Miradolo Terme

Presenta un falso documento di soggiorno per ottenere il reddito di cittadinanza

Nei guai è finita una donna di 66 anni di nazionalità romena. Con lei denunciati anche un 31enne e un 22enne.

Presenta un falso documento di soggiorno per ottenere il reddito di cittadinanza
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Miradolo Terme: denunciati in stato di libertà di tre cittadini di nazionalità romena per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e tentata percezione indebita del reddito di cittadinanza in concorso.

Tre denunciati

Il 3 agosto 2021, i militari della Stazione Carabinieri di Chignolo Po, al termine degli accertamenti scaturiti nella mattinata precedente, a seguito del controllo di soggetti intenti a presentare la documentazione necessaria per il riconoscimento e rilascio del reddito di cittadinanza presso l’Ufficio Postale di Miradolo Terme, hanno denunciato in stato di libertà:

  • un 66enne di nazionalità romena, residente in Romania ma di fatto domiciliata a Monticelli Pavese, vedova, disoccupata, incensurata;
  • un 31enne, di nazionalità romena, residente in Romania ma di fatto domiciliato a Monticelli Pavese, celibe, disoccupato, con precedenti di polizia;
  • un 22enne, di nazionalità romena, residente a Copiano, celibe, operaio, con precedenti di polizia,

Tutti e tre sono ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e tentata percezione indebita del reddito di cittadinanza in concorso.

Documento falso per ottenere il reddito di cittadinanza

Nella circostanza, i militari operanti, durante la fase di identificazione dei denunciati, hanno accertato che la 66enne, allo scopo di ottenere la tessera per la percezione del reddito di cittadinanza, ha presentato, quale documento identificativo, una attestazione di soggiorno permanente per cittadini dell’unione europea emessa dal Comune di Milano il 20 aprile 2021, palesemente contraffatta.

Gli altri due soggetti all’atto della presentazione della documentazione falsificata hanno cercato, insieme e garantendo per la donna da loro accompagnata, di convincere e raggirare l’impiegata dello sportello postale affinché concludesse la procedura per l’erogazione del credito di cittadinanza ed il rilascio della apposita post-pay.

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