Sei adolescenti molestate sul treno di ritorno da Gardaland
Quattro sono di Milano e due di Pavia.
Sei adolescenti molestate sul treno di ritorno da Gardaland: è successo nel pomeriggio di giovedì 2 giugno 2022 a bordo di un treno regionale che da Peschiera del Garda (VR) doveva portarle a casa dopo aver trascorso una giornata a Gardaland.
Sei adolescenti molestate sul treno
Sono residenti tra le province di Milano e Pavia le sei adolescenti che nella giornata di giovedì sono state molestate su un treno di rientro da Gardaland.
Una situazione bruttissima capitata alle giovani che si sarebbero trovate accerchiate da un gruppo di coetanei su un convoglio e lì sarebbero state palpeggiate e molestate. Le giovani, di ritorno verso casa dopo la giornata, non hanno chiamato le Forze dell'Ordine per paura di ritorsioni ma hanno avvisato i genitori che hanno provato a contattare invano il 112.
Fortunatamente all'altezza della stazione di Desenzano (BS), le adolescenti sono riuscite a scendere dal treno grazie all'aiuto provvidenziale di un ragazzo. Lì hanno atteso l'arrivo dei genitori che le hanno poi portate a casa. Il giorno dopo, venerdì 3 giugno 2022, si sono presentate alla Polfer della Stazione Centrale di Milano sporgendo denuncia per quanto accaduto. Le sei ragazze di 16 e 17 anni, sono residenti quattro a Milano e due a Pavia.
Le reazioni politiche
Una triste vicenda che ha subito riscosso anche diverse reazioni dalla politica ed in particolare dal Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia.
“Continuiamo la nostra battaglia quotidiana per una libertà non solo individuale, ma sociale. Pensare che delle ragazze vengano importunate, molestate o che siano oggetto di aggressione nei nostri territori non esiste. Il mio appello è che ci sia tolleranza zero e che le forze dell’ordine ci mettano il massimo impegno per trovare i responsabili”.
Con queste parole il Presidente veneto, ha commentato la notizia di sei denunce per aggressioni sessuali.
“Noi veneti siamo abituati a un rapporto sociale basato sul rispetto delle persone e delle regole. Non deve passare l’idea – ha concluso il governatore del Veneto - che fatti come questi possano diventare ordinari o addirittura, peggio ancora, che ci si possa assuefare. Non ci siamo mai neanche adeguati al fatto di mettere gli allarmi in casa e di pensare di chiuderci dentro. Ripeto, tolleranza zero”.