Voghera

Processo Adriatici, l'analisi psicologica sulle azioni compiute dall'ex Assessore leghista

Presente in aula un docente di Neuropsichiatria forense per stabilire il punto di vista psicologico

Processo Adriatici, l'analisi psicologica sulle azioni compiute dall'ex Assessore leghista
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Torna in aula il Processo Adriatici, la difesa dell'ex assessore leghista del Comune di Voghera, Massimo Adriatici, si affida ad un Neuropsichiatra forense per dimostrare la sua innocenza riguardo l'omicidio di Younes El Boussettaoui.

In aula per il Processo

Si è svolta una nuova udienza per il caso Adriatici, il quale vede l'ex assessore leghista vogherese responsabile della morte di Younes El Boussettaoui. In aula, la difesa ha portato alla luce il punto di vista psicologico dell'imputato grazie all'intervento del perito, docente di Neuropsichiatria forense. 

Secondo l'analisi svolta da quest'ultimo, l'imputato avrebbe agito di conseguenza. Nelle sue azioni, quindi, non ci sarebbe stata alcuna premeditazione. L'ex assessore, secondo il perito, si trovava in una situazione di stress che lo avrebbe portato ad agire inconsapevolmente.

Massimo Adriatici è attualmente accusato di eccesso colposo di legittima difesa in correlazione alla morte di Younes El Boussettaoui, giovane 39enne ucciso da un colpo di pistola nella sera del 20 luglio 2021, all'interno della piazza Meardi.

A sparare il colpo fu proprio l'ex assessore leghista, le telecamere presenti nella zona in cui si è verificata l'aggressione però non possono confermare l'esatta dinamica dell'accaduto. La zona in cui Massimo Adriatici ha premuto il grilletto è un punto d'ombra in cui, nessuna delle telecamere del posto, riesce ad arrivare.

L'influenza dello stress sulle azioni di Adriatici

Secondo il perito, la maggior parte delle azioni che noi compiamo durante l'arco della giornata non sono controllate. In situazioni di pericolo, come quella in cui si è ritrovato l'ex assessore, scattano azioni incontrollate e quindi automatiche.

Nel lasso di tempo in cui Massimo Adriatici è finito a terra e Younes El Boussettaoui si è nuovamente scagliato contro di lui, nella mente dell'ex assessore sono scattati meccanismi di difesa, automatici e non coscienti. Anche il solo gesto di posizionare il dito sul grilletto della pistola, secondo il perito, è dovuto ad un'azione inconsapevole.

È così che il docente di Neuropsichiatria forense ha risposto alle domande poste dall'avvocato difensore Luca Gastini e della Giudice.

L'intervento del Pubblico Ministero

Di tutta risposta, il PM Roberto Valli, ha messo in dubbio le affermazioni del consulente. Altri periti hanno infatti affermato che il primo colpo di pistola è, nella maggior parte dei casi, seguito da un secondo sparo. Azione incontrollata che però, nel caso di Adriatici, non si è verificata.

Secondo quanto analizzato dal Neuropsichiatra forense però pare che, il secondo colpo di pistola non sia partito poiché il rumore dello sparo abbia "risvegliato" Adriatici, rendendolo cosciente delle sue azioni. Gli avvocati della controparte, Debora Piazza e Marco Romagnoli, legali della famiglia della vittima, hanno fatto pressione sull'ultima parte della deposizione del perito.

Lo schiaffo partito da Younes El Boussettaoui potrebbe quindi essere un riflesso incondizionato, e quindi automatico, scatenato dalla visione della pistola mostratagli dall'ex assessore leghista Massimo Adriatici. Successivamente i legali della famiglia della vittima si sono basati su una registrazione in cui si sente Adriatici rivolgersi ad un passante.

Nel video registrato da un telefonino, infatti, l'ex assessore leghista chiede al passante se ha visto Younes El Boussettaoui avvicinarsi con l'intenzione di colpirlo con un calcio sul volto. Secondo gli avvocati della famiglia della vittima, questo non coincide con le dichiarazioni di Massimo Adriatici, il quale ha affermato di non ricordare nulla su quanto accaduto quella sera.

Secondo il perito però si tratta semplicemente da un ricordo non reale generato in base alla percezione che la persona coinvolta attribuisce alla realtà dei fatti accaduti, avvalendosi degli elementi che si hanno a disposizioni per legarsi alla realtà.

Commenti
Giorgio

No volontà, no dolo! Il delitto è quindi semplicemente colposo: un semplice errore, una reazione inconsapevole, incontrollata, automatica. Adriatici ricorda quel che più gli fa comodo, il resto è nebbia, salvo avallare e far sua la tesi del neuropsichiatra forense di sua fiducia: Adriatici è tutt'altro che confuso e ricorda benissimo di... non ricordare! La personalità di Adriatici va seriamente esaminata onde stabilire e valutare la sua personale reazione ad uno stress ... In mancanza di una imparziale perizia neuro psichiatra ....forense super partes, è tutta aria fritta.

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