Raid notturno contro gli antifascisti: ma il "marchio" diventa orgoglio e tutti lo chiedono
Qualcuno ha persino pubblicato il proprio indirizzo invitando chi si occupa di questi raid notturni a "marchiare" anche la sua abitazione. E intanto c'è già la prima distribuzione organizzata di adesivi, martedì 7 da MovimentoPavia.
Raid notturno: nella notte persona al momento ignote hanno attaccato ai citofoni di politici e personalità cittadine che si sono spesso espresse contro il fascismo un marchio. Ma ora tutti chiedono a gran voce il "marchio".
Raid notturno contro gli antifascisti
La notte scorsa un raid organizzato da ignoti - Casapound ha già preso le distanze - è sfociato nella "marchiatura" mediante adesivi di personalità politiche o attivisti che si sono apertamente schierati contro le forze di estrema destra. L'adesivo - volto chiaramente a minacciare chi si è esposto lasciando intendere con mood mafioso il classico "so dove abiti" - recita "Qui ci abita un antifascista".
Chi è stato "marchiato"
Cittadini, attivisti e politici di spicco colpiti dalla "marchiatura". Luca Casarotti, vice presidente dell'Anpi Pavia fa sapere via Twitter: "Anche un componente del comitato della mia sezione ANPI ha trovato sulla porta di casa l’adesivo. Lo stesso altri compagni, membri di organizzazioni o attivisti per proprio conto". Marchiati anche la consigliera comunale Silvia Chierico e l'assessore alla cultura Giacomo Galazzo, Veronica Bianco, ex rappresentante della Rete degli studenti medi. Fra le vittime dell'affissione anche Gabriele Duci, amministratore della pagina Sei di Pavia se". Proprio Duci incassa mediante la sua pagina la solidarietà di moltissimi pavesi in seguito al suo commento all'evento. "Questa mattina mi son svegliato e ho trovato questa gradita sorpresa accanto al citofono. Negli anni '30 fascisti e nazisti marchiavano i negozi degli ebrei. Negli anni 2000 i neofascisti marchiano le case dei cittadini che si sono espressi pubblicamente contro il fascismo. Evidentemente le cattive abitudini non passano. Anche perchè, sono gli stessi di allora, solo se la prendono con soggetti diversi. Questo adesivo me lo sono meritato perchè mi sono espresso pubblicamente, anche su questo gruppo, contro il fascismo. E continuerò a farlo più forte di prima, perchè è il dovere di ogni cittadino democratico. In questi giorni su alcuni giornali si cerca di far passare il termine "antifascista" come sinonimo di "manifestante violento", e questo è profondamento sbagliato. Io non sono un violento, non appartengo a nessuna associazione o partito (e pensate un po', non sono neanche comunista), sono solo un libero cittadino che rifiuta ogni forma di fascismo, come ogni persona a cui sta a cuore la propria libertà e quella degli altri. Libertà che questi schifosi cercano di limitare con l'intimidazione mafiosa del "so dove abiti".
Effetto contrario: ora in tantissimi chiedono l'adesivo
Ciò che doveva essere un'intimidazione, o forse un'onta, sta volgendo invece in uno status symbol che in tanti chiedono di ricevere. Qualcuno ha persino pubblicato il proprio indirizzo invitando chi si occupa di questi raid notturni a "marchiare" anche la sua abitazione. E intanto c'è già la prima distribuzione organizzata di adesivi, martedì 7 da MovimentoPavia.
Il Sindaco e il Prefetto
Anche il sindaco di Pavia Massimo Depaoli è intervenuto:"Vi serviranno troppi adesivi per appenderli a tutti i campanelli di Pavia. Non vi basterà appenderli alla porta di Giacomo Galazzo o di Silvia Chierico. "Occorre essere attenti / e scegliersi la parte / dietro la linea gotica". A fagli eco anche il Prefetto Attilio Visconti che rassicura l'intensificazione degli sforzi per trovare i colpevoli. Nel frattempo sempre più persone chiedono di essere marchiate come "antifasciste".