Processo Adriatici, testimone cambia versione: "L'ex assessore era in piedi quando ha sparato"
La sua testimonianza è stata raccolta in un incidente probatorio per preservarla fino al giudizio, ma la sua inversione ha sorpreso sia l'accusa che la difesa
Terza udienza del processo contro Massimo Adriatici accusato di eccesso colposo di legittima difesa per la morte di Youns El Boussettaoui, 39 anni.
Processo Adriatici: "Era in piedi quando ha sparato"
Il processo contro Massimo Adriatici, l'ex assessore leghista accusato dell'omicidio di Younes El Boussettaoui, ha visto un'improvvisa inversione nelle dichiarazioni di un testimone chiave della vicenda. Il testimone, che aveva precedentemente dichiarato di aver visto Adriatici sparare mentre era a terra dopo essere stato colpito con uno schiaffo, nella terza udienza del processo tenutasi ieri, mercoledì 17 luglio 2024, ha cambiato versione, sostenendo che Adriatici fosse in piedi quando ha sparato.
La sua testimonianza è stata raccolta in un incidente probatorio per preservarla fino al giudizio, ma la sua inversione ha sorpreso sia l'accusa che la difesa. Il testimone ha spiegato di aver visto El Boussettaoui e Adriatici litigare al bar, dove la situazione è sfociata in una rissa culminata con un pugno di El Boussettaoui a Adriatici. Successivamente, ha affermato di aver visto Adriatici sparare mentre era in piedi.
Le altre testimonianze
Durante l'udienza sono stati ascoltati anche gli ex assessori Francesca Miracca e Aurelio Torriani. Miracca ha confermato di essere a conoscenza del fatto che Adriatici possedesse una pistola, che in una circostanza le aveva mostrato prima di una riunione di giunta. Ha anche raccontato che Adriatici spesso sollevava i problemi di sicurezza a Voghera, invitando i colleghi di giunta a seguirlo nei suoi giri per la città per rendersi conto della situazione. Sulle voci che lo definivano 'lo sceriffo' di Voghera, Miracca ha risposto che erano definizioni date dagli avversari politici.
Torriani ha, invece, parlato di una riunione informale di giunta tenutasi il giorno dopo l'incidente, il 21 luglio, per concordare la strategia dei media. Ha anche menzionato un incontro con Adriatici diversi mesi dopo l'incidente, durante il quale gli ha riferito di essere stato interrogato dal pubblico ministero che conduceva le indagini.
Ucciso da un colpo di pistola
La sera del 20 luglio 2021 a Voghera, Younes El Boussettaoui, un 39enne di origini marocchine, fu ucciso da un colpo di pistola sparato da Massimo Adriatici.
Gli avvocati di Adriatici continuano a sostenere che il loro assistito abbia agito in legittima difesa. Secondo i difensori dell'ex assessore lo sparo dalla sua pistola (legalmente detenuta) partì al culmine di una colluttazione con il 39enne marocchino. Da qui la scelta di giudizio immediato, saltando l’udienza allo scopo di chiarire tutto in un dibattimento pubblico, dicono i legali di Adriatici.
Di tutt'altra opinione i familiari, sparsi fra Marocco, Francia, Svizzera e Italia: “Younes andava curato e non ucciso, la legge non è uguale per tutti”, ha sempre ripetuto sua sorella Bahija. Gli avvocati di parte civile chiedono la riqualificazione del reato in omicidio volontario perché, secondo la loro ricostruzione, Adriatici avrebbe pedinato per diverso tempo El Boussetaoui provocando una sua reazione prima del tragico epilogo.
Le pistole non sparano mai da sole ....... Specialmente quelle "attuali" sono piene di sicure contro lo sparo accidentale: occorre coscienza e volontà di esplodere il colpo.