LA SENTENZA

RFI condannata a risarcire 240mila euro alla famiglia di una vittima di amianto

Francesco Maria Cairo, operaio pavese, è deceduto per un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione per 32 anni alla fibra killer

RFI condannata a risarcire 240mila euro alla famiglia di una vittima di amianto
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Strage di amianto sui binari: Rete Ferroviaria Italiana condannata a risarcire con 240mila euro la famiglia del pavese Francesco Maria Cairo. L’operaio è deceduto per un mesotelioma causato dall’esposizione per 32 anni alla fibra killer.

Vittima amianto, risarcimento per la famiglia

Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza che condanna Rete Ferroviaria Italiana al pagamento di un risarcimento di 240mila euro alla famiglia di Francesco Maria Cairo, operaio pavese deceduto a causa di un mesotelioma pleurico, una malattia causata dall'esposizione all'amianto. La sentenza riconosce un danno non patrimoniale di 238.814 euro per la vedova, Rita Vaghi, e il figlio Roberto.

La diagnosi di mesotelioma

L'uomo, originario di Lomello, aveva lavorato per 32 anni (dal 1969 al 2001) come capo tecnico negli stabilimenti di Torino e Milano di Ferrovie dello Stato, esposto a polveri e fibre di amianto. Nel 2019, gli fu diagnosticato un mesotelioma che lo portò alla morte tre anni dopo. L'INAIL aveva già riconosciuto la malattia come professionale, accordando la rendita sia alla vittima che, successivamente al decesso, alla vedova, insieme alle prestazioni del Fondo vittime amianto.

Francesco Cairo con la moglie Rita

Mancate misure protettive

La sentenza del tribunale sottolinea la responsabilità di Rete Ferroviaria Italiana per le mancate misure protettive e il mancato controllo dell'effettivo utilizzo di tali misure. Si evidenzia che Ferrovie dello Stato aveva la conoscenza della nocività dell'amianto utilizzato nei rotabili ferroviari, ma non ha adottato le dovute precauzioni. La sentenza afferma che hanno omesso di garantire l'uso corretto dei dispositivi di protezione individuale e hanno consentito attività a rischio amianto in ambienti comuni, coinvolgendo lavoratori destinati ad attività diverse.

L’impiego sui rotabili ferroviari è una delle mansioni più a rischio di esposizione a questo terribile cancerogeno, in cui sono stati registrati più casi di mesotelioma, secondo gli ultimi dati forniti dall’INAIL sono 696 fino al 2018.

L'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia, ha commentato:

"Quando arriva la giustizia, quasi sempre è tardi perché nessuno potrà restituire un padre. Purtroppo le Ferrovie dello Stato hanno utilizzato amianto in modo abnorme nonostante si conoscessero già le sue capacità lesive per la salute umana.

Solo in seguito alle numerose condanne hanno avviato un tardivo processo di bonifica. Ora però occorre risarcire i danni alle vittime e ai loro familiari ed è necessario che liberi il territorio dalla fibra killer per evitare così altri decessi”.

Le vittime dell’amianto delle FS o i loro familiari possono rivolgersi all’Osservatorio Nazionale Amianto per cercare di ottenere il riconoscimento dei propri diritti chiamando il numero verde 800.034.294 o accedendo al sito osservatorioamianto.it

(Nella foto di copertina: Francesco Cairo con la nipote Gaia)

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