Scoperta a Vigevano banda di strozzini: chiedevano fino al 150% di interessi
Arrestati due uomini per usura, un terzo denunciato
Nella serata del 3 aprile 2024, i Carabinieri di Vigevano hanno smantellato un gruppo criminale locale dedito allo strozzinaggio, portando alla luce una rete di usura che aveva preso di mira alcuni residenti della città.
Prestiti al 150% di interesse
Al vertice di questa banda si trovava un uomo di 55 anni di origine albanese, residente appunto a Vigevano, che inizialmente offriva prestiti a persone in difficoltà finanziaria, compresi imprenditori che non potevano ottenere finanziamenti ufficiali. Tuttavia, una volta che le vittime erano indebitate, l'uomo diventava il loro aguzzino, imponendo tassi d'interesse estremamente elevati, superando anche il 150%, e minacciando di morte coloro che non riuscivano a rimborsare il debito.
Le minacce
Un clima di terrore alimentato da due complici, anch'essi stranieri, uno albanese e uno rumeno, che collaboravano con l'usuraio per costringere le vittime al pagamento. Questi hanno anche provato a recarsi sul luogo di lavoro dei debitori armati di manganello.
In una occasione, stante l’impossibilità di far fronte a un pagamento, una delle vittime è stata addirittura costretta a svendere a uno degli estorsori, per poche migliaia di euro, il fuoristrada di proprietà, sotto la minaccia di ritorsioni nei confronti dei famigliari.
Due arresti e una denuncia
L'inchiesta, avviata dopo la denuncia di una delle vittime, ha portato al decreto di misura cautelare personale emesso dal Tribunale di Pavia nei confronti dei due albanesi, che sono stati arrestati e associati presso la Casa Circondariale Torre del Gallo di Pavia. Il terzo straniero coinvolto è stato denunciato in stato di libertà, mentre un italiano di 61 anni è stato coinvolto come intermediario in una transazione di immobili, utilizzata per estorcere denaro dalle vittime.
Sequestrati 14mila euro in contanti
Durante l'operazione, sono stati sequestrati quasi 14.000 euro in contanti, insieme a armi da intimidazione come un manganello e un tirapugni. Le indagini proseguono per individuare eventuali altre vittime che potrebbero non aver denunciato gli abusi subiti.