E' ANCORA EMERGENZA

Peste Suina Africana, colpito un altro allevamento nel Pavese: via agli abbattimenti di maiali

Dopo i due casi riscontrati in Lomellina, nuovo contagio in un allevamento a Torrevecchia Pia: minacciato il settore suinicolo

Peste Suina Africana, colpito un altro allevamento nel Pavese: via agli abbattimenti di maiali
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Aumentano i focolai di Peste Suina Africana negli allevamenti pavesi: l'ultimo è stato riscontrato a Torrevecchia Pia e porterà all'abbattimento di crica mille maiali.

PSA, colpito un altro allevamento nel Pavese

L’emergenza della peste suina africana (PSA) ha recentemente colpito un altro allevamento in provincia di Pavia, precisamente a Torrevecchia Pia, costringendo all'abbattimento di circa mille maiali per contenere la diffusione del virus. Questo focolaio è il sesto di una serie che hanno interessato l'area, da tempo considerata una zona di restrizione 2, dove fino ad ora il virus aveva infettato però solo i cinghiali.

Tuttavia, l'avanzata della PSA ora minaccia anche gli allevamenti di suini. Negli ultimi sette giorni, infatti, il virus ha colpito sette allevamenti, cinque dei quali solo in Lombardia. Tra i focolai segnalati, vi è stato un caso il 25 luglio a Besate (MI), con la morte di 500 suini, seguito da altri due nella Lomellina, che hanno visto la soppressione di oltre undicimila maiali a Mortara e altri 1.200 a Gambolò. Un ulteriore piccolo allevamento a conduzione familiare a Vernate (MI) ha portato all'uccisione di alcune centinaia di animali.

Complessivamente, in meno di una settimana sono stati abbattuti o sono in procinto di esserlo circa 13mila maiali, inclusi esemplari della rara razza Nero di Lomellina. Sono circa 45.000 i suini persi nel Pavese dall’inizio dei focolai.

Il contagio però non si è limitato alla Lombardia. Il 25 luglio, infatti, è stato scoperto un focolaio a Trecate, in provincia di Novara, e il 31 luglio un allevamento con centinaia di capi a Ponte dell’Olio, nel Piacentino, ha confermato la presenza del virus. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni anche a livello nazionale, vista l’importanza del settore suinicolo in Emilia-Romagna, che conta più di un milione di maiali e ospita presidi di rilevanza mondiale come il prosciutto di Parma.

Un allevamento di maiali

La recinzione anticinghiale

Per contrastare l'emergenza, la Lombardia ha avviato la costruzione di una recinzione anticinghiale nel Parco del Ticino, lunga un chilometro e mezzo, mentre il ministero della Salute ha annunciato misure straordinarie per potenziare i controlli e limitare la diffusione della malattia. Tuttavia, l’uscita di scena del commissario straordinario Vincenzo Caputo, dimessosi il 26 luglio scorso, ha lasciato un vuoto di leadership nella gestione della crisi. Caputo era stato nominato dai ministri Francesco Lollobrigida e Orazio Schillaci nel febbraio 2023 per sostituire Angelo Ferrari, il commissario del governo precedente.

"Non c'è tempo da perdere"

Il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, già ministro delle politiche agricole tra il giugno 2018 e il settembre 2019, entra a gamba tesa nella questione peste suina, chiedendo a gran voce la nomina di un commissario straordinario con pieni poteri, che possa affrontare la situazione attuale.

"L'emergenza peste suina è stata sottovalutata da molti e a lungo. Il governo con il DL Agricoltura ha introdotto misure importanti: ora dobbiamo attuarle subito e nominare un commissario straordinario che possa decidere senza dover mediare tra i troppi enti coinvolti. Non c'è tempo da perdere, il Made in Italy agroalimentare corre seri rischi", ha affermato Centinaio.

Anche il consigliere regionale del PD Marco Carra si è unito alla richiesta di Centinaio, criticando l’attuale gestione della crisi da parte del governo e delle autorità regionali. Carra ha espresso preoccupazione per la mancanza di coordinamento e per la gestione inefficace della situazione.

"Finalmente qualcuno della destra si è deciso a dire quello che noi del Pd stiamo dicendo da mesi e mesi, purtroppo inascoltati da una combriccola di incompetenti che da Roma a Milano sta gestendo le politiche agricole: Fratelli d’Italia e i loro alleati, che rischiano di essersi svegliati fuori tempo massimo, stanno portando al massacro i nostri imprenditori suinicoli e tutta la filiera".

Il consigliere regionale del Pd Marco Carra

Dal canto suo, la deputata PD Antonella Forattini ha espresso delusione per l'assenza di risposte concrete dal Ministero dell'Agricoltura e ha sollecitato un piano strategico urgente che coinvolga tutte le parti interessate, inclusi i cacciatori e le forze armate, per arginare l’avanzata della malattia.

“Dopo le dimissioni del Commissario alla peste suina, il Governo abbandona a se stesso il settore suinicolo” commenta Forattini “tutti i nostri richiami, presentati sotto forma di emendamenti al DL Agricoltura, relativi al potenziamento delle misure per prevenire e contenere l’epidemia, sono rimasti inascoltati: nessun intervento efficace per il contenimento dei cinghiali è stato adottato, nonostante la disponibilità manifestata dalle Regioni e dal mondo venatorio, nessun riscontro è stato comunicato sull’applicazione del piano straordinario per la gestione della fauna selvatica, e nulla si sa sul possibile coinvolgimento dell’esercito. Serve un piano strategico urgente che coinvolga regioni, operatori, imprese, unità sanitarie, mondo venatorio ed esercito".

Antonella Forattini

Minaccia per il settore suinicolo

La crisi della peste suina rappresenta una minaccia significativa per il settore suinicolo, un pilastro del Made in Italy con un fatturato di 20 miliardi di euro e circa 40.000 addetti, compresi 43 prodotti Dop e IGP riconosciuti a livello internazionale. La situazione richiede interventi immediati e coordinati per evitare danni irreparabili all'industria suinicola italiana.

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