'agricoltura. Ma il gruppo di Carabinieri non è da solo ad affrontare la missione. Riceve infatti il supporto di altre dieci unità provenienti dalle vicine province di Cremona, Milano e Varese.

Tutte le istituzioni coinvolte concordano sulla necessità di incrementare le misure di sicurezza attive nelle zone di protezione e sorveglianza. La loro priorità è proteggere sia la popolazione che le attività agricole che potrebbero subire gravi conseguenze dalla diffusione della PSA.

Commenti
Davide

"La loro priorità è proteggere sia la popolazione" Proteggere la popolazione da cosa, se nelle righe precedenti è stato affermato che non è contagiosa per gli umani?

Giampiero Bernardini

Bisogna ridurre al minimo la produzione e il consumo di carne: tutti gli animali, i maiali in particolare, sono esseri senzienti e intelligenti, nel XXI secolo è un crimine il trattamento riservato agli animali. Le pesti e le febbri sono causate dal tipo di allevamenti e dall'incuria. Basta soprusi indegni di una civiltà.

Rossella

La popolazione umana NON è a rischio in quanto questo virus non colpisce gli umani! Diciamo che si vogliono proteggere gli interessi degli allevatori per i quali questi poveri esseri viventi sono " merce " ..

Seguici sui nostri canali